Binotto: “Mercedes squadra da battere, ma in Ferrari vogliamo aprire un ciclo”
La sfida con Mercedes è già iniziata e la Ferrari, in un 2019 che si annuncia spettacolare, non ha nessuna intenzione di farsi trovare impreparata. La rivoluzione d'inverno, che ha portato Charles Leclerc al volante della Rossa al posto di Kimi Raikkonen e soprattutto la promozione di Mattia Binotto a team principal prendendo così il posto di Maurizio Arrivabene, hanno ridisegnato l'assetto del Cavallino, pronto ora a dare la caccia a quel titolo che manca dal 2009.
In Ferrari per aprire un ciclo
Vincere è l'obbiettivo dichiarato, la Ferrari non può accontentarsi del secondo posto; a ribadirlo ancora una volta è il nuovo team principal, Mattia Binotto, che in una intervista al Corriere della Sera, ha specificato come Mercedes sia ancora la squadra da battere ma che la Rossa è pronta a dare del filo da torcere ai rivali grazie alla SF90.
Credo che la squadra da battere sia ancora la Mercedes. Noi siamo un gruppo giovane, conosciamo i nostri obiettivi ma dovremo dimostrare di essere uniti nelle difficoltà mentre il loro è un gruppo consolidato, che sa come costruire una macchina veloce, ha disponibilità economiche, competenze. E se dovesse incontrare difficoltà iniziali le supererà – sono state le sue parole – La SF90 ha una stabilità aerodinamica importante, è prevedibile e costante a medie e alte velocità, con il vento laterale, in curva e nei rettilinei. È un elemento che abbiamo ricercato perché era una delle difficoltà della vettura della scorsa stagione. Il nostro obiettivo è spostare la palla dall'altra parte del campo: non siamo qui per vincere una stagione, siamo qua per aprire un ciclo.
Il rapporto con Arrivabene e quello con Mick Schumacher
Un ruolo, quello di Mattia Binotto, ereditato da Maurizio Arrivabene con il quale la passata stagione c'era stata qualche tensione, ma, come ammesso dallo stesso team principal della Rossa, nessun litigio: "L'anno scorso ritenevo di non essere più nelle condizioni di esercitare bene il mio mestiere, e l'ho reso noto. Io ho sempre imparato da tutti. Ho imparato anche da Maurizio e di questo lo ringrazio. Il rapporto personale è sempre stato buono. Mai un litigio. Le difficoltà riguardavano la visione, la gestione del gruppo o di un week end di gara. Avevamo punti di vista differenti" ha dichiarato. Una vita passata in Ferrari per il tecnico italo svizzero: "Lavorando qui da 25 anni ho avuto la fortuna di vivere anche momenti gloriosi: gli anni di Todt e Brawn, poi quelli con Domenicali. Non ho mai pensato a un’altra squadra se non alla Ferrari. Se potessi scegliere un pilota del passato direi Schumacher perché è un leader. Sento la responsabilità di avere suo figlio Mick nell'Academy? Ci riempe di gioia averlo, ma non mettiamogli fretta ed evitiamo paragoni" ha concluso.