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F1, GP Austria, che succede alla Ferrari?

Dopo l’errore di valutazione in qualifica, Raikkonen chiude il gran premio alla seconda curva per l’incidente con Alonso. La pressione per il rinnovo del contratto aumenta. Un dado spanato toglie il podio a Vettel. Ma le Williams ora sono più vicine. E le Mercedes si allontanano.
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Che sta succedendo alla Ferrari e a Kimi Raikkonen? E' la domanda da cento milioni di dollari per Arrivabene e per Marchionne, presente in Austria come a Montreal, che proprio soddisfatto dell'andamento e della gestione della corsa non può essere. Dopo il diciottesimo posto in qualifica, che nemmeno Iceman si è saputo di fatto spiegare, arriva l'incidente alla seconda curva con Alonso, e i replay non chiariscono del tutto la dinamica: problemi di gomme fredde? Una macchina che lo tocca da dietro e gli fa perdere stabilità al posteriore? Fatto sta che il weekend più nero, o meglio argento, che rosso sulle colline della Stiria apre le prime vere crepe nella Ferrari targata Arrivabene. Già ieri, Raikkonen ha accusato il team, la scuderia ha dato la colpa a lui perché è andato davvero troppo piano per tre giri, anche se i dati non hanno evidenziato nessun problema tecnico né alcuna carenza di carburante. Può un ex campione del mondo sbagliare a contare? Può un pilota dell'esperienza di Iceman credere di avere un altro tentativo a disposizione quando invece la bandiera a scacchi del Q1 è già lì a certificare un diciottesimo posto che non si giustifica?

Niente alibi – Nemmeno una riga nel comunicato stampa del team dopo le qualifiche. Un silenzio che fa rumore, perché il finlandese, richiamato a Maranello per formare quella che avrebbe dovuto essere una stella a due punte, con Alonso prima e con Vettel poi, si è perso. E non sa tornare, avvolto, travolto, stravolto da leggerezze e mancanze, ansie e pressioni. La classe si annacqua, i risultati latitano, il rinnovo del contratto torna in dubbio, perché le occasioni mancate sono troppe e gli alibi ormai terminati: a salvargli il posto, in assenza di un rapido e reale cambio di passo, potrebbe essere solo l'assenza di valide alternative, e non è molto.

I dubbi di Vettel – Da Montreal al Canada, però, aumentano i dubbi anche di Vettel. I problemi di affidabilità sembrano ormai alle spalle, ma le incertezze sulle prestazioni del motore e dell'upgrade sulla SF15-T si riaffacciano tutti. Nelle libere il passo di gara del Cavallino ha incoraggiato valutazioni ottimistiche e scatenato qualche campanello d'allarme, almeno stando alle dichiarazioni della vigilia, anche in casa Mercedes. Al netto della pista corta, anche il distacco molto contenuto da Hamilton e Rosberg in qualifica comunicava ottimismo in vista della gara. E invece, errore al box a parte, la Ferrari oggi non andava. I tempi di Vettel sono rimasti più vicini a quelli di Massa che a quelli dei battistrada, segno che il gap è andato in realtà aumentando nelle ultime settimane. "Sono rimasto un po' sorpreso nel vedere quanto fossero veloci le Williams" ha ammesso il tedesco. "Credo che con questo nuovo motore possano correre con più potenza e questo rende le cose più interessanti. Ma stiamo andando nella direzione giusta, sia in pista che a Maranello. Abbiamo bisogno però di tempo, non dimentichiamo da dove veniamo e dove siamo ora. Siamo quarti e siamo delusi ma portiamo a casa un buon bottino di punti e guardiamo ora alla prossima gara".

Marchionne traccia il futuro? – I problemi nell'avvitamento delle ruote, soprattutto posteriori, cominciano a diventare una costante decisamente indesiderata in una stagione che dovrebbe essere, e nelle prime cinque, sei gare lo è senza dubbio stata, di rilancio e di riscatto. "Abbiamo buttato via un podio per un dado che si è spanato" ha detto il team principal del Cavallino, "la pressione non deve creare confusione, dobbiamo andare avanti e guardare alla prossima gara con ancora più decisione. Cosa dirò ai ragazzi? Di andare avanti e non fermarsi assolutamente perché il fatto che due gare siano andate così non vuol dire che bisogna abbattersi, anzi. Bisogna andare avanti e fare ancora di più".

Ma cosa c'è nel futuro della Ferrar? Marchionne ha ammesso, come Mateschitz aveva suggerito e Chris Horner smentito, di aver offerto i motori Ferrari anche alla Red Bull, sempre più in crisi con la Renault. "Glieli avevo già offerti in Canada" ha spiegato, "e l'ho detto di nuovo anche oggi: li darei a tutti, purché paghino. Anche se, ovviamente, preferisco sempre che a vincere sia un motore Ferrari su una Ferrari. L'ad di FCA ha aggiunto di non essere troppo favorevole alla terza macchina per i top team, che porterebbe più costi aggiuntivi rispetto ai possibili benefici. "Meglio una monoposto affidata a un team satellite, questa è la strada giusta". Che la Haas, prossima a entrare nel Mondiale, possa diventare per la Ferrari quello che la Toro Rosso ha rappresentato per la Red Bull? Ai posteri l'ardua sentenza.

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