F1 GP Belgio: Mercedes, ora è guerra aperta
Rivoluzione nelle Ardenne. Per una volta, le Mercedes giocano il ruolo da comprimari e il proscenio resta riservato a Ricciardo, alla terza vittoria stagionale, la seconda di fila, sempre più unico vero rivale delle Frecce d'Argento, a Bottas, al quarto podio nelle ultime cinque gare, e a una Ferrari di nuovo competitiva. Rosberg, fischiato sul podio, riesce comunque a chiudere secondo e allungare a 29 punti il vantaggio su Hamilton. Ma il contatto con il compagno di squadra a Les Combes al secondo giro avrebbe meritato quanto meno un'indagine da parte dei commissari. Duro il commento di Wolff: "È stato un episodio inaccettabile. non deve succedere". "Wolff ha ragione" rincara Lauda, "soprattutto perché è successo al secondo giro, non al penultimo. La colpa è tutta di Rosberg, che veniva da dietro".
Guerra Mercedes – E' un momento chiave nel Mondiale, destinato al di là delle parole di aprire la guerra in casa Mercedes. E' uno di quei contatti che riportano più che mai alla mente gli incidenti Senna-Prost. Il tedesco, bruciato in partenza da Hamilton e Vettel, poi finito lungo al Kemmel, attacca Hamilton all'esterno ma tocca e taglia la posteriore sinistra. "Rosberg mi ha colpito, Rosberg mi ha colpito" dice deluso e incredulo via radio Hamilton dopo lo scontro. Ancora una volta, più ancora che in occasione dello schianto in qualifica a Montecarlo, il confine tra l'incidente di gara e l'atto premeditato è labile: è vero, infatti, che Rosberg sapeva di dover essere aggressivo lì, ma è altrettanto vero che un pilota lo sa che 9 volte su 10 la gomma di chi viene toccato si rompe. Chi si aspettava le scuse di Rosberg a fine gara, però, è rimasto deluso: "Avevo una traiettoria buona, ho provato ad attaccare all'esterno, e sfortunatamente ci siamo toccati" si è limitato a dire il tedesco. "E' un episodio che ha danneggiato la gara di entrambi, è deludente dal punto di vista della squadra. Ho bisogno di rivedere come è andata, poi farò altre considerazioni". Il leader del Mondiale deve rientrare per cambiare l'ala anteriore, viene bruciato in velocità con facilità disarmante da Bottas, con l'aiuto dal DRS, al Kemmel (giro 17), e abbandona la lotta per la vittoria. Salva comunque il podio, e può essere soddisfatto così, anche se rimane una domanda irrisolta: perché non è stato messo sotto indagine? Hamilton langue 16mo e gira perfino più lento di Sutil. Tutta la sua gara è racchiusa nell'interrogativo esistenziale con cui approccia la terza sosta ai box: "Che sta succedendo?".
Ferrari, bene solo Raikkonen – Torna rampante il Cavallino, rimasto troppo mogio in questa prima parte di stagione. Raikkonen risorge e sfodera la miglior gara dell'anno a Spa, giustificando la conferma, annunciata da Mattiacci poche ore prima della partenza, anche per il 2015. Lui che è stato in testa più di ogni altro, tra i piloti in attività, che ha vinto quattro volte (unico in pista oggi nell'elite dei sei in grado di imporsi più di tre volte all'università della Formula 1), aggancia il secondo posto, lo difende fino al 37mo giro, ma soffre con i pneumatici usurati e si arrende prima a Rosberg, poi a Bottas. Peccato solo che Alonso perda un paio di posizioni nell'ultimo giro, nell'entusiasmante duello a quattro con Vettel e le McLaren, e chiuda ottavo, anche se Magnussen che l'ha apparentemente ostruito è sotto investigazione. La sua è una gara interamente in salita, che rovina con un ultimo giro troppo rassegnato. Lascia infatti la griglia in ritardo per il giro di ricognizione, i meccanici lavorano oltre il limite consentito. Riceve perciò una penalità di 5″ ai box, che sconta al 13mo giro durante il primo pit stop. Rientra decimo, con le soft, e guadagna subito una posizione dopo un duello ruota a ruota con Perez chiuso col sorpasso all'esterno del Rivage. Duella con tutti, guadagna altre tre posizioni, ingaggia una muscolare battaglia con Magnussen, brillantissimo come Button, che si stanno giocando anche la riconferma per l'anno prossimo. Si perde un po', lo spagnolo, nella battaglia finale. Quando il gioco si fa duro, va lungo all'Eau Rouge e danneggia l'ala anteriore tamponando Vettel alla Source: perde così punti che avrebbero potuto essere decisivi nella lotta per il terzo posto nel Mondiale costruttori.
Red Bull – Paga e non poco, dunque, la scelta Red Bull di partire con un assetto molto scarico, di sacrificare il suo tradizionale punto di forza alla ricerca di punte di velocità più alte nel primo e nel terzo settore. La scuderia ha anche imposto alla Renault una ridefinizione delle competenze nello sviluppo della power unit, che paga 60 cavalli rispetto ai propulsori Mercedes: ora Renault si concentra su motore e turbo, mentre a Milton Keynes la Red Bull cura direttamente la parte elettrica e l'unità di recupero dell'energia. Una ridefinizione che potrebbe rappresentare il primo passaggio verso l'autoproduzione dei motori, magari già dal 2015, ipotesi emersa dopo il fallimento nel Gp "di casa" in Austria, e di fatto mai smentita.
L'ORDINE DI ARRIVO
1 Ricciardo
2 Rosberg
3 Bottas
4 Raikkonen
5 Vettel
6 Magnussen
7 Button
8 Alonso
9 Perez
10 Kvyat
11 Hulkenberg
12 Vergne
13 Massa
14 Sutil
15 Gutierrez
16 Chilton
17 Ericsson