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F1, GP Australia: l’Albert Park curva per curva

“E’ l’alba di una nuova era” ha detto Toto Wolf. Come si affronta l’Albert Park con le nuove monoposto. La grande sfida delle gomme. I numeri e le curiosità del GP d’Australia.
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È l'alba di una nuova era. “E' la prima volta che la Formula 1 ha cambiato le regole per rendere le macchine più veloci” ha detto Toto Wolff, team principal Mercedes, “ e la nuova proprietà sta prendendo in considerazione nuove strade per il futuro di questo sport. Il nuovo regolamento voleva rendere queste monoposto le più veloci di sempre. E a giudicare dai test, siamo sulla buona strada. Sono violente, come dovrebbero essere le auto da Formula 1, sono spettacolari, speciali per i tifosi”. Come da tradizione, il Mondiale si apre a Melbourne, sul tracciato semipermanente che si articola intorno al lago artificiale dell'Albert Park, a pochi chilometri dal distretto finanziario di Melbourne. Un circuito ricavato da strade aperte al pubblico che negli anni '50 ospitava, su una versione più antica da percorrere in senso anti-orario, i Moomba Meeting del 1955 e del 1956, una sinergia tra l'Argus Trophy e il più grande festival gratuito d'Australia. Il tracciato, situato a circa 3 km dal centro di Melbourne, si compone di sei rettilinei, tre curve lente (1-3-15), con frenate impegnative, e due chicane veloci (11-12) che mettono a dura prova l'assetto aerodinamico delle vetture.

Come si guida

Dopo il rettilineo di partenza, i piloti affrontano subito la più severa frenata del tracciato alla Jones, una curva a destra cui fino all'anno scorso si arrivava anche a 330 kmh, per uscire in terza a 150 kmh. Da qui si procede verso la Brabham, a sinistra, che si percorre in piena accelerazione sfiorando il muro all'esterno. Si entra così nel rettilineo in leggera discesa (Aughtle Drive) che conduce alla Sport Centre, la curva 3, dove Brundle uscì nel 1996 per fortuna senza conseguenze, sormontata da una tribuna da quest'anno intitolata a Daniel Ricciardo. La frenata finisce praticamente all'interno della curva; fondamentale, in uscita, sarà sfruttare i cordoli per garantirsi la migliore accelerazione nel breve rettilineo che porta alla Hellas. Da qui, dopo una debole frenata, si entra alla Whiteford che si affronta a quasi 200 kmh.

Dopo l'Albert Driv Road si arriva alla curva 6, la frenata lunga che apre il secondo settore e richiede un perfetto bilanciamento del brake-by-wire. Superate in accelerazione la 7, a sinistra, e la Lauda, i piloti arrivano in sesta alla staccata della Clark, una delle frenate più potenti del tracciato. Si esce poi dalla Fittipaldi per entrare nel tratto veloce che porta al Lakerside Drive, dove si raggiunge un'accelerazione laterale di 1.5G per sei secondi.

L'ultimo settore si apre con la chicane (curve 11 e 12) di fronte alla tribuna Waite che immette verso la Hill, una rapida curva a destra da affrontare 280 kmh. Si continua in accelerazione fino alla frenata della Ascari, che conduce al Ross Gregory Drive e, sempre in accelerazione attraverso la curva 14, la Stewart, fino al tornante Senna, a sinistra. La frenata non è potente ma lunga, e la trazione avrà un ruolo determinante. Da qui, si esce a 85 kmh in prima e si affronta la Prost, a destra, dove già si vedono le tribune del rettilineo principale.

La scelta delle gomme

Per questa edizione, Pirelli farà debuttare le gomme Ultrasoft in questa prima gara stagionale che segna anche l'introduzione delle ruote larghe (25% in più rispetto alla scorsa stagione) e delle mescole con un degrado inferiore e un picco di temperatura per la prestazione ottimale più basso. Ma la strategia legata all'utilizzo delle gomme avrà ancora un ruolo centrale secondo Nico Hulkenberg, prossimo al debutto con la Renault. “Non si potrà comunque accelerare al massimo per tutta la corsa, pagheremmo questa scelta a caro prezzo” ha spiegato.

