F1, GP Australia: quanto è opaco il rosso Ferrari. Bottas domina, vola la Red Bull
Si corre "Down Under", nel mondo sotto-sopra. E si stravolgono le gerarchie in Australia. Bottas infila Hamilton alla partenza, lo stacca di oltre 20 secondi, e viaggia a ritmi non sostenibili per nessuno. Centra la quarta vittoria in carriera, la prima dal 2017, e il punto bonus per il giro più veloce in gara. Un en plein illuminante, meritato, davanti a Hamilton, secondo col brivido finale per gli attacchi da dietro di Verstappen. Calano le ombre su una Ferrari opaca e lenta, su un Vettel che dopo il pit stop anticipato si pianta con le gomme medie e parla via radio di problemi al turbo (ne aveva avuti anche nei test pre-stagione). Quarto e lontano Vettel, quinto Leclerc che negli ultimi giri gli si avvicina ma non lo attacca. Sesto Magnussen, davanti a Hulkenberg, Raikkonen, Stroll e Kvyat: cinque team arrivano a punti dietro i top-3, il livellamento tra le scuderie "di mezzo" promette spettacolo.
Bottas, che prova di forza
Una grandissima partenza, una gara da dominatore. Un uomo solo al comando, stile Hamilton. Ma non è Hamilton. E' Valtteri Bottas, che al campione del mondo rifila 20,8 secondi e non smette di spingere, in parte anche per la decisione della FIA di premiare, come nelle prime edizioni della F1 moderna tra il 1950 e il 1959, l'autore del giro più veloce. Vuole i 26 punti, Bottas, ma non rischia un secondo pit stop finale. Cambia fisico e cambia look, Bottas, con la barba al via della nuova stagione. Più vissuto, più "cattivo", il finlandese che l'anno scorso ha dovuto arrendersi alle gerarchie e agli ordini di scuderia, ha dovuto accettare più di un passo di lato, si prende il centro della scena.
La Red Bull va, riscatto Honda
Si confermano eccome i progressi sul dritto di una Red Bull con un motore Honda che è la rivelazione del primo gran premio della stagione. L'attacco a Vettel al 31° giro all'esterno in curva 3, al di là dell'ausilio del DRS, dà la misura di uno spunto che l'anno scorso mancava in queste situazioni. "Eravamo ormai una spina nel fianco di Renault che ha un suo team" diceva il team principal Chris Horner a Autosport, "la strada scelta con Honda fa bene a tutti". L'ottima gara di Verstappen, un Gasly che risale dal 17° posto, si ferma più tardi di tutti e chiude 11°, certificano una prima impressione che diventa anche una rivincita alla luce del ritiro di Ricciardo. Gli "ultimi dieci giri di super-divertimento", copyright Verstappen in uno dei team radio simbolo della corsa, traducono l'indole di un pilota come sempre aggressivo e fiducioso in un motore in grado di alimentare ambizioni di vittoria.
Ferrari: non paga la strategia, giallo Vettel
Più del rosso opaco, è il giallo il colore del primo gran premio della Ferrari nell'era Binotto. Vettel è il primo che prova a spostare gli equilibri con la sosta anticipata al giro 15, che spinge la Mercedes ad adattarsi e coprirsi richiamando Hamilton. Ma il tedesco, attaccato a Hamilton dopo una ventina di giri, si pianta. Le gomme medie col miglioramento della pista non garantiscono il miglioramento atteso delle prestazioni. Leclerc riesce ad essere sistematicamente più veloce, come tempi e rilievi allo speed trap di Vettel che però via radio parla di "lag" ovvero di un ritardo nella risposta del turbo. "Perché andiamo così piano?" chiede il tedesco. E' la domanda di tutto il mondo Ferrari mentre Leclerc fa vedere con pista libera di valere un volante nella scuderia che tutti sognano. A sette giri dalla fine, il monegasco è a distanza-DRS da Vettel
La partenza: benissimo Bottas, rischia Leclerc
Gran partenza di Bottas, che si prende la testa mentre Hamilton pattina un po' con le posteriori al via. Leclerc ha provato a prendere l'esterno alla prima curva come Magnussen l'anno scorso, finisce a fare a ruotate con Vettel poi prudente rallenta. Il tedesco, più veloce di Hamilton in qualifica solo in accelerazione in uscita dalla Fittipaldi e alla curva Ascari, si mantiene vicino alle Frecce d'Argento in frenata nei primi giri.
