Volkswagen, il guru legale prova la via extragiudiziale per i risarcimenti dieselgate
Volkswagen ha ingaggiato uno dei maggiori esperti internazionali in grandi risarcimenti, l’avvocato Ken Feinberg, per dirimere la matassa di cause mosse dai clienti che negli Usa sono stati coinvolti con le proprie vetture nello scandalo dieselgate: il legale statunitense, balzato agli onori della cronaca per esserci occupato, tra l’altro, dei risarcimenti delle vittime degli attentati dell’11 settembre, del disastro ambientale nel Golfo del Messico della piattaforma Deepwater Horizon della petrolifera British Petroleum, ma anche delle causa per i deportati dell’Olocausto e dei risarcimenti che General Motors ha recentemente pagato ai familiari delle vittime causate dal blocchetto di accensione difettoso, cercherà di evitare che le cause presentate dai proprietari delle auto coinvolte nello scandalo Volkswagen per le emissioni diesel “truccate” finiscano in tribunale. Negli Usa, dove sono poco meno di 500mila i veicoli coinvolti nel dieselgate tra i diversi marchi del gruppo Vw, dal 18 settembre, giorno in cui è emerso lo scandalo, ad oggi, sono circa 500 le richieste di risarcimento presentate contro il colosso di Wolfsburg. Feinberg, soprannominato anche “Pay Czar” (Re del pagamento dei danni) vede però buone possibilità di raggiungere un accordo con i clienti al di fuori dei normali, lunghi procedimenti giudiziari che il gruppo sarà chiamato ad affrontare negli Usa. In un’intervista al quotidiano tedesco Handelsblatt, Feinberg ha infatti affermato che i danni causati dalle emissioni truccate potrebbero essere ridotti al minimo.
Se il mio piano funzionerà come programmato, il processo sarà molto più rapido, efficace e contenuto a livello di costi ed eliminerà le incertezze – ha detto Feinberg.
Indennizzo solo in Usa e Canada
Negli Usa, da dove è partito lo scandalo emissioni Nox truccate, Volkswagen ha già programmato il richiamo dei 482mila veicoli per la correzione del software della centralina, oltre a concedere ai clienti di Stati Uniti e Canada un indennizzo di 1000 dollari, il cosiddetto “Goodwill Package” che prevede una carta Visa prepagata del valore di 500 dollari, una seconda carta prepagata, sempre del valore di 500 dollari, da spendere presso i concessionari e officine del gruppo Vw, e tre anni di assistenza statale gratuita. Una misura che non è invece prevista per i proprietari degli 8,5 milioni di veicoli tra i marchi Vw, Audi, Skoda, Seat e veicoli commerciali Vw venduti in Europa. “Vw crede che i clienti europei siano meno disturbati dallo scandalo” aveva spiegato il gruppo in considerazione che negli Usa le auto erano state pubblicizzate come clean diesel e quindi scelte perché appartenenti a una tecnologia di nicchia, a differenza dei modelli destinati al mercato europeo, dove la metà dei veicoli venduti è invece proprio un diesel. Una decisione che lascia l'amaro in bocca a clienti europei, comunque ingannati contrattualmente dal gruppo per aver acquistato un'auto con caratteristiche diverse da quelle promesse ma che, a quanto pare, hanno un peso differente rispetto a quelli che oltreoceano sono stati toccati anche dal danno morale di aver contribuito all'inquinamento atmosferico.