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Nicky Hayden è morto dopo un incidente in bici

Sei lutti in tre mesi, il 2017 è l’annus horribilis del motociclismo

Il pilota americano è solo l’ultimo dei motociclisti che hanno perso la vita in questi primi 6 mesi dell’anno: da Togni, vittima di un incidente in pista, a Anthony Delhalle in Francia, passando per Whalley e Cecconi. Una stagione nerissima per le due ruote.
A cura di Matteo Vana
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Nicky Hayden - Getty Images
Nicky Hayden – Getty Images
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Il 2017 è stato un anno da dimenticare per le due ruote: Nicky Hayden non ce l'ha fatta, deceduto a causa dei traumi riportati in un incidente mentre si stava allenando con la sua bici da corsa nei pressi di Misano Adriatico. Subito trasportato all'ospedale Bufalini di Cesena, le condizioni dell'americano erano parse subito gravissime: a poco è servito l'intervento dei medici, frenati da un'edema celebrale che ha impedito loro l'operazione. Dopo 5 giorni di coma, il campione del mondo della MotoGP 2006 si è spento. Quello del centauro texano è solo l'ultimo episodio che ha visto coinvolti piloti di ogni genere e categoria in appena sei mesi tragici per il motociclismo.

Una stagione nerissima per le due ruote

Il primo lutto che colpisce il mondo dei motori a due ruote è quello di Stefano Togni, 31 anni, di Cesena, che resta vittima di un incidente durante una sessione di prove libere. Nel 2016 aveva vinto il trofeo Mes Motoestate 1000 e in passato era arrivato alla soglia del CIV, la massima espressione della velocità nazionale. Non passa neanche un mese che il motociclismo si trova a piangere la seconda vittima: Anthony Delhalle, cinque volte iridato Endurance EWC, più tre volte nella sotto categoria Superstock, che sul tracciato francese di Nogaro rimane vittima di un incidente. Delhalle aveva 34 anni ed era la punta di Suzuki Sert, la squadra di riferimento della marca giapponese nel Mondiale Endurance. C'è ancora la Francia a fare da sfondo ad un'altra tragedia, appena due settimane più tardi; durante la gara Supersport perde la vita Adrien Protat, 27 anni, figlio d’arte: il padre Frederic era stato pilota tanto da gareggiare anche nel Motomondiale negli anni ’90.

Sabato primo aprile, neanche fosse uno scherzo del destino, in un carambola, Mick Whalley perde la vita durante una gara della Ducati Performance Trioptions Cup, evento per piloti amatori di contorno al British Superbike, la serie nazionale più importante del Mondo, a Donington, uno dei tracciati modello per quanto riguarda la sicurezza. Whalley resta coinvolto in una caduta di ben sei piloti traditi da una macchia d’olio sul tracciato, una dinamica sinistramente simile a quella verificatasi domenica scorsa a Le Mans durante il GP della Moto3. Si spera sia solo un brutto scherzo del Fato, ma per lui non c'è niente da fare. La morte colpisce ancora il 25 aprile, stavolta tocca all'italiano Dario Cecconi, in Irlanda, alla Tandragee 100, una famosa competizione che si svolge da oltre 50 anni su stradine di campagna. Quella di Hayden è l'unica morte avvenuta fuori dai circuiti; un destino beffardo lo ha accomunato agli altri colleghi deceduti da inizio anno ad ora. Una lunga striscia di dolore che si spera sia conclusa.

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