Ricciardo rompe l'ala anteriore infilandosi in un dosso, rientra, monta le dure ma in una gara in salita spiega di avvertire danni nella parte destra ai bargeboard, i deviatori di flusso posti davanti alle pance che si occupano della gestione dei flussi a lato delle prese d'aria e da quest'anno sono più bassi e più lunghi rispetto al 2018.
Hamilton e Bottas guadagnano quando si entra in regime di DRS. Sull'asfalto sul circuito semi-cittadino di Melbourne, con poco grip, le gomme gialle, che da quest'anno identificherà la mescola intermedia delle tre scelte dalla Pirelli per ogni gran premio, tengono. Almeno a giudicare il ritmo costante di Stroll partito con le medie come Giovinazzi e Kvyat, che tiene dietro un frustrato Gasly.
Si ferma Vettel, si copre Hamilton
Si incendia e fuma il motore della McLaren di Gasly, davanti Bottas mantiene un ritmo regolare che soddisfa pienamente il team: e sarebbe davvero strano il contrario. La Ferrari fatica. Dai box confermano che Leclerc non ha subito danni nell'escursione nell'erba alla prima curva, ma dopo tredici giri accumula otto secondi da Verstappen. L'olandese è molto più vicino a Vettel di quanto il tedesco riesca ad essere pericoloso per Hamilton. Verstappen si tiene sui tempi Mercedes, Bottas e Hamilton girano sull'1.28 alto.
Anticipa la sosta Vettel che monta le gialle, si copre Hamilton che il team richiama al box al giro 16 anche se il ferrarista non si trovava in zona undercut. La Mercedes, che di solito fa rientrare prima chi è davanti dei due, potrebbe anche aver deciso di coprire questa decisione di Vettel e del Cavallino alla luce del passo gara mostrato dalla Ferrari nei long run al venerdì.
Verstappen stacca Vettel
Il ritmo gara di Bottas con gomme usate rimane migliore dei tempi di Hamilton con le medie nuove. Il finlandese continua a migliorare. Vettel dopo 20 secondi è venti secondi dietro Verstappen, che però deve ancora fermarsi. Il distacco cresce, però. Chi non ha fatto il pit stop gira più veloce di chi si è fermato e nei primi giri ha optato per le medie. Non funziona la strategia, Hamilton e Vettel perdono 4-5 decimi a giro da Verstappen. Perdono terreno in tutti i settori. La Red Bull ritarda la sosta per Verstappen fino al giro 26. Si ferma anche dopo Bottas, così per qualche giro una vettura motorizzata Honda torna a percorrere qualche giro in testa nel Mondiale per la prima volta dal 2008. Dietro, il rookie Norrie duella bene con Grosjean, fermato come l'anno scorso da un problema al box nell'avvitare l'anteriore sinistra. Stessa situazione per Giovinazzi, che rientra al giro 29 e sceglie la soft.
La lotta per il giro veloce
Davanti è solitaria la gara di Bottas che si prende una grande rivincita su Hamilton dopo una stagione in cui il britannico anche psicologicamente, per non parlare degli ordini di scuderia, l'ha relegato al ruolo di scudiero.
L'insoddisfazione di Hamilton e di Vettel con le gomme gialle si traduce anche nella diversa strategia di Leclerc che opta per le dure dopo la sosta al 29° giro. Nella parte finale della gara, Leclerc è il più veloce in pista dopo Bottas, che sembra aver preso davvero sul serio l'innovazione regolamentare che consegna un punto bonus a chi firma il giro veloce. Una decisione, quella della FIA, che punta a prolungare la suspense fino alla fine dei gran premi e magari introdurre una maggiore diversificazione delle strategie delle varie scuderie. La battaglia a suon di giri record tra Bottas e Verstappen accende il finale. E la Ferrari sta a guardare.