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F1, GP Austria: Verstappen rimonta, Leclerc si infuria

Leclerc guida fino a tre giri dalla fine. Verstappen, partito malissimo, lo supera alla fine e lo manda fuori pista. Dopo due ore, i commissari decidono di non penalizzare l’olandese. Bottas chiude terzo, davanti a Hamilton, che rompe l’ala anteriore e Vettel, bloccato anche da un pit stop più lungo del previsto. I meccanici non avevano le gomme pronte.
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E' tempo di nuove generazioni, anche in Formula 1. Charles Leclerc ha firmato la pole nella più giovane prima fila di sempre davanti a Verstappen. Hanno duellato nei kart, si sono inseguiti per tutta la gara. Si inseguono fino a tre giri dalla fine. L'olandese lo tocca, lo manda fuori, lo passa e vince il 32° GP d'Austria, il 13esimo sul Red Bull Ring. Ha vinto nel giardino del team, davanti a una marea arancione di tifosi che hanno tremato per la sua pessima partenza e gioito alla fine per una gara eccezionale. Durata dieci chilometri di troppo per Charles Leclerc che, furioso, abbandona il podio dopo l'inno nazionale, poi torna per la foto di rito. Lascia a festeggiare Verstappen e Bottas, che finisce davanti a Hamilton e Vettel, quinto. A punti anche Norris, Gasly, settimo e doppiato, Sainz che era partito ultimo, Raikkonen e Giovinazzi.

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Due ore di attesa per il verdetto

La manovra finisce sotto l'occhio dei commissari. La vittoria di Max Verstappen, che ha completato anche il giro d'onore, resta sub judice per un paio d'ore. Ancora una volta sul risultato finale pesa una lunga indagine post-gara. I commissari avevano promesso di essere meno severi dopo le controversie del Canada e la penalizzazione per Vettel. Se il metro fosse rimasto lo stesso di Montreal, la manovra sarebbe stata da penalizzare, come ha ammesso a caldo Mattia Binotto. Il nuovo corso sembra davvero avviarsi verso una diversa libertà di duello.

Ottimo lo spunto di Leclerc e di Norris, che alla seconda curva si mette ruota a ruota con il compagno. Il nuovo che avanza in Ferrari si stacca, vola nei primi giri. Voleva trovarsi davanti al primo giro, su un tracciato toboga corto e stretto. Ha fatto segnare il tempo migliore nei primi due settori nella seconda sessione di prove libere, trasporta il vantaggio competitivo anche nei primi giri in gara. Leclerc, uno dei pochi che sia riuscito venerdì a completare un giro piuttosto pulito con le gomme rosse, esalta la Ferrari che trae evidenti vantaggi dalla versione dell'ala anteriore modificata rispetto al Paul Ricaed con un profilo in più nella zona dei piloni di sostegno.

La Ferrari veloce in tutti i settori

La Ferrari, faceva notare Roberto Chinchero dopo le qualifiche su Motorsport, "si è confermata più veloce in tutti nei punti di staccata (3 km/h alle curve 1, 4 e 7, e 5 km/h alla 3 e 6)" e ha pagato anche meno del previsto rispetto alle Frecce d'Argento nei tratti veloci. L'Osterreichring è una pista che evidenzia meglio le qualità della SF90, migliorata peraltro anche in termini di set-up e guidabilità.

Parte deciso anche Vettel, che in sette giri è quarto dopo l'agevole sorpasso su Kimi Raikkonen, il migliore in partenza. Prova a risalire Verstappen, chiamato a uno spunto non banale per superare un Lando Norris disposto al confronto muscolare. Accusa problemi di "clipping" al motore, dice via radio.

Magnussen parte fuori posizione: drive-through

Verstappen si mette all'inseguimento di Raikkonen, e lo infila facilmente in staccata. Ma è nella preparazione, nelle curve precedenti, che si vede la differenza rispetto al comportamento più abituale dei piloti. Non cerca la scia, infatti, anzi sistematicamente devia dalla traiettoria del finlandese per mettere più aria pulita nel motore.

La gara è bella. Leclerc comunica costantemente via radio per aggiornare sullo stato delle gomme.

Magnussen si ferma prima di tutti, al dodicesimo giro, quattro passaggi prima di quanto Pirelli avrebbe stimato per chi è partito con la rossa. Ma incassa un drive-through un po' severo per essere partito fuori posizione in griglia.

Vettel, pit stop col brivido

Le Ferrari si mettono a sandwich dopo 17 giri: primo Leclerc e quarto Vettel, che Riccardo Adami spinge via radio, con le Mercedes in mezzo che tengono la posizione con le medie. In questa gara la morbida è la C4. Il fornitore ha deciso di portare poi la C2 (bianca) e la C3 (gialla), come in Francia. Una scelta conservativa rispetto allo scorso anno, quando furono impiegate le soft, le supersoft e le ultrasoft. Sull'asfalto liscio del Red Bull Ring, scandito da dieci curve di cui solo due impegnative, entrambe a sinistra, la Ferrari conferma di essere gentile con le gomme.

