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Vettel: “La prima stagione in Ferrari è stata da sogno”

Il pilota tedesco della Ferrari ha parlato del suo primo anno con la Rossa, dei rivali per il titolo e della situazione attuale del circus.
A cura di Vito Lamorte
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Sebastian Vettel non vede l'ora di ricominciare. Il pilota tedesco sembra pronto per la sua seconda stagione con la Ferrari e, dopo aver sorpreso tutti lo scorso anno con tre vittorie, vorrebbe fare un regalo ai tifosi della Ferrari dopo nove anni dall'ultimo titolo mondiale. Sulla sua prima annata in rosso il quattro volte ha affermato: "La prima stagione in Ferrari? È stata da sogno, la prima vittoria una cosa indescrivibile". Importante è stato l'impatto con l'ambiente Ferrari che Seb ha apprezzato fin da subito: "La dedizione, la passione, l'entusiasmo di ogni singolo dipendente, ma anche di tutti i fan della Ferrari che è semplicemente un mito". Il tedesco non aveva mai chiuso la porta ad una avventura in Ferrari e dopo 4 anni in Red Bull l'anno scorso è approdato a Maranello: "Per me è sempre stato qualcosa di speciale. Da piccolo sognavo di essere seduto un giorno in una Ferrari". 

Sui rivali per il titolo 2016 Vettel ha dichiarato: "Non è un segreto che non eravamo al livello che volevamo e che ci sono cose da migliorare. Ma ci stiamo lavorando e il 2015 ha dimostrato che siamo sulla strada giusta. Abbiamo un grande obiettivo comune che vogliamo raggiungere. Fare previsioni è difficile ma faremo tutto il possibile. Chi preferirei battere tra Hamilton, Rosberg e Raikkonen? Penso Kimi, vorrebbe dire che abbiamo una grande macchina".

Infine Sebastian parla dell'appeal della Formula 1 e della perdita di spettatori che cresce a causa delle noia che attanaglia le gare. Per il driver della Ferrari, il circus dovrebbe rendere più interessanti le gare, semplificando i propri regolamenti: "Credo che in primo luogo questo sport debba esaltare la velocità. La monoposto ha un ruolo nevralgico oggi, come accadeva nel passato. Ma non dobbiamo perderci in regolamenti troppo complicati. Gli spettatori devono essere in grado di identificare non solo la macchina ma anche la tecnologia. Attualmente tutto questo è complicato. Manca il vero rombo a questi motori". 

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