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Schumacher, Willi Weber attacca Corinna: “Mi proibisce di vederlo”

L’ex manager attacca la moglie del sette volte campione del mondo che gli proibisce di vedere il suo assistito. Weber non riesce a capire il motivo: “Prima dell’incidente, il mio rapporto con Michael era sensazionale, le nostre famiglie erano legatissime e la cosa per me è fonte di sofferenza”.
A cura di Vito Lamorte
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La vicenda Schumacher vede molti momenti di silenzio sulle sue condizioni fisiche, voluti dalla famiglia, e momenti in cui il sette volte campione del mondo è presente costantemente nelle rassegne internazionali. Da qualche giorno Schumacher è sotto i riflettori a causa della stampa tedesca e del suo ex manager Wili Weber. Il Bunte, magazine tedesco, aveva parlato di miglioramenti nella riabilitazione, affermando che il pilota tedesco era in grado di muoversi a piccoli passi ma subito sono arrivate le dichiarazioni della famiglia che ha bollato come "speculazioni false e irresponsabili" quanto riportato dall'organo di stampa; successivamente è stato l'ex manager del Kaiser a scagliarsi contro Corinna Schumacher. Willi Weber fa sapere che la famiglia del campione gli proibisce di vederlo e ha voluto esprimere tutto il suo rammarico e dispiacere in un lungo post su Facebok: "Corinna mi impedisce qualsiasi contatto con Michael. Ho provato decine di volte a chiederle il permesso per fargli una visita, ma ogni volta senza successo. Non posso dire niente al riguardo, non conosco le ragioni e non capisco. Non so cosa c'è dietro. Ci sono sempre scuse e giustificazioni, recentemente mi è stato detto che era per paura dei batteri. La situazione per me è terribile".

L'ex manager di Schumi afferma che la sua esclusione dalla vita privata del tedesco è un mistero: "Prima dell'incidente il mio rapporto con Michael era sensazionale, le nostre famiglie erano legatissime e la cosa per me è fonte di sofferenza".

Si torna a parlare della salute dell'ex campione tedesco di F1 a quasi due anni dal terribile incidente sugli sci che ne ha compromesso la salute e le modalità sono sempre le stesse. La situazione di Michael è difficile ma non per questo chiunque abbia avuto un contatto, minimo o costante, deve sentirsi in diritto di esprimersi sulla riabilitazione.

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