Fino al GP di Spagna, l'allocazione sarà uguale per tutte le squadre: sette treni della mescola più morbida, quattro della media, due di quella più dura. Da Montecarlo, invece, si tornerà allo scenario abituale, con le squadre libere di selezionare 10 dei 13 set disponibili. A Melbourne, il fornitore unico ha scelto di portare ultrasoft, supersoft e soft su questa pista dalle forti accelerazioni, dove le forze longitudinali sono maggiori di quelle laterali, e il grip meccanico può fare la differenza. “I team hanno completato 7427 giri a Barcellona durante i test pre-stagione, utilizzando tutte le mescole: il loro lavoro si è concentrato soprattutto su medium e soft, le due più adatte al tracciato di Montmeló” ha detto il responsabile car racing Mario Isola. “A Melbourne sarà interessante raccogliere più dati possibili su ultrasoft e supersoft, che non siamo stati in grado di valutare appieno fino ad ora”.

Le chiavi del GP

L'Albert Park è un tracciato da alto carico aerodinamico, sia all'anteriore, per contrastare il possibile sottosterzo dovuto alla bassa aderenza per l'asfalto anche sporco, sia al posteriore. Sarà interessante valutare la risposta delle sospensioni, che devono poter assorbire i passaggi sui cordoli, e dei dischi dei freni sulle tre staccate impegnative del tracciato con il nuovo regolamento e le maggiori velocità generate rispetto all'anno scorso. Più che la velocità di punta, comunque, all'Albert Park conta di più la gestione dell'erogazione della potenza soprattutto nel secondo settore.

Numeri e curiosità

Domenica si correrà l'edizione numero 33 del GP d'Australia. Una storia iniziata nel 1985, ad Adelaide, con l'ultima vittoria in Formula di Keke Rosberg. Lì, nel 1991, si è corso il Gp più breve di sempre, interrotto dopo sedici giri. Dal 1996 si corre all'Albert Park. Damon Hill è l'unico che abbia vinto su entrambe le piste. Ha conquistato l'ultima edizione disputata a Adelaide, con un margine di due giri sul secondo, Olivier Panis (eguagliato il record di jackie Stewart al GP di Spagna del 1969 su Bruce McLaren), e il primo sulla sede attuale.

La McLaren è la scuderia di maggior successo Down Under, con 11 vittorie e 26 podi. Se si considerano solo le gare a Melbourne, però, la scuderia inglese condivide il primato con la Ferrari (6 successi a testa). Schumacher, con 4 vittorie, rimane il re dell'Albert Park dove 9 volte su 21 ha vinto chi è partito in pole position. Resta David Coulthard il pilota capace di vincere partendo più indietro in griglia (undicesimo sulla McLaren-Mercedes nel 2003).

Diciannove i vincitori diversi nell'albo d'oro del GP d'Australia, ma nessun pilota di casa. Dei quattro aussies al via, nessuno è mai arrivato sul podio, a parte l'illusorio secondo posto di Ricciardo nel 2014 poi cancellato per irregolarità al flussimetro che controlla il passaggio della benzina.

Lewis Hamilton, il grande favorito del mondiale, ha conquistato più podi di tutti all'Albert Park (6) ed è rimasto in testa per 150 giri, più di ogni altro pilota in attività, e potrebbe anche superare il record di Schumacher (198) dopo essere diventato l'anno scorso il terzo dopo il tedesco e Senna a centrare le 50 pole position in carriera.

Sarà un ritorno speciale, infine, per Grosjan, sesto dodici mesi fa. Grazie al suo piazzamento, la Haas è diventata la prima scuderia a punti al debutto dal 2002 (dal sesto posto di Salo sulla Toyota) e il primo team made in Usa dal solo omonimo Team Haas che festeggiò un altro sesto posto con Alan Jones a Monza nel 1986.

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