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Alzare il limite di velocità a 150 km/h in autostrada? Pericoloso e inutile

L’associazione sostenitori della Polstrada contro l’innalzamento del limite di velocità in autostrada: “Di fatto sarebbe pure già previsto dal Cds, ma nessun ente proprietario o concessionario lo ha mai elevato perché mancano le condizioni di sicurezza”.
A cura di Valeria Aiello
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Una proposta, quella formulata dalla Lega a firma del presidente della commissione Trasporti della Camera, Alessandro Morelli, di elevare il limite di velocità a 150 km/h in autostrada che continua a far discutere. L’idea è quella di innalzare l’attuale limite di 130 km/h “sulle tratte autostradali di massima sicurezza, e cioè quelle coperte da tutor, con tre corsie per ciascun senso di marcia e asfalto drenante”. I vantaggi sarebbero quelli di avere “traffico più scorrevole, tempi di percorrenza più rapidi per tutti e la libertà di muoversi, fatta salva la sicurezza, in maniera meno legata”.

150 km/h già previsti dall'attuale Cds

Un’ipotesi contro cui si è schierato pure il Codacons e sulla quale nelle ultime ore è intervenuta anche l’Asaps, l’associazione sostenitori della Polstrada che, nell’illustrare i motivi del suo ‘no’, ricorda che la possibilità di innalzare il limite a 150 km/h in autostrada è già prevista dal Codice della Strada, all’art. 142 comma 1 – Sulle autostrade a tre corsie più corsia di emergenza per ogni senso di marcia, dotate di apparecchiature debitamente omologate per il calcolo della velocità media di percorrenza su tratti determinati, gli enti proprietari o concessionari possono elevare il limite massimo di velocità fino a 150 km/h – . Tuttavia, sottolinea l’Asaps, nessuna concessionaria lo ha mai elevato, non ravvisando le condizioni di sicurezza indicate dal Codice.

Asaps: "Pericoloso e inutile"

Elevare a 150 km/h il limite di velocità in autostrada “non porterà concretamente nessun vantaggio ma comporterà solo svantaggi: più consumi, più inquinamento, più rischi di incidenti e inutili e spesso inesistenti guadagni di tempo” è il commento di Giordano Biserni, presidente dell'Asaps. “Di fatto con questa riedizione del vecchio progetto Lunardi (2001) non si guadagnerà assolutamente tempo perché è dimostrato che a una elevazione del limite anche di soli 10 chilometri (di più per 20 chilometri) aumenterebbero parallelamente i sinistri, magari anche di lieve entità, ma che causerebbero più frequenti code e rallentamenti. E i 20 chilometri orari in più nel tratto Milano-Rimini farebbero guadagnare poco più di 15 minuti”. Tenuto poi conto del 5% di tolleranza sul misurato, calcola Biserni, “con questa modifica si verificherà la situazione assurda che chi corre fino a 200 chilometri orari di media se la caverà con appena 169 euro di sanzione e solo tre punticini di prelievo, come per un sorpasso irregolare di lieve entità, come accendere gli abbaglianti quando non è consentito”.

Se le macchine sono oggi molto più sicure – si chiede il presidente dell’Asaps – come mai nessun Paese ha pensato o pensa di elevare i militi di velocità? Anzi in alcuni Paesi (vedi Francia e Spagna) si stanno abbassando di 10 chilometri i limiti delle statali. Abbiamo forse in Italia un parco veicoli migliore degli altri Stati? No, è mediamente più datato, con una media di 11 anni di vita”. E se il Tutor “in larga parte è stato determinante per ottenere risultati molto positivi e addirittura clamorosi”, è però stato progettato “per limitare le velocità, secondo i limiti massimi previsti, non per permettere poi di elevarli”.

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