F1, GP Giappone: dietro le Mercedes, il vuoto
Prima volta in prima fila a Suzuka per Lewis Hamilton. Niente pole, però, per il britannico. All'ultimo tentativo Rosberg, mai a podio in Giappone in carriera, stampa intertempi record e chiude in 1.32.506, un secondo e mezzo più lento dell'1.30.915 che valse la pole a Mark Webber l'anno scorso. Un tempo sufficiente comunque per staccare il compagno di squadra di 197 millesimi. I valori non cambiano rispetto alle libere di ieri. Tutta Williams la seconda fila, con Bottas quattro decimi più veloce di Massa e unico pilota capace di contenere il divario dalle Frecce d'Argento sotto il secondo, anche grazie al cofano motore più rastremato come a inizio stagione. Per Alonso, mai tra i primi 3 in stagione in griglia nonostante otto piazzamenti in top-3 in FP2, arriva solo l'ennesimo quinto posto. Non hanno spinta le Red Bull, invece. Vettel, partito sempre in prima fila nelle cinque precedenti partecipazioni a Suzuka, e Ricciardo, che va in sovrasterzo ed esce sulla via di fuga asfaltata alla Degner 2 alla fine della Q2, si salvano solo in extremis dal taglio. Le ragioni le spiega Chris Horner a Sky: è stata scelta una configurazione "da bagnato", per cui le vetture perdono velocità in rettilineo. L'australiano, che chiude sesto comunque si conferma così l'unico insieme a Rosberg sempre in Q3 in tutte le gare della stagione.
Ferrari – Nemmeno a Suzuka, nonostante le entusiastiche dichiarazioni sull'assetto della sua Ferrari, Raikkonen riesce a uscire dalla pancia del gruppo. Unico a girare in Q1 con le medie insieme alle Sauber, alle Force India e alle Toro Rosso, chiude il primo stint al settimo posto, più performanti nel breve, mezzo secondo più lento di Alonso con le dure. E in Q3 si limita a un solo tentativo, con gomme medie nuove, ma non si schioda da un anonimo decimo posto. C'è sempre più un'aria di rassegnazione in casa Ferrari, dopo la presa di coscienza dell'addio di Alonso, messo dal Mundo Deportivo sulla scia di grandi del passato come Alain Prost e Nigel Mansell, fino allo stesso Michael Schumacher che hanno scelto di fermarsi dopo aver ricevuto offerte non ritenute all’altezza. Un'aria dimostrata una volta di più dall'assenza di innovazioni sulle F14T se si esclude la nuova veste del rivestimento per evitare la dispersione termica da parte dei collettori di scarico con una trama più spessa e una migliore copertura dei collettori.
Effetto domino – L’effetto domino è iniziato. Sebastian Vettel fa valere una clausola del contratto, secondo cui si sarebbe potuto liberare se non fosse risultato tra i primi tre in classifica al 30 settembre, e lascia la Red Bull. A questo punto tutto lascia presagire, in attesa dell'ufficialità, un passaggio in Ferrari, anticipato dall'addio del suo capo meccanico, Kenny Handkammer e dall'indiscrezione secondo cui Riccardo Adami, ingegnere di pista di Vettel ai tempi della Toro Rosso, si starebbe preparando per approdare a Maranello. Secondo quanto riferisce Autosport, Alonso non è mai stato considerato come possibile sostituto di Vettel. "Alonso è un pilota fantastico" ha detto Horner. "ma la nostra politica è di investire all'interno e dare una chance ai nostri ragazzi". Per questo al posto del quattro volte campione del mondo arriverà Daniil Kvyat, promosso dalla Toro Rosso. E Horner ha lasciato intendere che il russo potrebbe già essere chiamato a una prova in Red Bull nell'ultima gara di quest'anno, a Abu Dhabi. A questo punto aumentano le chance di vedere Carlos Sainz jr., altro figlio d'arte candidato numero 1 per il titolo in Formula Renault 3.5 e altro prodotto del programma Red Bull Junior Team, al posto del russo in Toro Rosso.
Le Frecce volano – Nella botta del mattino, verso la fine della FP3,Hamilton ha divelto la ruota anteriore sinistra, ma al primo giro in Q1 stampa il record del primo settore ed è subito davanti a Rosberg, per 6 centesimi. Il dominio delle Mercedes. come si intuiva già dalle libere di ieri, è enorme. Le Frecce d'Argento, in pista con una configurazione da alto carico, continuano a presentare piccole novità aerodinamiche, come la carrozzeria più rastremata al posteriore e deviatori di flusso verticali di forma diversa rispetto ai precedenti, e danno sette decimi a tutti in Q1: e pensare che sia Rosberg sia Hamilton sbagliano alla Triangle… In Q2 il distacco dalla concorrenza si mantiene, tanto che le Mercedes non entrano nemmeno per un secondo stint, risparmiando così anche un set di pneumatici. E la storia non cambia quando il gioco si fa duro, anzi.
Come si cambia… – Maldonado, primo degli esclusi in Q1, per soli 2 centesimi, chiude 17mo ma sarà arretrato di cinque posizioni perché ha cambiato per la sesta volta il motore termico e ne perderà altre cinque in griglia a Sochi: la penalità infatti è di 10 posti e in base al regolamento va scontata integralmente, eventualmente spalmandola su due gare. Escluso anche Grosjean, che solo un anno fa si giocava la vittoria con le Red Bull e riuscì a rimanere in testa per 26 giri.
LA CLASSIFICA