MotoGP, Valentino Rossi snobba la polemica del Montmelò
“Provate a chiedere a Valentino del Mugello, e vedrete se sarà capace di parlare di quel circuito come ha fatto con quello di Barcellona”. Parole che non sono andate giù a Valentino Rossi, pronunciate dal direttore del Montmelò, Joan Fontseré, dopo la polemiche riguardanti la nuova chicane introdotta in seguito alla morte di Luis Salom e bocciata dai piloti che nel fine settimana in Catalunya avevano chiesto di correre il Gp sul layout utilizzato per la gara di Formula 1, lo stesso adottato per la gara dello scorso anno.
La decisione nelle mani di Ezpeleta
I malumori per la decisione last minute non si erano placati e, sulla questione, Fonserè aveva puntato il dito contro il campione di Tavullia: “Poi si scopre che venerdì, un qualcuno che non è venuto ai test (Valentino Rossi, ndr) ha rilasciato una dichiarazione ed è nato un problema”. Ma parlando del circuito di Barcellona in un’intervista ad As, Carmelo Ezpeleta ha ventilato la possibilità che il Montmelò venga escluso dal calendario del 2018. “Non è ancora deciso, ma i colloqui con la Thailandia sono avanzati. Se il Gp di Catalunya continuerà ad esserci andremo a 19 gare, altrimenti le gare saranno 18. E se neanche la Thailandia non ci sarà, potrebbe esserci un calendario di 17 gare” ha ammesso il numero uno di Dorna. Ad ogni modo, la nuova chicane “pericolosa” e “non all’altezza della MotoGp” secondo Rossi, per Ezpeleta non sarebbe il nocciolo del problema: “Dopo quelo che è successo, il problema è stato risolto bene. Ci stavamo per correre ma adesso dobbiamo pensare al prossimo anno”.
Rossi snobba la polemica del Montmelò
Interrogato sulla possibilità che la tappa di Barcellona esca dal calendario, nel fine settimana del Sachsenring Valentino Rossi ha replicato alle parole di Fontserè, evitando di alimentare ulteriormente la polemica. “Non voglio parlare della Catalunya perché non mi piace quello che ha detto il direttore del circuito. Sarò d’accordo con quello che deciderà Ezpeleta” ha detto il pesarese, snobbando la provocazione. Del resto, anche sulla prevista tappa in Thailandia, il nove volte iridato non c’era andato leggero, parlando di un “tracciato lontano da tutto e noioso” che “non mi pare la destinazione migliore. 18 gare sono già un buon numero, se poi saranno 19 non cambierà molto, ma rimanere a 18 sarebbe meglio. Se poi bisognerà andarci, ci andremo”.