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MotoGp, Rossi ultimo in griglia a Valencia: chi farà ‘passare’ il Dottore?

Alleanza tricolore e strategie in pista potrebbero cambiare le sorti di un mondiale sempre più difficile ma non ancora impossibile per il pesarese. Penalizzato per il contatto con Marquez, Valentino sarà costretto a scattare dal fondo dello schieramento nell’ultimo round in calendario che decreterà il campione del mondo MotoGp 2015.
A cura di Valeria Aiello
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Andrea Iannone (Ducati) e Valentino Rossi (Yamaha) sul podio del Mugello - Facebook @andreaiannone29
Andrea Iannone (Ducati) e Valentino Rossi (Yamaha) sul podio del Mugello – Facebook @andreaiannone29

I nervi sono saltati a Sepang e Valentino Rossi è stato penalizzato: la reazione al contatto con Marc Marquez in curva 14, per quanto la dinamica delle tornate precedenti evidenziasse l’azione di disturbo dello spagnolo, è stata un’azione in risposta a una bagarre decisamente fuori luogo in una fase così iniziale di una gara lunga e fisicamente provante, ma che di fatto catapulta il pesarese in fondo allo schieramento del round più importante del calendario 2015, la finale di Valencia che decreterà il nuovo campione del mondo della classe regina.

La Valencia del Dottore. Con un margine ridotto a 7 punti su Lorenzo, ultimo inseguitore del pesarese in classifica iridata, Rossi può ancora sperare nel titolo iridato. Saranno le dinamiche del weekend spagnolo e lo scatto dall’ultima casella in griglia a condire una storia che non ha eguale negli annali del Motomondiale. Sulle combinazioni al traguardo necessarie per cogliere il decimo titolo iridato in carriera è già stato detto tutto, al Dottore ora non resta che recuperare la concentrazione e affrontare nella tana degli spagnoli la finale più incredibile della carriera del Dottore. Per Vale non sarà facile ma neppure impossibile in virtù di un piccolo vantaggio coltivato a suon di vittorie e podi in questa stagione, su un circuito come il Ricardo Tormo di Valencia dove Lorenzo ha all’attivo lo stesso numero di vittorie del pesarese, due, nel 2010 e 2013, mentre Rossi è salito sul gradino più alto del podio nel 2003 e 2004, collezionando complessivamente 8 podi in carriera a fronte dei 4 a Jorge Lorenzo. Ma la pista di Valencia nasconde anche insidie e amari ricordi per il Dottore nazionale, come quello del mondiale sfumato nel 2006 decisamente ben impresso nel palmares del pesarese.

Lo ‘faranno passare'. In un circuito piccolo come quello di Valencia, lo scatto dal fondo dello schieramento sarà determinante: al primo giro Valentino potrebbe ritrovarsi anche 20 secondi dietro al gruppo di testa, per cui le probabilità di chiudere in una delle combinazioni tali da garantirgli il titolo iridato potrebbero essere davvero poche. Ma a correre in pista potrebbero non essere solo i piloti ma un intreccio di alleanze e accordi segreti che in più di qualcuno già sospetta e anticipa a gran voce, per cui alcuni colleghi piloti potrebbero aiutare a far recuperare rapidamente posizioni al campione di Tavullia. Ad esserne cerco è il giornalista Rai e responsabile di Radio1 sport che in diretta radiofonica ha riferito che “un gruppo di piloti lo farà passare avanti” per giocare ad armi pari la sfida con il maiorchino. Indiscrezioni rapidamente ribalzate sui media nazionali che rendono ancora più incandescente l’avvicinamento alla finale, seppur senza alcun riscontro in termini di fonti.

Un’alleanza tricolore, non sarebbe la prima volta. L’ipotesi di un’alleanza contro gli spagnoli si fa strada, tacitamente confermata da Andrea Iannone che ieri sera ha deciso di aggiornare la sua immagine di copertina su Facebook, scegliendo una foto che lo ritrae in un abbraccio con il Dottore sul podio del Mugello, e che seppur non confermata per necessità dettate dal segreto di una strategia, trovano fondamento in una storia non troppo lontana e che potrebbe tornare a ripetersi ancora. Proprio come nel 1990, quando un 17enne italiano di nome Loris Capirossi approdava alla finale di Phillip Island con un ritardo di 9 punti in classifica dal leader della classifica della classe 125cc, l’olandese Hans Spaan, cui sarebbe bastato chiudere davanti al talento di Castel San Pietro Terme per chiude i giochi del mondiale. Ma Spaan non aveva messo in conto che Bruno Casanova, Doriano Romboni e Fausto Gresini, all’epoca teammate di Capirossi, avevano deciso a tavolino di aiutare il connazionale a cogliere la vittoria. E fu così che con Capirossi al comando della corsa, gli italiani fecero tutto quello che era possibile per rallentare Spaan che sbroccò, sferrando un pugno a Gresini e chiudendo ai piedi del podio, mentre Capirossi tagliava per primo il traguardo targando il suo il primo alloro iridato in carriera. La Direzione Gara considerò lecita l’azione degli italiani, mentre penalizzarono Spaan per la reazione.

Chi può ‘aiutare' Vale. Così oggi, come 25 anni fa, un piano tricolore potrebbe ripetersi sotto altre insegne ed altri nomi in risposta a un’alleanza già consolidata tra Lorenzo e Marquez, nata probabilmente per evitare che Valentino aggiunga un altro record alla sua incredibile carriera, o solo perché el Cabroncito preferisce che a vincere sia un connazionale che in Spagna gli è secondo per popolarità, o forse solo per una questione personale alla stregua di una vendetta fredda dopo i contatti di Argentina e Assen. Ma in un mondiale in cui Marquez vorrebbe avere l’ultima parola, la finale di Valencia si prospetta senza esclusione di colpi, anche quelli che lo spagnolo non conosce perché troppo giovane e neppure nato quando accadevano in pista. Un ricorso storico di cui ora Marquez è informato e in cui le Ducati di Iannone e Dovizioso potrebbero avere un ruolo determinante, senza dimenticare che davanti al pesarese in griglia ci saranno anche il ternano Danilo Petrucci, così come piloti e colleghi che seppur spagnoli, hanno un rapporto speciale con il Dottore, a partire dalle Yamaha satellite portate in pista da Pol Espargaro e Bradley Smith, così come le Suzuki di Aleix Espargaro e Maverick Vinales, senza dimenticare Nicky Hayden, che a Valencia saluterà il Circus per passare alla Superbike, fino alle Aprilia di Alvaro Bautista e Stefan Bradl del team di Fausto Gresini, lo stesso Gresini che un quarto di secolo fa si era beccato il cazzotto da Spaan.

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