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F1, GP Abu Dhabi: vince Hamilton, trionfa Rosberg

Rosberg è il primo tedesco campione del mondo su una vettura tedesca. Gli basta il secondo posto, la quarta doppietta Mercedes di fila, dietro Hamilton. Vettel sul podio per la prima volta da Monza.
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Hamilton vince, Rosberg festeggia. Le ha provate tutte il britannico, ha anche rallentato nel finale per far rientrare Vettel e Raikkonen sul compagno di squadra. Ma al professor Rosberg basta il secondo posto per il primo titolo mondiale. Vettel celebra il 29 giro veloce in carriera (passato Jim Clark al sesto posto di sempre) e il primo podio da Monza. Chiude terzo davanti a Verstappen e Ricciardo, a punti per la 17ma gara di fila. Solo sesto Raikkonen, su una Ferrari che va a punti per la 23ma gara consecutiva a punti, la 14ma striscia più lunga di sempre. Chiudono la top 10 Hulkenberg, Perez, Massa al 250mo e ultimo GP in carriera, e Alonso.

Numeri – "Non devi contare solo sulla tua fortuna, il tuo destino non dipende solo da te" diceva Rosberg, 33mo campione del mondo e il primo tedesco a trionfare su una vettura tedesca. Vince col numero di papà Keke, e adesso gli Hill non sono più l'unica coppia di padre e figlio entrambi campioni del mondo. Hamilton sale a 32 accoppiate pole-vittoria in carriera, secondo di sempre dietro alle 40 del record di Schumacher, Rosberg celebra il più dolce dei suoi nove podi consecutivi, il suo record personale eguagliato. E' un altro trionfo senza rivali, senza veri avversari per la Mercedes che ha vinto 51 gare su 59 nell'era dell'ibrido. Un monologo d'argento, la quarta doppietta consecutiva, una in meno dal record all time. "Chissà se mi ricapiterà di guidare una macchina così" diceva alla vigilia Hamilton che firma la 19ma vittoria in stagione per le Mercedes, record stagionale (le Frecce d'Argento portano un pilota sul podio per la 33ma in stagione).

La partenza – In partenza, da bravo professore, Rosberg non rischia mentre dietro Verstappen, il più temuto dai leader della corsa e del Mondiale, si gira per un leggero contatto con la Force India di Perez e si ritrova in fondo al gruppo. Raikkonen, sfruttando le Ultrasoft, infila Ricciardo, partito con le Supersoft, e si avvicina notevolmente a Rosberg.

Verso la prima sosta – Il tedesco ha un motore con un chilometraggio più alto rispetto al compagno di squadra: dopo cinque giri, i primi cinque restano racchiusi in 4 secondi. Non scappano le Mercedes, mentre dietro si ritirano Magnussen (per la quinta volta in stagione) e Bottas. Hamilton viene richiamato ai box dopo soli sei giri, decisamente in anticipo rispetto alle simulazioni che indicavano una durata di 12 passaggi per le mescole più morbide, seguito da Raikkonen. Il britannico e Iceman, che si lamentava del graining anche ieri, montano le soft. Rosberg spinge e rientra un giro dopo, appena il tempo di andare in testa nel 55mo GP in carriera, come Mansell. Ma si ferma anche Vettel che un po' lo rallenta: il tedesco si ripresenta dietro Hamilton, Verstappen e Raikkonen.

Verstappen a una sosta – La prima sosta conferma, comunque, in testa Hamilton che in Brasile ha superato Senna al secondo posto per giri trascorsi al comando in carriera. E soprattutto dimostra il valore della strategia Red Bull con Verstappen, nonostante il testacoda, secondo con le Supersoft che durano fino al 22mo giro. L'olandese di fatto ha chiesto al team di aspettare ancora il pit stop al 18mo passaggio ma poche curve più in là viene infilato d'autorità da Rosberg: un sorpasso da applausi che incornicia tutta la sua stagione.

Button, addio commovente – Mentre il tramonto cala su Abu Dhabi si chiude il Mondiale, e forse la carriera, di Button costretto al ritiro, il sesto stagionale, il 74mo in 305 GP in carriera, per la rottura della sospensione dopo il bloccaggio della ruota: dall'anno prossimo sarà sostituito da Vandoorne ma resterà in McLaren. "Non abbiamo mai avuto un problema così" spiega, dopo l'emozionante abbraccio alla mamma. Più triste l'uscita di scena di Kvyat che parcheggia la Toro Rosso dopo un weekend da incubo e torna nella pit-lane in bicicletta (solo 4 punti in 17 gare per lui da quando è stato declassato dalla Red Bull).

Undercut Ricciardo – Alla seconda sosta, Ricciardo riesce nell'undercut su Raikkonen al giro 25. La Ferrari a questo punto mantiene più a lungo in pista Vettel. In Mercedes, Hamilton viene richiamato prima di Rosberg che sceglie le soft e riparte appena dietro il britannico.

Vettel rischia – I tempi di Hamilton un po' si alzano intorno al 31mo giro. Il gap su Rosberg resta a cavallo dei quattro secondi, Verstappen e Ricciardo gradualmente si avvicinano. Vettel, in testa fino alla ritardatissima seconda sosta, si mantiene sul piede dell'1:46 fino al pit stop al giro 36. Il tedesco si gioca il tutto per tutto, cambia strategia e opta per le Supersoft, avvicinando significativamente Raikkonen (gli recupera praticamente quasi due secondi a giro).

Ferrari, fine mesta – La Ferrari chiude così una stagione senza vittorie e senza prime file, che è difficile considerare sufficiente ha ammesso Arrivabene. E si prepara al 2017 che è un po' una pagina bianca per tutti, fra gomme larghe, nuove regole, incertezze per tutti. Finisce una stagione iniziata con ambizioni ben diverse per il Cavallino, rampante praticamente solo a Barcellona, quando Hamilton e Rosberg si auto-eliminano e Verstappen strappa a Vettel il primato di più giovane vincitore di un GP in F1. La Ferrari si illude di una possibile prima doppietta in sei anni, ma comunque per l'unica volta quest'anno riesce a portare entrambi i piloti sul podio. Il problema della Ferrari è la mancanza di un pacchetto che prevalga sugli altri.

Sviluppo mancato – Insegue sotto tutti gli aspetti, eppure le aspettative di Marchionne e Arrivabene sulla necessità di vincere il titolo condizionano il 2016 e favoriscono l'avvicendamento di Allison con Binotto. Dopo il Canada, il paradosso è aumentato. La Ferrari migliora come prestazioni ma peggiora come risultati. Vettel, che in Ungheria diventa il secondo nella storia a superare i 2mila punti in Formula 1, ha cambiato tanto, ma niente è cambiato davvero. Il primo podio da Monza certifica così la fine di un anno nero per la rossa. Un anno in cui è completamente mancato lo sviluppo, in cui all'ultima gara la prima Ferrari ha chiuso a 8 decimi dalla pole esattamente come all'esordio in Australia. Un numero che dice tutto.

Nel finale, però, Hamilton accende le polemiche. Hamilton comincia a rallentare tanto, troppo. Il gioco è scoperto, vuole far avvicinare gli altri e mettere in difficoltà Rosberg. "Suggerisco a voi ragazzi di lasciarci fare la nostra gara" dice via radio a chi gli chiede di continuare ad attaccare, a spingere. Vettel recupera su Verstappen e gli strappa il terzo posto a quattro giri dalla fine. Il britannico continua a girare come una macchina, tra l'1:45.5 e l'1:45.9. Sa vincere, ma forse avrebbe potuto perdere con più eleganza.

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