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Pirateria stradale, picchi record come in nessun Paese d’Europa

Nel 2015 l’Osservatorio il Centauro ha registrato un incremento del 22,7% delle vittime abbandonate su strada da conducenti in fuga. L’Asaps: “Dati drammatici che rispondono ai Parlamentari preoccupati che l’arresto dei pirati potesse far aumentare le omissioni di soccorso”.
A cura di v.a.
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La pirateria stradale non solo si conferma come un fenomeno incontenibile ma in Italia assume connotati sempre più violenti. A rilevarlo è l’Asaps, l’Associazione Sostenitori Amici della Polizia Stradale che attraverso l’Osservatorio il Centauro che da nove anni passa al setaccio gli episodi di pirateria, su 1.087 considerati, il 7,7% in più rispetto all’anno precedente) ha registrato 146 morti abbandonati su strada da conducenti in fuga dopo l’incidente, ovvero un allarmante +22,7% rispetto alle 119 vittime del 2014. Lievita in misura minore il numero dei feriti che sono stati 1.254, +2,4% rispetto all’anno precedente. In leggero calo il numero dei pirati smascherati, il 56,2% rispetto al 57,8% del 2014. Resta ignoto il 43,8% dei pirati. Nei casi di omissione di soccorso mortale, la percentuale degli autori smascherati sale al 70%. Sulle 1.87 inchieste, 611 hanno condotto all’identificazione del responsabile, arrestato in 140 episodi (23% delle individuazioni, in crescita rispetto ai 121 dello scorso anno), e denunciato a piede libro in altri 471 casi (77%).

Meno “comprensione” verso i pirati forse grazie al mutato clima apportato dalla discussione della legge sull’Omicidio stradale? – chiede l’Asaps.

Su tutti questi eventi pesa ancora l’ombra dell’alcol e delle droghe ma è un dato che deve essere accolto con eccessivo difetto per essere considerato “attendibile” – aggiunge l'Associazione

In 107 casi (il 17,5%) le Forze di polizia hanno accertato la presenta di alcol e droghe, mentre lo scorso anno la positività ai test era stata riscontrata in 114 casi ma con percentuale del 19,6%. Bisogna inoltre considerare che il dato è riferito ai soli episodi di pirateria in cui il responsabile è stato identificato, quindi sui 611 casi dei 1.087 analizzati. In termini di nazionalità, in 161 casi (26,4%) il pirata identificato è risultato essere forestiero, rispetto al 24,2% del 2014. 113 invece gli stranieri soggetti passivi di un episodio, l08,1% del totale tra vittime e feriti. L’85,5% dei casi avviene di giorno, 929 casi contro 158. A pagare il prezzo più alto sono le categorie deboli della strada, specie bambini ed anziani: i minori coinvolti sono stati 130 (9,3%) mentre gli anziani 135, il 9,6%. Tra i minori con età inferiore ai 14 anni, le vittime sono state 82 rispetto alle 81 dello scorso anno, di cui 80 feriti e due uccisi da questo atto di vigliaccheria stradale. In termini di categoria, i pedoni restano i più tartassati, con 420 eventi per cui sono state registrati 76 morti, il 52% delle vittime complessive rispetto al 38,6% dell’anno precedente, e 404 feriti (32,2%), quindi i ciclisti, coinvolti in 155 episodi, con 19 morti (13%) e 145 ricoveri. In termini di aree geografiche, maglia nera alla Lombardia con 174 episodi (16%), seguita dal Veneto ed Emilia Romagna con 122 episodi, quindi Lazio con 103, Toscana con 99, e Campania con 82. Infine Sicilia a 72 e Puglia, a 54. Otto casi in Molise, tre casi in Valle D’Aosta e un solo caso in Basilicata. Per la sola città di Roma nel 2015 sono stati registrati 47 eventi gravi, il 4,3% del totale.

L’identikit del pirata? Nella maggior parte dei casi si tratta di uomini di età varie, quasi sempre sotto i 50 anni (solo 57 le piratesse, 5 in meno del 2014 pari al 9,3%), spesso sotto l’effetto di sostanze alcoliche o stupefacenti e per questo decide di fuggire, sottraendosi alle proprie responsabilità. Hanno rilievo consistente il timore di perdere i punti della patante e lo stesso documento di guida. Significativi anche i casi di veicoli con assicurazioni scadute o addirittura false.

Le pene, previste, sono inconsistenti: da tre mesi a tre anni – sottolinea l’Asaps – Solo in caso incidente mortale con fuga si rischia oggi di rimanere per un certo periodo in cella. Ma non si hanno notizie specifiche in proposito per i 139 pirati che hanno ucciso nel 2015, neanche nei casi di ubriachezza o droga. La condanna media per chi ha ucciso e si è dato alla fuga è quella assurdamente irridente di 2 anni e 4 mesi.

Questo reato, per l’impatto che ha sull’opinione pubblica, è tra quelli previsti nella sfera dell’Omicidio Stradale, per la cui istituzione l’ASAPS – che ne ha fatto una sua bandiera – e le associazioni Lorenzo Guarnieri e Gabriele Borgogni ed altre si batte da 5 anni. Grande la delusione dello stop alla camera del 21 gennaio scorso, quando con un emendamento ci si è preoccupati dell’arresto dei pirati come possibile stimolo alla omissione di soccorso. I dati del 2015 dimostrano che la situazione è già ampiamente fuori controllo e ha raggiunto numeri record e intollerabili, come in nessun paese d’Europa!

Rimaniamo in ansiosa attesa dell’approvazione definitiva della legge con la speranza che l’Omicidio stradale si riveli una vera forza deterrente per la pirateria stradale, il più bieco dei reati della strada che domani se non sarà più sicura, sarà almeno più giusta!

I drammatici dati della pirateria stradale del 2015 con un incremento dei morti del 22,7% sono la risposta a quei parlamentari che col loro emendamento si sono preoccupati che la legge sull’omicidio stradale potesse far aumentare le omissioni di soccorso!! – conclude l’Asaps.

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