Hamilton e Bottas girano praticamente in fotocopia, il britannico è anche più aggressivo sui cordoli in uscita. "Vai, spingi forte" dicono a Vettel, che obbedisce e firma il suo giro migliore fino a quel momento al giro 19.

Entra prima Vettel di Leclerc, monta le bianche ma perdono tempo a prendere le gomme, ancora nelle termocoperte. C'è un inconveniente con le radio dei meccanici che non sentono la chiamata e il tedesco perde tempo prezioso. Più efficiente il pit-stop di Leclerc, anche lui in pista con la più dura delle mescole. Hamilton, passato in testa, si mette a martellare per cercare l'overcut: ovvero restare in pista più dei rivali, ritardare la sosta e guadagnare così la posizione.

Hamilton rompe l'ala

Su una pista dalle caratteristiche particolari come il Red Bull Ring, comunque, la differenza in termini di prestazioni tra le mescole non è così alta. Bottas non trova ritmo con la bianca, va più lento anche di Hamilton con la gialla usata dall'inizio della gara. Il britannico completa un giro lentissimo (27a tornata) e subito commenta via radio di avvertire una perdita di carico. Le tante uscite sui cordoli potrebbero aver determinato la rottura nella parte anteriore sinistra, nella zona delle soffiature, già sofferta venerdì.

Il campione del mondo continua a perdere terreno, ma continua ad allungare il suo primo stint. Scivola sopra l'1.10, perde oltre un secondo al giro rispetto a Vettel. Deve rientrare al giro 31 e cambiare l'ala anteriore: vuol dire undici secondi di sola sosta. Rientra quinto, proprio mentre Leclerc firma il suo giro più veloce.

Tra i top driver, Verstappen si ferma più tardi di tutti, al 32° passaggio, e Leclerc fisiologicamente torna in testa. Davanti Leclerc, che gira sistematicamente sull'1.08 basso, allunga leggermente su Bottas, Vettel e Verstappen. Dietro, invece, gira decisamente più lento Hamilton, che gira sull'1.09 medio-alto. A metà gara il campione del mondo è 21 secondi dietro Leclerc, sette dietro Verstappen.

Leclerc rimane leader

Nelle posizioni che contano per le gerarchie del gruppone di mezzo, Sainz recupera 13 posti in metà gara, mentre Ricciardo sfodera qualità di difesa spettacolari su Norris. Rivedere la McLaren subito dietro Mercedes, Ferrari e Red Bull può diventare il fattore che scombina i piani nella seconda metà della stagione. Non è infatti un'eccezione limitata al particolare tracciato, ma sta cominciando a diventare una costante nelle ultime gare.

Leclerc tiene un margine intorno ai quattro secondi su Bottas, Verstappen spinge a tutta e si avvicina a Vettel. Vuole conquistare il podio nel circuito che Bernie Ecclestone e il proprietario della Red Bull Dietrich Mateschitz hanno riportato in vita, in una configurazione decisamente rivista rispetto all'originale.

Verstappen all'inseguimento

L'olandese erode il distacco da Vettel un metro alla volta. Costruisce il suo vantaggio soprattutto alla curva 1, gli dicono via radio. Insegue, sorveglia sornione, sempre fuori dalla scia ma mai lontano. Lo passa all'esterno, poi il tedesco rientra per montare la gomma soft e incastona giri veloci. I meccanici dicono a Leclerc che non ha bisogno di amministrare il consumo di benzina, può spingere liberamente. Ma il colpo di scena è dietro l'angolo, racchiuso in tre parole nel messaggio via radio di Verstappen al 55° giro: "Sto perdendo potenza". Ma è qualcosa che evidentemente si può regolare, perché prende la scia di Bottas e col DRS lo infila deciso, pulito, feroce. "Oh yes!" esclama via radio. La potenza, chiaramente, è tornata.

Non c'è amministrazione negli ultimi giri. Non c'è controllo, non servono pause. Verstappen vola più veloce nelle curve di Leclerc, entra in regime di DRS mentre il monegasco è costretto a traiettorie più lunghe. Gli ultimi giri sono il manifesto dell'arte di vivere in difesa. Ma non soffre del terrore di farcela come Schwartz, il protagonista del romanzo che Chad Harbach ha intitolato proprio a questo tipo di arte. Non vive in un mondo delimitato dall'avere una comprensione e un'ambizione ben più grandi del talento. Anche se Verstappen lo passa di forza, accompagnandolo fuori pista, a tre giri dalla fine. E vince di rimonta. Da applausi come Leclerc. Il nuovo in Formula 1 è arrivato.

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