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Uomo e pilota, Allievi ricorda Senna: “Schumacher, Ferrari e talento smisurato: ecco il mio Ayrton”

Pino Allievi, figura storica tra i giornalisti della F1, racconta il brasiliano in esclusiva ai microfoni di Fanpage.it: “Era una persona molto intelligente, diversa da tutti gli altri; la sua è stata una lezione straordinaria. La Ferrari? Era il suo sogno, da giovane era sempre nei box della Rossa, ma Enzo non lo voleva. Dalla McLaren passò alla Williams,ma lui sognava una Ferrari vincente e non da terzo posto; in quel momento fece bene”.
A cura di Matteo Vana
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"Talentuoso, diverso e fantasioso". Tre aggettivi che descrivono al meglio Ayrton Senna, il campione che con le sue gesta, in pista e non, ha avuto il potere di rivoluzionare la Formula 1: un destino beffardo lo ha strappato alla vita 25 anni fa, in un 1° maggio '94 maledetto, ma il suo ricordo è ancora vivo in ogni appassionato. Un quarto di secolo senza il brasiliano, un vuoto che il mondo dell'automobilismo non è riuscito – e forse non ha voluto – colmare; dopo Senna, infatti, nessuno ha più mostrato quelle caratteristiche che hanno fatto entrare nel cuore di mezzo mondo l'asso verdeoro.

Ayrton Senna, The Magic
Ayrton Senna, The Magic

L'uomo oltre il pilota di Formula 1

Un mito immortale, capace di attraversare generazioni di appassionati mantenendo inalterato il proprio fascino: "Era una persona molto intelligente, cosa che non appartiene a tutti i piloti e neanche a tutti i campioni, e la usava unita al talento. Sapeva come avvicinare la gente, era vicino agli ultimi; lui veniva da una famiglia ricchissima ma è sempre stato, essendo cresciuto in Brasile dove accanto ai miliardari ci sono le favelas, in grado di capire come gli abitanti delle favelas non fossero così diversi dai privilegiati. Dava molta importanza all'essere umano e per questo era diverso da tutti gli altri. Il suo punto di forza è stato proprio quello di avvicinarsi alla gente, e poi come pilota è stato il più forte della sua epoca. Lui parlava a tutti, non come succede oggi, e diceva cose intelligenti. Dopo 25 anni è più popolare lui che non i campioni di oggi e questo dovrebbe insegnare molto ai piloti e alle case. La sua è una lezione straordinaria" racconta Pino Allievi, decano dei giornalisti di Formula 1 in esclusiva ai microfoni di Fanpage.it.

La mostra dedicata alla vita di Ayrton Senna - LaPresse
La mostra dedicata alla vita di Ayrton Senna – LaPresse

Il rapporto complicato con Michael Schumacher

Un pilota straordinario, Ayrton Senna, capace di vincere per tre volte il titolo di campione del mondo ma anche un antagonista nato; storica la sua rivalità con Alain Prost, suo compagno di squadra in McLaren, così come celebri furono gli screzi che ebbe con Michael Schumacher; l'immagine del brasiliano che catechizza il giovane tedesco rimane una delle istantanee più importanti di una Formula 1 che appartiene ormai a un'altra epoca. Proprio il confronto, purtroppo appena accennato, con quello che poi sarebbe diventato il pilota più vincente di sempre è uno dei temi che appassionano di più i tifosi della Formula 1: "I due non avevano buoni rapporti. Con Prost Senna alla fine è riuscito a parlare mentre nel loro caso uno non poteva vedere l'altro. Senna odiava chi sapeva che, per un fatto generazionale, gli avrebbe strappato la leadership e Schumacher odiava chi in quel momento la deteneva perché voleva a tutti i costi prendergli la corona; questo accade in ogni sport e in questo caso la Formula 1 non è diversa. Si son fatti dispetti piuttosto aspri in gara, l'ho vissuta da vicino e il tempo e le assenze, in questo caso, cambiano la storia" ricorda Allievi.

Un sogno chiamato Ferrari

Lotus, McLaren e Williams; sono state queste le scuderie per le quali ha corso il brasiliano. All'appello, però, manca la Ferrari che nei sogni di ogni pilota rappresenta il massimo: Ayrton Senna non fa eccezione tanto che da giovane era un ospite fisso del box di Maranello come racconta Pino Allievi: "Mi viene in mente quando correva in Formula Ford e andava sempre nel box Ferrari a seguire i Gran Premi. Lui si chiamava ancora Da Silva, lo conobbi lì ed era un ragazzino che sognava di correre con la Rossa, ma non l'hai mai guidata. Perché? Enzo Ferrari non lo ha mai voluto, non gli piaceva. In realtà lui avrebbe potuto guidarla, ma un campione come lui cercava la macchina migliore, cosa che la Ferrari in quel momento non era" ammette. La Rossa, in quel momento, non era infatti la macchina vincente che avrebbe dominato la scena in Formula 1 da lì a qualche anno e Senna, che ne era consapevole, preferì fare altre scelte: "Dalla McLaren passò alla Williams, ma poteva fare ciò che voleva. Lui sognava una Ferrari vincente e non da terzo posto; in quel momento fece bene".

Ayrton Senna - Getty Images
Ayrton Senna – Getty Images

Il paragone con gli eroi moderni

Paragonare campioni ed epoche diverse non è mai facile, spesso anche poco veritiero: Senna non ha lasciato eredi sportivi, pochissimi quelli che sono stati in grado di avvicinare i suoi record e i suoi numeri in pista, ma tra questi senza dubbio quello che ricorda maggiormente il brasiliano è Lewis Hamilton: "Sono molto simili nel modo di guidare, in quel modo particolare di gestire il sottosterzo. Nella distanza del GP Hamilton ha imparato a gestire; Senna voleva solo star davanti mentre l'inglese ha capito che i mondiali si vincono anche arrivando a podio" sottolinea Allievi che conferma come sia proprio il campione del mondo in carica il più simile, almeno nello stile guida, all'asso verdeoro. Praticamente impossibile, invece, rivedere una rivalità come quella tra Prost e Senna; "Loro si sono dati battaglia nella stessa squadra, oggi potrei dire Vettel e Leclerc ma il monegasco ancora non ha fatto nulla mentre Prost era già campione del mondo. Era diverso, ma un vago parallelismo si può fare con loro due" ammette.

Lewis Hamilton in posa sotto il murale dedicato a Senna - Foto Instagram
Lewis Hamilton in posa sotto il murale dedicato a Senna – Foto Instagram
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