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Rischio incendio, Volvo richiama oltre mezzo milione di auto in tutto il mondo

La casa svedese, dopo alcune indagini interne, ha scoperto che il deterioramento di componente in plastica del motore potrebbe sciogliersi e deformarsi, così da provocare l’incendio del vano motore. I modelli interessati sono S60, S80, S90, V40, V60, V70, V90, XC60 e XC90 equipaggiati con il motore quattro cilindri turbodiesel 2.0 e costruiti fra il 2014 e il 2019.
A cura di Matteo Vana
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Volvo S60 Polestar

Volvo, l'azienda automobilistica svedese controllata dalla cinese Zhejiang Geely Holding Group, ha avviato una campagna di richiamo che coinvolge 507mila veicoli in tutto il mondo: la causa dell'operazione è da ricercarsi in un componente fallato del motore che, in rari casi, potrebbe dare vita a un rischio incendio mettendo così a repentaglio l'incolumità della vettura e dei suoi occupanti.

Ecco i modelli coinvolti nella campagna di richiamo

A renderlo noto è la stessa casa attraverso una nota nella quale si specifica come, ad oggi, non si siano riscontrati danni: le indagini interne condotte da Volvo, però, hanno rilevato casi molto rari in cui il componente in plastica del propulsore potrebbe sciogliersi e deformarsi, così da provocare l’incendio del vano motore: per questo moivo i proprietari riceveranno delle lettere in cui si chiederà di recarsi nelle concessionarie più vicine per segnalare le proprie auto e mandarle in riparazione. La campagna di richiamo, che coinvolgerà 507mila veicoli in tutto il mondo, riguarda i modelli S60, S80, S90, V40, V60, V70, V90, XC60 e XC90 equipaggiati con il motore quattro cilindri turbodiesel 2.0 e costruiti fra il 2014 e il 2019.

Una misura preventiva quella della casa svedese che riguarderà i clienti del marchio e che non prevederà nessun costo per i proprietari delle auto visto che la risoluzione del problema sarà interamente a carico di Volvo che ha già fatto sapere che cercherà di risolvere la questione nel minor tempo possibile per non creare ulteriori disagi ai propri clienti. Questo è il secondo richiamo dall'inizio del 2019; il primo, infatti, aveva riguardato circa 200 mila auto – alcune delle quali sono presenti anche nell'attuale campagna – con motore diesel e problemi proprio di alimentazione. Anche in quel caso, fu richiesta la sostituzione dei componenti difettosi per risolvere il problema.

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