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Tra mito e passione, la Ferrari festeggia i suoi primi 70 anni

Era il 12 marzo 1947 quando la 125 S, la prima vettura del Cavallino, usciva dai cancelli di Maranello. Da quel giorno tanti sono stati i successi della scuderia italiana che oggi festeggia i primi 70 anni di una storia gloriosa.
A cura di Matteo Vana
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Era il 12 marzo del 1947 quando, dal cancello di una piccola fabbrica della provincia modenese, una vettura uscì: pochi avrebbero pensato che, quell'esemplare, sarebbe stato il primo di una lunga serie che contribuirono, negli anni, a creare la più grande casa di auto del mondo, la Ferrari. Il Cavallino, quest'oggi, festeggia i suoi primi 70 anni: una storia che si intreccia tra mito e passioni, scritta da uomini d'altri tempi. Un percorso, quello della Rossa più famosa del mondo, scritto grazie ai successi nel mondo delle corse – palcoscenico preferito dalle vetture made in Maranello – e quelli stradali. Tanti i modelli che sono diventati simboli, impossibile racchiuderli in poche righe.

Enzo Ferrari - Getty Images
Enzo Ferrari – Getty Images

Il primo modello, la 125 S

Era il 12 marzo 1947, un mercoledì come tanti in un'Italia ferita dalla guerra che cercava faticosamente di rialzarsi. Enzo Ferrari era appena salito sulla 125 S, la prima auto prodotta dalla sua fabbrica. Indossava camicia e cravatta, perché in cuor suo sapeva che le grandi occasioni meritano un abbigliamento speciale: non è sicuro del risultato, ma a muoverlo è un sogno e, quando questo succede, difficilmente il Fato si mette di traverso. Sognava in grande Ferrari, con la sua auto dove capeggiava lo stemma del Cavallino Rampante, donatogli dalla madre dell'aviatore Francesco Baracca. Il debutto di quella vettura non fu dei più fortunati: in una gara di secondo piano, a Piacenza, Nino Farina si rifutò di correre, Cortese, invece, che accettò la sfida, venne tradito dalla pompa della benzina. Poco male, la fortuna aiuta gli audaci tanto che, dopo appena due settimane, ecco la vittoria al Gran Premio di Roma: era iniziata l'epopea Ferrari.

I primi successi in Formula 1

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, la Scuderia Ferrari decise di partecipare al nuovo campionato del mondo di Formula 1. Il debutto risale al 1950 al GP di Monaco, la seconda prova stagionale mentre la prima pole position e la prima vittoria arrivarono invece l'anno seguente al GP di Gran Bretagna grazie a José Froilán González. Ma è per merito di un italiano che arrivano i primi successi importanti e quell'italiano è Alberto Ascari: fu proprio il pilota milanese, infatti, a portare a Maranello il primo titolo mondiale, nel 1952, bissato l'anno dopo. Una storia quella della Ferrari che affonda le sue radici nel motorsport, tanti i campioni passati per la scuderia: anno dopo anno il mito della Rossa cresceva sempre di più, tutti i migliori piloti sognavano di poter stringere tra le mani il volante con il mitico Cavallino disegnato sopra.

Enzo Ferrari e Alberto Ascari - Getty Images
Enzo Ferrari e Alberto Ascari – Getty Images

Niki Lauda e il grande buio

Da Mike Hawthorn, il pilota con il farfallino, a John Surtees, l'eroe dei due mondi – così chiamato per aver vinto sia con le due che con le quattro ruote – passando per Phil Hill; sono loro a fare grande la Rossa negli anni'50 e '60. Una storia, quella della Ferrari, fatta di grandi cadute e rinascite. Il primo periodo nero fu interrotto dall'arrivo di Niki Lauda: l'austriaco fu capace di riportare il titolo a Maranello dopo 10 anni di digiuno e solo l'incidente del Nurburgring gli impedì di conquistare tre titoli in 3 anni con la Rossa. Un rapporto, il suo con il Drake, schietto e sincero, spesso burrascoso per via dei caratteri forti di entrambi. Dopo l'addio dell'austriaco ecco Jody Schekter, l'orso sudafricano, a riportare il titolo nel 1979 prima del grande vuoto degli anni '80 e metà'90. Un periodo triste per la Ferrari che vide anche la morte del suo fondatore, il mitico Enzo nel 1988.

I grandi trionfi dell'era Schumacher

Chi più di ogni altro ha legato il suo nome alla Ferrari, però, è Michael Schumacher. Era il 1996 quando il tedesco varcò i cancelli di Maranello: i primi anni furono avari di soddisfazioni, poi, come d'incanto, la Rossa divenne imbattibile. Cinque titoli mondiali consecutivi – dal 2000 al 2004 -, 72 vittorie in 76 Gran Premi, un dominio imbarazzante che contribuì ad alimentare ancora di più il mito della macchina Rossa. Un binomio incredibile, il pilota più vincente della storia della Formula 1 sull'unica scuderia presente in tutte le edizioni del mondiale, una storia di quelle da raccontare ai nipotini. Il resto è storia recente, con Kimi Raikkonen ultimo a portare un titolo piloti a Maranello. Quest'anno la SF70H, chiamata così proprio per ricordare la ricorrenza che la scuderia italiana si appresta a festeggiare, sembra partita con il piede giusto, i primi test dimostrano come la nuova monoposto, dopo una stagione da dimenticare, abbia finalmente imboccato la strada giusta. Il titolo mondiale manca ormai da troppi anni, a Maranello lo sanno: non ci sarebbe regalo migliore per festeggiare un compleanno importante, lo stesso che avrebbe voluto anche Enzo Ferrari.

Michael Schumacher e Jean Todt - Getty Images
Michael Schumacher e Jean Todt – Getty Images
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