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Profitti in calo per Nissan, il colosso giapponese licenzierà 12.500 dipendenti

L’azienda nipponica, che ha subito il crollo di circa il 95% degli utili netti licenziare 6400 dipendenti entro marzo 2020 mentre gli altri, per un totale di 12.500 persone, entro il 2023: una misura resa necessaria dalle cattive condizioni economiche e che porterà a una riduzione della capacità produttiva di circa il 10%.
A cura di Matteo Vana
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Non è un periodo semplice per Nissan: dopo lo scandalo che ha coinvolto l’ex presidente Carlos Ghosn e la richiesta di un risarcimento paria 15 milioni di euro da parte di quest'ultimo per licenziamento illegittimo, la casa giapponese ha comunicato che sarà costretta a licenziare 12.500 dipendenti riducendo la capacità produttiva del 10%. A renderlo noto è stato il presidente Hiroto Saikawa che ha sottolineato come i risultati del primo trimestre, piuttosto mediocri, costringeranno alla drastica misura l'azienda nipponica.

Il colosso nipponico licenzierà 12.500 dipendenti

Un duro colpo per i dipendenti, ma anche per Nissan: nel primo trimestre, infatti, il colosso giapponese ha subito il crollo di circa il 95% degli utili netti a 6,4 miliardi di yen, pari a circa 59 milioni di dollari. Dati decisamente al di sotto delle stime della casa nipponica che obbligherà la Nissan a licenziare 6400 dipendenti entro marzo 2020 mentre gli altri, per un totale di 12.500 persone, saranno mandati a casa entro il 2023 dilazionando così la misura nei prossimi 4 anni. Nissan, fino ad ora, ha generato un utile operativo di 14,7 milioni di dollari, su un ricavo netto di 21,8 miliardi di dollari; numeri che, se paragonati allo stesso periodo del 2018, quando la società fece  segnare un utile operativo di 1 miliardo di dollari, su un ricavo netto di 25 miliardi di dollari, danno bene l'idea della situazione complicata nella quale verte l'azienda.

Dietro i risultati così deficitari, secondo il numero uno giapponese, ci sarebbero un calo generale di vendite in tutto il mondo, investimenti attuati per il futuro, aumento delle materie prime e i tassi di cambio instabili; tutti fattori che hanno portato Nissan ad attuare una misura drastica, ma necessaria per salvaguardare il marchio stesso. Tutto ciò mentre, dopo essersi messa di traverso nella fusione tra Fca e Reault, la casa auto nipponica sta tentando di ridefinire l’alleanza con il partner francese, nel tentativo di riequilibrare le partecipazioni azionarie e la gerarchia di controllo del gruppo, giudicate inadeguate.

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