F1, GP Canada: prime crepe in Mercedes, Ricciardo vero campione
Per la prima volta le Mercedes vanno in difficoltà. Per la prima volta le Frecce d'Argento sembrano “umane”. Per la prima volta, soprattutto, non vincono. Dopo sei gare e 37 giri di dominio, Hamilton e Rosberg cominciano a girare un secondo più lento degli altri, forse per problemi di temperatura, per qualche parametro saltato al brake-by-wire. I due si fermano al 44mo giro, e qualche problema di inserimento della posteriore destra di Rosberg consente a Hamilton di stare davanti al compagno di squadra. Ma è una soddisfazione breve per il britannico, che vede del fumo che esce dal motore ed è costretto al ritiro. I problemi al complesso frenante non si risolvono nemmeno per Rosberg, che perde molto soprattutto nel terzo settore, con i rettilinei più lunghi, perché è costretto a frenare prima e ridurre così la velocità di punta anche di 20 kmh nel tratto in accelerazione. L'effetto è un gruppo insolitamente compatto: a 16 giri dalla fine, i primi otto sono divisi da appena 7 secondi. Alla fine, Ricciardo stampa due sorpassi da campione, prima su Perez, poi proprio su Rosberg a due giri dal traguardo. Così conquista la sua prima vittoria in F1, il terzo podio di fila dopo due terzi posti, su una pista simile a quella di Melbourne, dove il secondo posto gli fu tolto per colpe non sue, per i flussimetri della discordia. E' un premio ai sacrifici dei genitori italiani emigrati a Perth, del ragazzo vissuto a Viareggio quando cercava di farsi le ossa nelle serie minori, dove già manifestava quell'attenzione ai dettagli, quella voglia di guidare e di sviluppare la macchina che sta facendo la differenza nel duello interno con Vettel. Rosberg si consola comunque con un secondo posto che gli consente di allungare su Hamilton in classifica mondiale. Ora il suo vantaggio è di 22 punti, 140 a 118.
Massa e Perez rovinano tutto – Felipe Massa è il primo pilota non Mercedes a completare un giro in testa dall'inizio del Mondiale, ma deve fermarsi subito dopo ai box. Il brasiliano ha velocità di punta più alte delle Red Bull e si lancia, a nove giri dalla fine, all'inseguimento di Vettel e Ricciardo dopo lo spettacolare doppio sorpasso al compagno di squadra Bottas, che comunque non ha obbedito all'ordine di scuderia di lasciar passare il brasiliano, e Hulkenberg. Massa e Perez, partito dodicesimo e ritrovatosi terzo all'ultimo giro, avrebbero potuto firmare l'impresa di giornata. Ma il brasiliano sbaglia completamente il tempo della frenata e travolge Perez a poche curve dalla fine. Un incidente spettacolare, per fortuna senza conseguenze, che toglie alla Force India un podio che sarebbe stato più che meritato per il messicano, che aveva saputo sfruttare al meglio la strategia a una sosta e il lungo tratto iniziale con le gomme super-soft, un classico della Force India che anche l'anno scorso era riuscita a rimanere in pista per molti giri con lo stesso treno di gomme.
Red Bull, festa doppia – La Red Bull festeggia così la prima vittoria di un motore ibrido non Mercedes e il rinnovo di Adrian Newey. La notizia ha spento il sogno degli avversari, Ferrari compresa, di assicurarsi l'artefice principale dei quattro titoli di Vettel. Come parte del nuovo accordo, si legge nel comunicato diffuso dalla scuderia, “Adrian lavorerà su nuovi progetti della Red Bull Technology, e sarà consulente e tutor della Infiniti Red Bull Racing nello sviluppo delle vetture di Formula Uno per le prossimi stagioni. I dettagli dei nuovi progetti saranno annunciati a tempo debito”. Secondo quanto rivelato da Auto Motor und Sport, è proprio la promessa di un coinvolgimento più ampio l'asso calato dalla Red Bull per controbattere l'offerta della Ferrari, che avrebbe messo sul piatto 20 milioni di dollari. Come scrive il corrispondente Michael Schumidt, la Red Bull sta progettando di costruire un nuovo centro nelle vicinanze di Milton Keynes, e da qui Newey seguirà da responsabile in capo progetti che vanno “dallo studio di innovative vetture stradali fino ai più moderni aeroplani”, magari con la segreta speranza che un giorno questa attività gli faccia sentire la mancanza della competizione e lo spinga a disegnare una nuova monoposto di F1.
Dubbi Ferrari – La Ferrari ha deluso ancora. Al di là delle pressioni sui commissari perché Kvyat l'avrebbe rallentato, Kimi Raikkonen fa di tutto per rispecchiare il suo nickname e raffreddare gli entusiasmi dei tifosi. Non a caso già ieri sono iniziate voci insistenti su un possibile appiedamento di Iceman a fine stagione, una scelta che ripeterebbe lo scenario del 2009. Raikkonen, però, ha un contratto fino al 2015 e, come ha dichiarato una fonte interna alla rivista tedesca Sport Bild, “la Ferrari non vuole farlo di nuovo”, anche perché allontanare Raikkonen costerebbe alla scuderia circa 30 milioni di euro. Certo, non è proprio una motivazione rassicurante. Alonso ha provato a fare il suo, ha spinto al massimo quando ha trovato davanti pista libera nella seconda metà di gara, ha agganciato il trenino di testa approfittando dei problemi di Rosberg, ma non va oltre il sorpasso su Bottas infilato all'esterno alla prima staccata del giro 60. Il sesto posto, arrivato dopo il botto Massa-Perez e il sorpasso in extremis di Button, non può soddisfare l'asturiano e la scuderia tutta, che aveva investito molto nelle novità alla power unit e all'assetto per questo Gran Premio. Novità che sono arrivate ma hanno consentito il cambio di passo solo nelle libere del venerdì, ma quando il gioco si fa duro, ancora una volta la Ferrari smette di giocare.
Un po' di numeri – Ricciardo ha vinto partendo dalla terza fila, dal sesto posto. Dal 1996, anno dell’ultima modifica significativa del disegno del tracciato, in 12 occasioni ha vinto chi è partito in prima fila (70,6%) con le sole eccezioni di Schumacher, Button e Raikkonen. Il tedesco ha vinto due volte partendo terzo e una sesto, proprio come l'australiano con i genitori italiani, nel 2004. Il britannico e il ferrarista hanno saputo fare meglio, rimontando dalla settima posizione rispettivamente nel 2011, il GP più lungo della storia, e nel 2005. Allargando la visuale al complesso delle gare sul circuito dell'isola di Notre Dame, quella di Ricciardo è la quarta vittoria ottenuta partendo dalla terza fila.