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F1, dramma Bianchi: il pasticciaccio brutto di Suzuka

Gli organizzatori non spostano la partenza, pur sapendo della pioggia. Fermano la gara troppo tardi. E soprattutto non fanno uscire la safety car quando in pista c’è la gru per spostare la Sauber di Sutil. Lo spettacolo deve andare avanti, ma Jules Bianchi rischia la vita. Perché?
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Il teatro dell'assurdo. Lo spettacolo va avanti, sulla pelle dei piloti. E ne fa le spese Jules Bianchi, trasportato in ospedale e sottoposto ad intervento per un ematoma alla testa. Il padre ha detto che le sue condizioni sono critiche e che bisognerà attendere 24 ore per ulteriori notizie. La gara inizia con la safety car in pista per 10 giri sotto la pioggia, e i piloti che si lamentano perché sono troppi. E finisce con la safety car che non viene fatta uscire quando serve, quando Sutil si intraversa sulla pista ancora bagnata. E' una scelta incomprensibile, quella di esporre solo le bandiere gialle. Non tanto per la gravità dell'incidente, Sutil infatti esce dall'abitacolo da solo, quanto per gli interventi necessari a liberare la pista. Per togliere la Sauber del tedesco, infatti, viene fatta entrare la gru. Come si può far continuare la gara con la ruspa dei commissari in pista? E' una scelta assurda, lo sarebbe ovunque, lo è ancor di più su una pista come Suzuka, con vie di fuga strette e in ghiaia, per di più con l'asfalto che si sta bagnando di nuovo con i piloti che hanno appena montato le intermedie al posto delle gomme da bagnato.

Tragedia annunciata – Ingredienti di una tragedia annunciata, che si concretizza in pochi secondi. Nel 46mo giro, che sarà anche l'ultimo del gran premio, Jules Bianchi esce di pista alla stessa curva, la Degner, dove già era uscito l'anno scorso. e va a sbattere proprio contro la gru dei commissari. “In curva 8 ho perso la macchina in aquaplaning, la visibilità era difficile e stava scendendo il buio" ha commentato Sutil. "Ho chiuso la macchina lì. Su Jules, per rispetto della sua vita credo che non dovrei commentare, gli auguro tutto il meglio in questo momento, ora è importante solo la sua salute, non è un bel momento. Non voglio commentare, rispettiamo cosa è successo, speriamo di avere risposte presto". La curva 8, spiega ancora il tedesco, "è una delle più insidiose del circuito, lo sanno tutti. Quando aumenta la pioggia, e soprattutto dopo che c'è stato un incidente come il mio, credo che dovresti proprio pensare a far uscire la safety car". Bianchi non riprende conoscenza e viene portato al Mie University Hospital, a una quindicina di chilometri dal circuito.

Gru sì, safety car no – Al peggio, però, non c'è mai fine. E l'assurdo non è tutto qui.  "Il pilota non è cosciente, è stato portato in ospedale con l’ambulanza e non con l’elicottero perché con queste condizioni meteo non era possibile volare", spiega Matteo Bonciani, responsabile comunicazione FIA. Dunque, pur sapendo che sarebbe arrivata una forte pioggia, tanto che si era anche pensato in un primo momento di anticipare la partenza per il pericolo del tifone Phanfone, i commissari hanno fatto comunque partire la corsa nella consapevolezza che, in caso di incidente, l'elicottero non sarebbe potuto decollare. Impensabile. Incredibile che nella Formula 1 di oggi, con l'ossessione per la sicurezza dei tracciati e delle vetture, si possa arrivare a un tale livello di superficialità, di incoerenza solo perché lo spettacolo possa andare avanti.

Bisognava partire prima – "Secondo me ci hanno fatto partire troppo presto" ha spiegato Massa, che è andato in ospedale insieme a Graeme Lowdon, direttore della Marussia, e a Marco Mattiacci, team principal del Cavallino, per stare accanto a Bianchi, che fa parte del programma per giovani piloti della Ferrari. "All'inizio infatti la pista non era guidabile. E poi è finita troppo tardi. Già da cinque giri continuavo a gridare via radio che c'era troppa acqua ma hanno aspettato davvero troppo a far entrare la safety car. Era pericoloso". Parole che chiamano in causa i commissari di gara ma anche la FIA tutta, che ha ridotto per regolamento la deportanza delle vetture, l'aderenza al suolo degli pneumatici, e non sembra poi in grado di gestire situazioni come quella odierna in cui magari anni fa si sarebbe potuto correre, ma con le monoposto attuali no. Eppure, ha commentato Sutil, "nessuno ha chiesto l'opinione di noi piloti sulla possibilità di anticipare la partenza. Era chiaro, risaputo, che la pioggia sarebbe aumentata, che sarebbe stato semplice partire prima".

L'opinione di Lauda – Dello stesso avviso anche Niki Lauda che nel 1976 si rifiutò dopo un paio di giri di correre sotto il diluvio a Fuji, a meno di due mesi dal tragico incidente del Nurburgring, nella gara che diede al suo rivale James Hunt l'unico titolo mondiale della sua carriera. "La Formula 1 è pericolosa" ha commentato, "a volte ce ne dimentichiamo, ma dovremmo sempre tenerlo a mente. L'incidente a Bianchi è stato sfortunato, il risultato di una serie di situazioni. E in fondo la pioggia non è nemmeno il fattore principale, perché si è partiti con la safety car e comunque la gara è andata avanti senza grandi problemi per 46 giri e avrebbe potuto essere conclusa senza problemi. Certo, si sarebbe potuto anticipare la partenza all'una, ora locale, senza dubbio. E sarebbe senza dubbio stato meglio".

La sconfitta della F1 – E non tiene la scusa dell'imprevedibilità dell'incidente. Perché la pioggia non è arrivata all'improvviso, era una certezza nota, perché la Federazione dovrebbe conoscere i limiti oltre i quali non andare per evitare di giocare con la vita dei piloti, come succedeva negli anni '70-'80 fino allo shock per la morte di Senna e Ratzenberger a Imola. Perché pioggia o non pioggia, quando entra la gru per togliere una macchina incidentata dalla pista, la corsa non può, non deve continuare.  Invece, magari per venire incontro agli interessi delle tv, la partenza non è stata spostata. The show must go on, all'ora prevista dagli organizzatori e dagli inserzionisti pubblicitari. Uno spettacolo surreale, fatto di scelte prima troppo conservative poi assurdamente arrischiate che hanno creato le condizioni per cui Jules Bianchi lotta tra la vita e la morte. E' la sconfitta della Formula 1. Qualunque cosa dicano gli ascolti del gran premio.

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