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Red Bull accusa Ferrari: “Con Mekies patti non rispettati”. Arrivabene: “Tutto legale”

Battibecco in conferenza stampa tra i team principal delle due scuderie con la Red Bull che accusa la Rossa di non aver rispettato il gentleman agreement tra scuderie. Il Cavallino si difende: “Il nostro operato è assolutamente in linea con la legge svizzera” ha chiarito Arrivabene.
A cura di Matteo Vana
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Maurizio Arrivabene, Toto Wolff e Christian Horner - Getty images
Maurizio Arrivabene, Toto Wolff e Christian Horner – Getty images

Nervi tesi tra Ferrari e Red Bull: l‘ingaggio da parte della Rossa dell'ingegner Mekies, che all’inizio del 2017 era stato nominato vice direttore di gara della Formula 1 e che si unirà alla scuderia di Maranello da settembre 2018, dopo aver scontato l'obbligatorio periodo di gardening, non è andato giù alla casa di Milton Keynes che ha accusato il Cavallino di aver rotto un accordo tra gentiluomini stipulato durante l'ultima riunione dello Strategy Group in seguto al passaggio di Budkowski alla Renault.

L'accusa di Horner alla Ferrari

Lo scontro tra i due team principal, Maurizio Arrivabene e Christain Horner, è andato in scena durante la conferenza stampa del Gran Premio d'Australia. A lanciare l'attacco è stato il capo della Red Bull che non ha usato giri di parole: "Per me questo caso è un grosso problema. Sono deluso perché abbiamo discusso della questione Budkowski ed eravamo presenti tutti i rappresentati dei team, più quelli FIA e FOM. Ovviamente non è un caso semplice, perché abbiamo a che fare con le leggi di diverse nazioni che regolamentano il diritto al lavoro, ma c'era un'intesa. Ciò che è deludente è che quell'incontro sia avvenuto meno di sei settimane fa, e che certe scuderie, fra cui proprio la Ferrari, volevano che questo periodo di stacco fosse di tre anni ma alla fine abbiamo concordato sui 12 mesi. Certo, ci si può nascondere dicendo che "non abbiamo infranto alcun regolamento", ma come gruppo avevamo concordato qualcosa che non è stato rispettato. Quindi mi chiedo quale sia il senso di partecipare a quegli incontri" sono state le sue parole.

La difesa di Arrivabene

Piccata la risposta di Arrivabene che ha ribadito come la Ferrari non abbia infranto nessuna regola e anzi abbai rispettato gli accordi fissando un periodo di gardening di sei mesi per l'ingegnere che si unirà al Cavallino solo a partire dal prossimo settembre. "Per prima cosa sottolineo che non c'é nulla di sbagliato poiché il nostro operato è assolutamente in linea con la legge svizzera. E siamo andati anche oltre, visto che ci sono sei mesi di ‘gardening’ che saranno rispettati. Detto questo, c’è un accordo di riservatezza in merito a quanto viene discusso all'interno dello Strategy Group, firmato da tutti i partecipanti, e non è permesso condividere in pubblico ciò che è stato discusso negli incontri. Ho sentito parlare di un presunto ‘gentleman agreement’, ma visto che ci sono in ballo le leggi sul diritto del lavoro, sarebbe illegale ogni forma di accordo" ha chiarito. Un botta e risposta che ha chiarito, una volta di più, come la spaccatura tra Ferrari e Red Bull sia profonda: il duello tra i due team sembra svolgersi, oltre che sui circuiti, anche fuori dalle piste del mondiale.

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