Retromarcia Ferrari, ecco perché la Rossa ha rinunciato all’appello per la penalità a Vettel
L'intenzione di fare appello contro la penalità inflitta a Sebastian Vettel nel GP del Canada, resa nota dal team principal Mattia Binotto appena terminata la gara, rimarrà tale: la Ferrari, infatti, ha deciso di rinunciare alla possibilità di fare ricorso contro la decisione presa dai giudici che avevano punito il tedesco per la manovra con la quale, dopo essere uscito di pista finendo sull'erba, ha chiuso la strada alla Mercedes di Lewis Hamilton.
Ecco il motivo che ha spinto la Ferrari a rinunciare all'appello
La scuderia italiana, pur non accettando il verdetto dei commissari, ha deciso di non ricorrere in appello contro la loro decisione che ha suscitato l'ira di tifosi e di molti ex piloti, Mansell e Andretti su tutti. Il motivo della rinuncia risiede principalmente nel regolamento della Formula 1 che, all'articolo 17 paragrafo 1 comma 2a, specifica espressamente come le penalità di tempo non siano appellabili; i vertici del Cavallino hanno capito che le speranze che la Corte d'Appello accettasse le rimostranze Ferrari erano prossime allo zero e così hanno deciso di non procedere viste le scarsissime possibilità di successo.
La Ferrari, quindi, ha preferito lasciar scadere il termine concesso di 96 ore per presentare appello comunicando alla Federazione l'intenzione di non procedere. L'idea della Rossa, inizialmente, era quella di opporsi alla procedura che ha portato i commissari a prendere la decisione di comminare i 5 secondi di penalità al tedesco, così come stabilito l'articolo 38.3, senza aspettare che la gara si concludesse. L’appello, quindi, sarebbe servito soprattutto a far capire quanto sia stato sbagliato il sistema di valutazione senza però andare a modificare il risultato finale della gara; viste le pochissime possibilità di veder ascoltate le proprie ragioni la Ferrari ha deciso di non andare oltre mettendo così fine, almeno per il momento, alla questione.