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Volkswagen, istruttoria Antitrust per pratica commerciale scorretta

L’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha avviato un procedimento nei confronti di Volkswagen in relazione alla commercializzazione di auto e veicoli con emissioni inquinanti. Anche Parigi indaga e apre un’inchiesta per frode aggravata.
A cura di Valeria Aiello
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L’Antitrust ha avviato un procedimento istruttorio, anche a seguito delle diverse segnalazioni da parte delle associazioni dei consumatori, nei confronti del gruppo Volkswagen e della sua filiale Italiana. L’ipotesi istruttoria riguarda la configurabilità di pratica commerciale scorretta in relazione “alla nota vicenda relativa alla commercializzazione di autoveicoli e mezzi commerciali con caratteristiche qualitative e classe di emissione inquinante che sarebbero, nella realtà, inferiori ai valori dichiarati” sottolinea la stessa Autorità in un comunicato. Secondo l’Autority, i consumatori potrebbero essere stati indotti in errore nelle loro scelte d’acquisto dalle diverse campagne pubblicitarie del gruppo di Wolfsburg in questi anni. La pratica riguarderebbe la condotta scorretta relativa ai veicoli del gruppo Volkswagen commercializzati in Italia dal 2009 al 2015 dai marchi Volkswagen, Audi, Seat e Skoda ed equipaggiati con motore diesel tipo EA 189 cilindrate 1.2, 1.6 e 2.0.

Anche Parigi indaga. Cattive notizie anche dalla Francia dove la Procura di Parigi ha aperto un’indagine preliminare nei confronti di Volkswagen. Lo scandalo emissioni diesel truccate che in Francia coinvolge 948.064 auto e veicoli commerciali del gruppo tedesco. L’ipotesi riguarda “frode aggravata” sulle emissioni di inquinanti relativa ai diesel coinvolti dallo scandalo. Sul fronte Usa, l’inchiesta emissioni dell’Epa si allarga ad altri cinque marchi, coinvolgendo 28 modelli tra Bmw, Chrysler, General Motors, Land Rover e Mercedes, per verificare eventuali manipolazioni del software rispetto alle emissioni reali di inquinanti. L’agenzia statunitense per la protezione ambientale aveva annunciato che l’indagine sui cosidetti “defeat device” in grado di ridurre l’efficacia dei sistemi di controllo delle emissioni rispetto alle condizioni di attese in esercizio, si sarebbe ampliata a più ampio raggio, coinvolgendo anche modelli come il Gran Cherokee della Chrysler, l’X3 di Bmw, il Range Rover TDV6 e la Mercedes E250 Blue Tec.

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