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F1, GP Belgio 1998: la rabbia di Schumacher e il trionfo di Hill a Spa

E’ il 600mo GP per la Ferrari in F1. Ma Schumacher dopo l’incidente controverso con Coulthard non ha alcuna voglia di festeggiare. E’ la grande giornata della Jordan, al primo successo della sua storia. Hill firma la sua ultima vittoria in carriera. Tutti i numeri del GP del Belgio.
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È il 600mo gran premio in Formula 1 per la Ferrari, che a Spa ha fatto la storia. E' il 30mo anniversario della prima vittoria della McLaren. Ma quel 30 agosto 1998 nessuno avrà voglia di festeggiare. Perché tra l’astio e la pioggia a Spa, dagli incidenti e dai coup de theatre, il colore della vittoria è il giallo della Jordan, che dopo 127 gran premi conquista la sua prima vittoria in F1.

La vigilia – è una stagione di cambiamenti per la scuderia di Eddie Jordan, con l’ex campione del mondo Damon Hill in cerca di riscatto e il nuovo motore Mugen Honda, più potente ma più pesante del precedente propulsore Peugeot. Al fianco di Hill resta Ralf Schumacher. Il mondiale del britannico inizia in salita, ma l’introduzione di un significativo pacchetto di aggiornamenti frutta i due quarti posti in Germania e in Ungheria. La Ferrari, invece, si presenta con un motore nuovo, con una macchina dal passo lungo e al venerdì Michael Schumacher, che a Spa ha vinto più di tutti (nel 1995 partendo addirittura sedicesimo, un record nella storia del gran premio), chiude in testa per la prima volta da tredici gare.

Le qualifiche – In qualifica, però, lo scenario cambia. Hakkinen è il primo a scendere sotto il muro dell’1:50 e fissa la pole in 1:48.682. “E’ stata una sessione incredibile” commenta il finlandese, “sapevo che avrei dovuto fare il massimo con l’ultimo set di gomme per stare davanti a David”. La prima fila è tutta McLaren, con Coulthard staccato di 163 millesimi. “So dove ho perso terreno” spiega lo scozzese, “ho cercato di sfruttare un po’ più il cordolo alla Bus stop, ma la macchina è saltata troppo e mi sono trovato fuori traiettoria alla fine della curva”. Schumacher, che si vede togliere il miglior tempo per eccesso di velocità in regime di bandiere gialle, è solo quarto, distante oltre 1,3 secondi e superato anche da Damon Hill, che Irvine ha definito alla vigilia “l’uomo vecchio e triste della F1”. “Per me è come avere davanti tre McLaren. Nessuno di loro tre farà nulla per favorirmi, anzi: mi renderanno la vita difficile. A me non resta che cercare di fare una buona partenza", commenta Schumi. “Penso che buona parte di quel distacco l' abbiamo preso nella chicane. Per noi è tremenda, un calvario. Altre macchine invece mi pare che volino in quella chicane".

La gara – Si parte sotto la pioggia. Hakkinen, che è in testa al Mondiale, allunga seguito da Villeneuve e Schumacher, che pure scatta dal lato meno favorevole, scavalca Coulthard. Ma il britannico mette le ruote bagnate su una griglia metallica per far scolare le acque piovane, e sbanda. Si scatena una carambola con 12 macchine coinvolte. Barrichello si fa male a un braccio e non riparte. Appiedati, tra gli altri, anche Rosset, Panis e Salo perché l’unico muletto disponibile è preparato per il compagno di squadra. Inevitabili le bandiere rosse e la seconda partenza. Stavolta in scia al finlandese della McLaren ci sono Schumacher e Irvine ma è di nuovo caos alla prima curva. Il tedesco tenta il sorpasso all’esterno e tocca Hakkinen, che chiude la sua gara prima ancora di cominciarla. Davanti a tutti però c’è Hill, che mantiene un vantaggio di un secondo su Schumi con le intermedie. Ma quando arriva la pioggia, la situazione per lui peggiora e il tedesco passa al curvone Blachimont, mentre Irvine scivola al nono posto dopo un testacoda. Le soste al 16° giro non cambiano le gerarchie e Schumacher infligge distacchi abissali all’inglese della Jordan, che ai box ha settato diversamente l’ala anteriore per ottenere un po’ più aderenza al suolo. Girano tutti con le full wet tranne il campione del mondo in carica, Gilles Villeneuve, che un giro più in là va in aqua-planing e si schianta contro le barriere in rettilineo. La gara procede quasi scontata fino al 25° giro. Davanti a Schumacher si materializza Coulthard, ultimo dei non doppiati perché in avvio si è toccato con Wurz ed è stato subito costretto a una lunga sosta.

