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Sicurezza stradale, in 15 anni vittime dimezzate ma sono ancora troppi i feriti

Nel 2001 erano stati 7.096 i decessi registrati mentre oggi il numero delle vittime della strada è sceso a 3.283 vittime. In aumento però sia gli incidenti che i feriti: tra le principali cause ci sono velocità elevate, distrazione e mancato rispetto della segnaletica.
A cura di Matteo Vana
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Quella relativa alla sicurezza stradale è certamente una delle questioni più importanti in fatto di automobili: da anni in Italia è stato intrapreso un percorso che punta a ridurre drasticamente il numero dei decessi sulle strade e la "Giornata mondiale vittime della strada", istituita nel 2005 e fatta coincidere con il 19 novembre, la terza domenica del mese nel 2017, è servita per tracciare un bilancio sulla situazione.

Calano le vittime, aumentano i feriti

Nell'ultimo anno preso in esame, ossia il 2016, si sono verificati nel nostro Paese 175.791 incidenti stradali che hanno fatto riscontrare lesioni a persone, con 3.283 vittime e 249.175 feriti, oltre la metà in meno rispetto ai 7.096 decessi registrati nel 2001. Nel 2010 le vittime erano state 4.114  e hanno continuato a scendere fino al 2014, nel corso del quale se ne sono registrate 3.381. Ad invertire la tendenza positiva in termini di incidentalità mortale è stato il 2015 con 3.428 decessi, ma nel 2016 poi si è tornati a scendere anche se, per la prima volta dal 2001, è aumentata sia la percentuale di incidenti che quella dei feriti registrando un aumento dello 0,7% per i primi e 0,9% per i secondi.

L'obiettivo della mortalità zero è ancora lontano così come quelli prefissati dall'Unione Europea che, nei prossimi anni, si attende una riduzione ancora più importante rispetto a quella fatta registrare fino ad ora. Le principali cause di incidenti sono da ricercarsi principalmente nella guida distratta, nel mancato rispetto della precedenza e nella velocità troppo elevata; tre fattori che da soli concorrono nella misura del 41,5% dei casi. Comportamenti da evitare e verso i quali le autorità nazionali dei Paesi europei hanno già dimostrato di voler attuare il pugno di ferro: la mortalità zero è un obiettivo difficile da raggiungere, ma non impossibile.

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