Caso Volkswagen, dai test manipolati alle bugie ecologiche
Si tratta della notizia del momento nel settore motoristico: la Volkswagen, azienda tedesca produttrice di automobili, è accusata dall’agenzia federale americana per la protezione dell’ambiente (Epa) di aver truccato i test per le emissioni di sostanze inquinanti di alcuni dei suoi veicoli a diesel venduti tra il 2009 e il 2015. Queste accuse sono state confermate anche dal CEO della Volkswagen, Martin Winterkorn, che ha ammesso le colpe della sua azienda e si è scusato con i clienti e con il pubblico. La casa tedesca ha subito ritirato tutte le vetture coinvolte e ha bloccato le vendite sul mercato americano ma tutto ciò non è bastato per arrestare l'ascesa del titolo in Borsa che ha perso in poche ore più del 20% del proprio valore a Francoforte.
Test truccati?
Lo scandalo emissioni è stato il punto d'arrivo di una ricerca di International council on clean transportation (Icct) di circa due anni fa. Oltre a questa indagine c'è anche un report intitolato Mind the Gap! Why official car fuel economy figures don’t match up to reality , prodotto nel 2013 da Transport&Environment (T&E), organizzazione europea dedicata alla sostenibilità ambientale dei trasporti, che aveva già messo a nudo la possibilità che i test da parte dei produttori fossero manipolati. Secondo il report "i test si svolgono in due parti, un road test e un test in laboratorio. E entrambi i risultati possono essere manipolati". Per quanto riguarda i test su strada, i produttori avrebbero agito per anni attraverso accorgimenti come la regolazione dei freni, la pressione delle gomme e la copertura di ogni fessura della carrozzeria per ottimizzare la resistenza aerodinamica all’aria, mentre per i test di laboratorio i risultati venivano migliorati sostanzialmente "permettendo alle batterie di scaricarsi durante il test, abbassando al minimo il peso delle vetture, usando speciali lubrificanti e eseguendo i test a temperature irrealisticamente alte". Il report di T&E afferma che grazie a queste manovre le case di produzione sarebbero riuscite ad abbassare i livelli di emissioni addirittura del 23%.
La vicenda che per ora vede protagonista la Volkswagen potrebbe estendere il suo raggio dato che negli Stati Uniti è stato annunciato l'allargarmento dei controtest a vetture di altre marche. Siamo solo all’inizio? Non ci resta che aspettare.
Le bugie sui consumi
La falsificazione delle verifiche sulle automobili è una storia vecchia. Molto vecchia. Colin Chapman, mitico boss della Lotus degli anni '70 venne scoperto e sanzionato dalla FIA più volte ma nessuno pensava che la Volkswagen avesse trovato un modo per poter farlo sulle sue vetture. L'azienda tedesca ha lavorato tanto per trovarsi in una posizione di prestigio e ora vede il suo titolo crollare in Borsa sotto i colpi dell'Epa e dell'opinione pubblica. Purtroppo, però, qualcosa che non quadra nel discorso "ecologico" dell'industria automobilistica c'è, ed è evidente.
Prendendo i dati di due Ford Fiesta con la stessa cilindrata, una eco 2 e l'altra eco 5, i risultati sono praticamente identici. Il fatto che qualcosa non funzioni a livello legislativo è ancora più evidente facendo il raffronto di due vetture anni '80: una Citroen 2Cv, 650 cm3, 4 litri di carburante per 100 Km e un Jaguar XJ 12 5.3, 5300 cm3, 25 litri di carburante per 100 Km. Le emissioni provenienti dalla combustione di 25 litri di carburante non potranno mai essere in parità di quelle derivate dalla combustione di soli 4 litri. Praticamente il problema vero è di tipo normativo perchè introduce il criterio di proporzionalità invece della misura concreta. In questo modo non sono più misurate le emissioni reali ma quelle supposte.