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Volevano trafugare la tomba di Enzo Ferrari per chiedere il riscatto, coinvolte 45 persone

La banda aveva pianificato tutto nei dettagli con l’irruzione nella cappella nel cimitero di San Cataldo a Modena, il blitz con due auto e un furgone e la fuga sull’Appennino in attesa del riscatto: fortunatamente le forze dell’ordine hanno fermato i malviventi prima di entrare in azione.
A cura di Matteo Vana
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Enzo Ferrari / Ferrari.com
Enzo Ferrari / Ferrari.com

Sequestro sventato dai Carabinieri che hanno arrestato una banda: l'obiettivo dei malviventi era quello di rapire la salma di Enzo Ferrari per poi chiedere un riscatto milionario. Fortunatamente il colpo non è riuscito perché le forze dell'ordine erano già sulla tracce dei malviventi che avevano la base a Orgosolo e ramificazioni in tutto il Nord Italia.

La banda aveva già effettuato un sopralluogo al cimitero

Il piano della banda era pianificato nei minimi dettagli tanto che un pregiudicato di Orgosolo, residente a Parma, aveva già compiuto un sopralluogo nella parte storica del cimitero di San Cataldo a Modena dove è sepolto Enzo Ferrari accanto al figlio Dino e, insieme a dei complici, avrebbe dovuto mettere in atto un blitz notturno con due auto e un furgone. Stando al piano studiato dai malviventi, ci sarebbe stata l'irruzione nella cappella, lo smantellamento della tomba e poi la fuga in un rifugio sull’Appennino in attesa del riscatto da chiedere al figlio Piero e all'azienda Ferrari stessa.A fermare tutto ci hanno pensato i Carabinieri: sono 45 le persone coinvolte tra fra quelle arrestate, ai domiciliari, con obbligo di dimora e denunciate.

Dall'attivita' investigativa sono emersi, sostanzialmente, due distinti (seppure tra loro collegati) filoni d'indagine: da un lato quello riguardante le attivita' illecite di Graziano Mesina (condannato a 30 anni nel dicembre scorso per essere a capo di una banda di trafficanti di droga), dall'altro i traffici sempre di stupefacenti di esponenti campidanesi e barbaricini, come spiegato in una conferenza stampa nel Comando carabinieri di Nuoro durante la quale sono stati forniti i dettagli dell'operazione. Sequestrati, inoltre, in vari anni, rilevanti quantità di cocaina e marijuana, ma anche armi (fucili, mitragliatori, pistole) che arrivavano tramite le conoscenze di un armaiolo che aveva contatti con una struttura dell'Esercito. I soldi ricavati dal sequestro sarebbero serviti, secondo i progetti della banda, per finanziare le principali attività dell’organizzazione. Lo sventato sequestro arriva in uno dei momenti storici più importanti per la casa di Maranello: proprio quest'anno, infatti, l'azienda fondata da Enzo Ferrari compie 70 anni. Un evento da ricordare per l'azienda modenese tanto che anche la scuderia, impegnata nel mondiale di Formula 1 e vincente alla prima gara in Australia, ha voluto ricordare la data intitolando la monoposto SF70H dove il numero sta proprio ad indicare la ricorrenza che il Cavallino si appresta a celebrare con molti eventi che vedranno protagoniste le vetture in rosso in questo lungo 2017

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