F1, GP Russia: Mercedes, arriva il primo titolo costruttori
Festa Mercedes a Sochi. Doppietta numero 14 per le Frecce d'Argento, la nona stagionale, che vale il Mondiale costruttori. Ai limiti dell'imbarazzante, per la concorrenza, la superiorità delle Mercedes con Rosberg, ultimo dopo il primo giro per aver bloccato le ruote alla seconda curva ed essersi fermato ai box, e capace di risalire fino al secondo posto. Al termine di una gara condotta praticamente con lo stesso treno di gomme, benché si tratti del terzo circuito più lungo del Mondiale, celebra così il 24° podio in carriera, come Moss, Surtees e Jones. Hamilton, che ha superato Lauda al decimo posto all time per numero di giri al comando e ha la più alta percentuale di GP conclusi tra chi ha preso parte ad almeno 100 gare, raggiunge Mansell a 31 vittorie in carriera: è, seppure a pari merito, il britannico più vincente di sempre. Soprattutto ha vinto il suo quarto GP di fila, come gli era già successo a inizio stagione in Malaysia, Bahrain, Cina e Spagna. E' un messaggio chiarissimo nella corsa al titolo, che ora lo vede in testa con 17 punti di vantaggio su Rosberg: nessuno ha mai completato un parziale di vittorie simile senza poi laurearsi campione del mondo a fine anno. Quinto podio per Bottas, che eguaglia Taruffi, De Cesaris e Panis, e stampa il miglior giro all'ultimo passaggio, unico a scendere sotto l'1.41. Quinto posto per Magnussen, che non era mai andato così bene dopo il GP d'Australia. Ancora una gara negativa per le Ferrari. Record negativo per Raikkonen, tra i primi cinque solo a Spa nei primi 16 GP stagionali. Alonso solo , frenato anche da inspiegabili errori al pit stop: e vale a poco la consolazione di aver tenuto abbastanza agevolmente dietro Ricciardo negli ultimi giri.
Colpo di scena – Rosberg rischia tutto alla prima curva, blocca le ruote, passa Hamilton ma taglia la chicane e deve restituire la posizione al compagno di squadra. Sente troppe vibrazioni, poi, e deve fermarsi ai box al primo giro, come Massa che ha cambiato motore prima della gara ma non è stato penalizzato perché ne ha montato uno usato. "Ora andiamo fino alla fine con questo treno di gomme" gli dicono via radio. Continua però a girare su ritmi praticamente da podio, e al 14mo giro è a 13 secondi da Button (allora terzo). Simpatico il siparietto a 15 giri dalla fine tra il tedesco e i suoi ingegneri al box via radio. “Nico, pensi di riuscire ad arrivare fino alla fine con queste gomme?” gli chiedono. “Facile!”.
Ferrari – La Pirelli aveva suggerito il cambio gomme intorno al 34° giro, ma si fermano tutti prima del 25°, segno che il consumo delle gomme è maggiore del previsto. Raikkonen, che ha sempre detto di aver bisogno di una macchina molto performante all'anteriore per fare risultati, viene sfilato non solo da Vergne ma perfino da Rosberg alla curva 2, e chiude con un anonimo nono posto. Alonso, ad aumentare i rimpianti piccoli e grandi di una stagione storta, ha qualche problema con uno dei sollevatori al box quando stava lottando almeno per una possibilità di podio, sarebbe stato il suo 98°, il centesimo per la Spagna (uno a testa per DeLaRosa e DePortago). Prima la macchina viene tolta dai blocchi troppo presto, poi Alonso deve frenare prima di accelerare e lasciare il box con almeno sei secondi di ritardo. Lo spagnolo deve così rinunciare a diventare il secondo pilota dopo Michael Schumacher sul podio in 27 circuiti diversi, a due lunghezze dall'inarrivabile Prost. Alonso deve così accontentarsi di un sesto posto che può solo aumentare i rimpianti e moltiplicare le voci sul suo futuro lontano da Maranello.
Carriera in ballo – In tanti corrono per se stessi, per il futuro, per mantenere un posto in F1. Ottima la partenza di Vergne, che sfodera un sorpasso da applausi su Magnussen che però si riprende la quinta posizione con l'aiuto del DRS, mentre il francese, mai in top-5 in carriera, scivola indietro fino al 13° posto. Magnussen, che non ha certezze per il 2015, e Button fanno di tutto non solo per garantirsi un volante ma anche per evitare che la McLaren chiuda sesta nel Mondiale costruttori che sarebbe il peggior risultato dal 1981, la prima stagione di Ron Dennis, quando John Barnard disegnò la prima vettura interamente in fibra di carbonio (la MP4) per John Watson e Andrea de Cesaris, scomparso una settimana fa per un incidente di moto sul GRA di Roma. Va forte anche Vettel, che si ferma più tardi di tutti e tiene dietro un nervoso Ricciardo che si lamenta via radio, "sto perdendo troppo tempo". Si lamenta anche perché nelle primissime fasi di gara, mentre i due piloti Red Bull erano in lotta con Kvyat, destinato a sostituire il quattro volte campione del mondo ma incappato in una gara mediocre dopo la miglior qualifica stagionale, Vettel si è spostato verso destra in uscita dalla curva 11 per evitare il contatto con il russo, e ha finito per toccare l’anteriore sinistra di Ricciardo.
Forza Jules – In griglia, prima della partenza, tutti i piloti si sono raccolti in un abbraccio per incitare il pilota Marussia nella sua lotta più difficile. La Marussia ha perfino acceso nei box la monoposto numero 17, come a dire “Jules, noi siamo pronti…Ti aspettiamo“. Peccato che Chilton non riesca a onorarlo fino in fondo. Il britannico, che era riuscito ad arrivare al traguardo in tutti i primi 25 GP disputati in F1, è costretto al ritiro. Si ferma anche Kobayashi, ma non per problemi tecnici. "Mi hanno chiesto di rientrare ai box" ha spiegato alla BBC, "per evitare che certe parti della macchina si consumino troppo: abbiamo un sacco di limitazioni da questo punto di vista".