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“Schumacher e lo stato vegetativo” quando in rete tutti diventano neurologi

Le speculazioni sullo stato di salute di Michael Schumacher non si placano anzi, giorno dopo giorno, si arricchiscono di nuovi agghiaccianti “neuro-particolari”.
A cura di Valeria Aiello
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Dicono che si riprenderà. Anzi no, dicono che la mobilità potrebbe essere compromessa. Qualcuno azzarda la possibilità che si verifichi una riduzione che interessa il lato destro del corpo, o no, forse entrambi i lati. Macché, non basta. Facciamo allora che non si riprenderà, magari aggiungiamo che rischia la sindrome apallica. Proprio come un gregge che cammina seguendo chi è avanti senza riflettere su dove si sta andando. Belati, o meglio, voci prive di ogni fondamento che giorno dopo giorno vengono emesse ad hoc per fare un po’ di traffico. Assurdo. Parole, soltanto parole, questa volta però non tra noi, ma per noi, per farci sentire tutti un po’ più… neurolgi.

Non è la prima volta che accade. Fino a qualche mese fa, in effetti, eravamo degli esperti raddrizzatori di navi. Ma adesso la situazione si complica con nuove wiki-patologie che autorevolmente spuntano qua e là. Proprio come quella di oggi, la sindrome apallica. Il suono oscuro di queste due parole riecheggia tra le pagine di mezzo pianeta. La cerchi? No, non ce n’è nemmeno bisogno. Piccoli wiki-box arricchiscono lo squallore di articoli che riportano il significato di una condizione su cui forse non è proprio il caso di speculare.

Lo chiameremo effetto Schumi. Si tratta di un fenomeno che non parla delle condizioni di salute dell’ex ferrarista, di cui effettivamente si conosce solo l’aggettivo “stabile” ma che, partendo da quei cosiddetti casi “analoghi”, porta a conclusioni ragionate ma davvero prive di ogni fondamento. Ma ancora non basta. Quattro settimane di coma farmacologico sono davvero difficili da riempire. Ed ecco spuntare le opinioni dei professori di grosso calibro che danno modo allo sfortunato giornalista di trovare un qualsiasi appiglio, pur di battere sulla propria tastiera che cosa sarà di Michael Schumacher al momento del risveglio dal coma farmacologico.

Tutto questo è ovunque e lo continuiamo a leggere giorno dopo giorno. È l’effetto Schumi, quel virus del sapere a tutti i costi, anche di quel qualcosa che non capiamo e che, nella condizione di Michael, non dovrebbe essere nemmeno avanzato, neppure come ipotesi.

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