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Il botto con Coulthard – La McLaren si materializza davanti alla Ferrari in una nube d’acqua all’altezza del Pouhon, Schumacher alza il pugno verso il cielo, esce dalla scia e quando si materializza di nuovo… ha solo tre ruote. Dopo il tamponamento, scende dalla macchina e si avvia a piedi verso il box della McLaren con intenzioni tutt’altro che pacifiche e con un volto stravolto dalla rabbia, come mai si era visto prima. È convinto che Ron Dennis abbia dato l’ordine a Coulthard di rallentare di botto per provocare l’incidente e salvare il primo posto in classifica di Hakkinen. Todt cerca di trattenerlo con Domenicali, che si becca una botta in faccia. Alla fine, viene ricondotto a più miti consigli da una muraglia di energumeni ma scarica una raffica di insulti verso Coulthard, lo accusa anche di aver cercato di ucciderlo. “Ho visto le bandiere blu” dirà lo scozzese, “il team mi aveva informato perché ovviamente con tutta quell’acqua vedere negli specchietti era davvero difficile. Ho terminato la curva a sinistra e ho mantenuto la mia velocità verso il Pouhon per farlo passare. Non volevo certo che finisse così, è inaccettabile il suo comportamento dopo l’incidente. È disgustoso per un campione con tutti i suoi record. Avrebbe bisogno di aiuto per controllare la sua rabbia”. Anni dopo, ammetterà che in effetti la colpa dell’incidente è stata sua. “Riflettendoci” spiegherà nel 2003, “quando Michael mi ha gridato che avevo cercato ucciderlo, pensava che io avessi frenato all’improvviso. In realtà, come dimostrarono i dati analizzati dagli steward non avevo frenato. La verità è che ho alzato il piede dall’acceleratore per farlo passare, ma l’ho fatto sotto il diluvio e in traiettoria. E non devi mai farlo. Ora che sono più esperto non lo rifarei mai. Allora non mi era ancora mai capitata una cosa del genere, ma di sicuro quando mi hanno avvisato che Schumi tentava di doppiarmi, avrei dovuto prendere una decisione migliore”.

Il trionfo – Dal caos, emerge di nuovo in testa Damon Hill, il pilota gentiluomo che conquista il suo 22mo, e ultimo, successo in Formula 1. Dietro di lui arrivano Ralf Schumacher, Jean Alesi (un altro mago della pioggia), Harald Frentzen, Pedro Paolo Diniz e Jarno Trulli che conquista il primo punto per la Prost. “E’ una sensazione grandiosa, non ho mai visto il team così felice” commenta Hill. Ma è soprattutto il giorno di Eddie Jordan. “Spa è sempre stato un circuito positivo per me” spiega, “anche in F3 e F3000. L’anno scorso siamo arrivati secondi, ma non c’è mai stato niente di paragonabile a questo. Credo che siamo riusciti a completare questa grande vittoria con stile e dignità”.

GP BELGIO – STORIA E NUMERI

Prima edizione: 1950, Spa-Francorschamps (vittoria di Juan Manuel Fangio, Alfa Romeo)

Gara più lunga: 1952 (3h 03m 46.3s)

Gara più breve: 2004 (1h 08m 05.0s)

Vittorie dalla pole: 21 su 59

Vittoria dalla più bassa posizione in griglia: 16° (Michael Schumacher, Benetton, 1995)

Le vittorie Ferrari

1952 Ascari

1953 Ascari

1956 Collins

1961 P.Hill

1966 Surtees

1975 Lauda (Zolder)

1976 Lauda (Zolder)

1979 Scheckter (Zolder)

1984 Alboreto (Zolder)

1996 M.Schumacher

1997 M.Schumacher

2001 M.Schumacher

2002 M.Schumacher

2007 Raikkonen

2008 Massa

2009 Raikkonen

ALBO D'ORO PILOTI

Vittorie

6 – Michael Schumacher

5 – Ayrton Senna

4 – Jim Clark, Kimi Raikkonen

3 – Juan Manuel Fangio, Damon Hill

2 – Alberto Ascari, Emerson Fittipaldi, Niki Lauda, Alain Prost, Sebastian Vettel

1 – Nino Farina, Peter Collins, Tony Brooks, Jack Brabham, Phil Hill, John Surtees, Dan Gurney, Bruce McLaren, Pedro Rodriguez, Jackie Stewart, Gunnar Nilsson, Mario Andretti, Jody Scheckter, Didier Pironi, Carlos Reutemann, John Watson, Michele Alboreto, Nigel Mansell, David Coulthard, Mika Hakkinen, Felipe Massa, Lewis Hamilton, Jenson Button, Dani Ricciardo

Pole position

4 – Juan Manuel Fangio, Ayrton Senna, Alain Prost

3 – Graham Hill, Mika Hakkinen

2 – Niki Lauda, Mario Andretti, Nigel Mansell, Jacques Villeneuve, Juan Pablo Montoya, Lewis Hamilton

1 – Nino Farina, Alberto Ascari, Eugenio Castellotti, Mike Hawthorn, Jack Brabham, Phil Hill, Dan Gurney, John Surtees, Jim Clark, Chris Amon, Jackie Stewart, Emerson Fittipaldi, Ronnie Peterson, Clay Regazzoni, Jacques Laffite, Alan Jones, Carlos Reutemann, Michele Alboreto, Nelson Piquet, Rubens Barrichello, Gerhard Berger, Michael Schumacher, Jarno Trulli, Kimi Raikkonen, Giancarlo Fisichella, Mark Webber, Sebastian Vettel, Jenson Button, Nico Rosberg

ALBO D'ORO COSTRUTTORI

Vittorie

16 – Ferrari

14 – McLaren

8 – Lotus

4 – Williams

3 – Red Bull

2 – Alfa Romeo, Benetton

1 – Maserati, Mercedes, Vanwall, Cooper, Eagle, BRM, Tyrrell, Ligier, Renault, Jordan

Pole position

13 – Ferrari

11 – McLaren

9 – Williams

5 – Lotus

3 – BRM, Renault

2 – Alfa Romeo, Maserati, Red Bull, Mercedes

1 – Lancia, Cooper, Brabham, March, Ligier, Jordan, Force India

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