Alonso dice basta con la Formula 1, ma il suo è un addio che sa di arrivederci
Buon viaggio, che sia un'andata o un ritorno, che sia una vita o solo un giorno, che sia per sempre o un secondo. Fernando Alonso ha salutato la Formula 1 con la gara di Abu Dhabi, ultima della stagione 2018 e capolinea dell'avventura dello spagnolo dopo 17 anni sempre al top. Una scelta, quella del due volte campione del mondo, annunciata già da tempo. Adesso, per lui, l'incanto sarà godersi la strada, comunque vada: che sia la 500 Miglia di Indianapolis, alla quale parteciperà per cercare di portare a casa la Tripla Corona, il suo grande obiettivo, o il mondiale WEC da conquistare con la Toyota, l'ex pilota della Ferrari ha davanti nuove sfide.
Perché quello di Alonso potrebbe essere un arrivederci
L'addio alla Formula 1 di Alonso, però, ha tanto il sapore di un arrivederci: "Magari un giorno tornerò come capo della F1, padre o in un qualsiasi altro ruolo" si è lasciato sfuggire lo spagnolo. Il due volte campione del mondo ha avuto il coraggio di lasciare tutto indietro e andare, la sua scelta è quella di partire per ricominciare e non è così scontato che non sia proprio la Formula 1 il posto giusto, dopo un periodo di pausa, per dimostrare al mondo di essere ancora veloce. A pesare sulla scelta, senza dubbio, c'è il periodo complicato passato con la McLaren prima motorizzata Honda e poi Renault che l'ha portato a lottare, nella migliore delle ipotesi, per un posto a centro gruppo. Certo che se dovesse capitare l'occasione di tornare a guidare per un top team in grado di lottare per le posizioni di vertice, difficilmente Alonso, che ha dimostrato di essere ancora al top della forma, se la farebbe scappare; il suo addio, proprio per questo, potrebbe essere solo un arrivederci. Sono in molti ad essere convinti di questo, soprattutto chi lo conosce bene come Flavio Briatore, suo storico manager, per il quale quello di Nando sarà solo un anno sabbatico; per ora, per lo spagnolo, non è importante dove, conta solamente andare e il suo viaggio, che lo porterà al di là dell'Oceano, non è detto che sia di sola andata.
Da Lauda a Schumacher, i ritorni più famosi
Non sarebbe il primo caso e forse nemmeno l'ultimo. Tanti piloti prima di lui, infatti, si sono ritirati per poi tornare dimostrando di essere ancora al top: da Niki Lauda, fermatosi nel 1979 e poi tornato nel 1982 vincendo anche un mondiale con la McLaren, a Nigel Mansell, per arrivare a Michael Schumacher – che lasciò la Ferrari proprio dopo aver duellato con Alonso per abbracciare la Mercedes qualche anno dopo – e Kimi Raikkonen che si dedicò ai rally prima di subire il richiamo della pista guidando prima per la Lotus e poi riassaporando il gusto di portare in pista la vettura del Cavallino. Alonso ha capito, però, che per poter nuotare le onde devono essere buone e in questo momento il mare della Formula 1 non sembra l'habitat migliore per lui, costretto ad accontentarsi di una McLaren in crisi come non mai nella sua storia e con i sedili di Ferrari, Mercedes e Red Bull bloccati almeno fino al 2020 quando i contratti dei top driver andranno in scadenza. Per questo l'addio dello spagnolo sembra essere più un arrivederci che un saluto definitivo. Alonso, per ora, vuole godersi la strada che lo potrebbe portare ad essere il secondo pilota nella storia a conquistare la Tripla Corona dopo Graham Hill, poi comincerà a programmare il futuro: che sia un viaggio di andata o anche di ritorno non lo sa neppure lui, ma sembra proprio che Alonso, davanti a se, ne abbia ancora di strada da fare.