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F1, GP Canada: dominio Mercedes, ma Vettel si avvicina

Hamilton firma la quinta pole in Canada, la numero 53 in carriera, ma non batte il record della pista. Vettel riduce il distacco a meno di due decimi. Raikkonen non sfrutta bene l’unico giro lanciato in Q3. Le Red Bull si inseriscono fra le due Ferrari e promettono battaglia.
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Non si scampa alla legge di Lewis Hamilton. Il britannico firma la sua quinta pole in Canada, due secondi più veloce dell'anno scorso, la numero 53 in carriera. Prima fila tutta Mercedes, ma Vettel è lì, staccato di soli 178 millesimi, ad arpionare un terzo posto che sa di ripresa. Accanto a lui, in quarta posizione per la quinta volta in stagione, partirà Ricciardo che proprio all'ultimo, rischiando di finire sul Wall of Champions, "ruba" la seconda fila a Verstappen. L'olandese partirà quinto davanti a Raikkonen, che non è riuscito a sfruttare al meglio il suo unico tentativo in Q3 ed ha chiuso a sette decimi dalle Frecce d'Argento. In top ten anche le due Williams di Bottas e Massa, settimo e ottavo, Hulkenberg e Alonso.

Decisivo il T3 – Hamilton è il primo a scendere sotto il muro dell'1:13, ma rimane comunque lontano dal record della pista, dall'1:12.875 di Ralf Schumacher che resiste ormai dal lontano 2004. Vettel sfiora il Wall of Champions con gomme usate, poi si lancia con un treno di pneumatici nuovi. La pole, di fatto, si decide nel terzo settore. Qui perde terreno Ricciardo nel suo giro migliore, qui perde tantissimo Raikkonen. Vettel, invece, diventa il terzo a scendere sotto l'1:13 e riporta il sorriso in casa Ferrari.

Vettel vicino  -Ottimismo che già serpeggiava per il secondo posto provvisorio di Vettel in Q1, staccato solo di due decimi da Rosberg, con Hamilton solo quarto. Vettel e il campione del mondo hanno iniziato a duellare già dal primo giro lanciato, con il campione del mondo che gli ha chiuso due volte la porta. Mentre scendono le prime gocce di pioggia alla fine della Q1, deve rassegnarsi all'eliminazione Haryanto, che inizia perdendo un pezzo di carrozzeria sotto il ponte e finisce perdendo il posteriore alla prima chicane e finisce contro il muro. Fuori anche le due Sauber, mai arrivate nemmeno in Q2 dall'inizio della stagione, con Ericsson 19mo che sarà arretrato di tre posizioni, e Palmer che tocca solo il Wall of Champions. Il momento difficile della Renault, dunque non sembra avere fine. Non solo Kevin Magnussen non può prendere parte alle qualifiche per il botto che ha chiuso in anticipo l'ultima sessione di prove libere. I tecnici dovranno interamente sostituire la scocca perché un braccio della sospensione ha bucato il telaio, il secondo andato distrutto fra Monaco e Montreal. Di conseguenza, il danese correrà in sostanza con il telaio che era stato usato nei test invernali.

Bene Bottas e Ricciardo – Qualche squillo arriva anche da Bottas, quinto alla fine della Q1 su una Williams che presenta un'ala anteriore rivista nel disegno dei piloncini per ottenere un maggiore flusso d'aria al posteriore. Bene anche Ricciardo e Verstappen, che se l'è cavata solo con una reprimenda per l'incidente sfiorato ieri con Bottas. I piloti Red Bull  riescono ad avvicinare molto Ferrari e Mercedes già dalla Q1. Non si possono negare, dunque, i progressi della power unit Renault che lo stesso Chris Horner ha apprezzato. "Sembra che ora ci sia una chiara direzione riguardo lo sviluppo" ha detto. Non ci facciamo illusioni. Le regole non sono cambiate, ora sappiamo cosa dobbiamo fare per sfruttare al massimo il potenziale in ogni area possibile".

Red Bull, il muso corto aspetta – Ancora non si vede, invece, il muso corto estremo e omologato della Red Bull, comunque sotto osservazione per l'eccessiva mobilità dell'ala e dell'S-Duct (così come la Ferrari), che dovrebbe comunque debuttare a Baku. Una soluzione pensata per riuscire a massimizzare il flusso d'aria nonostante il regolamento limiti a 150 mm l'altezza massima dal suolo. In questo modo si sfrutta al meglio il cosiddetto vortice Y250 che si crea per la differenza di pressione nei 250 millimetri al centro della vettura: sfruttare l'effetto suzione verso il posteriore garantisce un migliore comportamento in curva e una maggiore efficienza aerodinamica, aspetto su cui la Red Bull è ancora davanti a tutti.

Sainz vittima del Wall of Champions – In Q2, anche senza troppe gocce di pioggia, la pista rimane comunque umida e questo rende più difficile per tutte le squadre mandare le gomme in temperatura. Il primo a farne le spese è Sainz, che va a toccare l'erba bagnata e finisce vittima del Wall of Champions, lui che aveva appunto dichiarato alla vigilia di non aver abbandonato il sogno di diventare campione del mondo con la Red Bull. Per ora, con i campioni del mondo, ha solo un botto sul muro più famoso e temuto della Formula 1.

Q2, Ferrari indietro – Alla ripresa, con meno di 12 minuti rimasti e solo cinque piloti con un tempo cronometrato, il traffico diventa un fattore in più a sparigliare destini e fortune. Sotto gli occhi di Jean Alesi, che qui ha vinto il suo unico gran premio in carriera, Hamilton e Rosberg ristabiliscono gerarchie e distacchi intorno al mezzo secondo con le ultrasoft. E le Ferrari, che hanno un range di configurazioni piuttosto ristretto perché le gomme entrino in temperatura e funzionino al meglio, soffrono più dei concorrenti l'attesa e la pista umida. Notevole lo spunto finale di Alonso che,con la nuova power unit costata due gettoni per ottenere una maggiore efficienza nell'erogazione della potenza e nell'utilizzo dell"ERS, e la nuova specifica del carburante, aggancia per la terza gara consecutiva la top-10 che invece sfugge a Button per un paio di decimi. Il britannico partirà dodicesimo per la quinta gara sulle sette di questa stagione (e non è mai andato più avanti di così in griglia). Tagliati fuori anche Perez, Kvyat, che perderà comunque tre posizioni, Gutierrez e Grosjean.

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