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F1, l’avvocato di Schumacher: “Le condizioni di Michael sono un affare privato”

Il legale della famiglia difende il rispetto per la privacy del campione tedesco : “L’incidente è stato un evento di attualità, il recupero e la degenza non lo sono”.
A cura di Valeria Aiello
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Il rispetto per la privacy è una priorità per la famiglia di Michael Schumacher. A ribadire l’importanza della riservatezza per le condizioni del campione di Kerpen è Felix Damm, l’avvocato della famiglia del sette volte campione del mondo di Formula 1, che interpellato dall’agenzia Dpa ha escluso che fan e appassionati abbiano diritto di conoscere le reali condizioni di salute di Schumacher. Dall’incidente sulle nevi di Meribel del 29 dicembre del 2013, dopo alcuni mesi passati in coma, nel giugno del 2014, Schumacher era stato trasferito in una clinica riabilitativa in Svizzera, per poi proseguire il suo percorso di recupero nella sua residenza di Gland, sulle rive del lago di Ginevra. Da allora, né la famiglia Schumacher né la sua manager Sabine Kehm hanno mai rilasciato dettagli sulle sue condizioni.

Le condizioni di Michael sono un affare privato

Secondo il legale di Schumacher “l’incidente è stato un evento di attualità che poteva essere riportato”. Non è però così per il suo attuale stato di salute. “Non c’è alcun motivo” di fornire ulteriori dettagli, ha ribadito Damm. “Una volta trasferito dall’ospedale e avviata la riabilitazione, il pubblico è escluso”.

Il silenzio della famiglia

Per quanto possa essere comprensibile, il riserbo mantenuto dalla famiglia Schumacher nei due anni trascorsi dall’incidente sugli sci ha però alimentato le tante indiscrezioni sulle condizioni del campione tedesco. Voci di speranza che puntualmente l’entourage del Kaiser ha bollato come semplici speculazioni. Non da ultime, quelle pubblicate dalla stampa tedesca che avevano rivelato come, seppur molto dimagrito, Schumacher fosse in grado di camminare e muovere un braccio. Un “miracolo” di Natale che Sabine Kehm aveva prontamente smentito, ritenendole non solo “false” ma anche irresponsabili per la falsa speranza generata in coloro che attraverso la stampa tentano di carpire qualche informazione da fonti vicine alla famiglia. Al coro di quanti lamentano la mancanza di rispetto nei confronti di chi con apprensione si interessa alla salute di Schumacher, nei giorni scorsi era stato anche Willi Weber, il manager tedesco con cui nel 1991 l’asso di Kerpen debuttò in F1. “Mi impediscono qualsiasi contatto con Michael” aveva rivelato, esprimendo il suo rammarico per le tante scuse e giustificazioni con cui la famiglia Schumacher continua a negargli una visita di cortesia. “Non conosco le ragioni e non né comprendo il perché” aveva ribadito attraverso Facebook. Una situazione per la quale l’ex manager non ha nascosto dispiacere, ribadendo la sofferenza personale per l’essere stato escluso dalla vita privata di Schumacher nonostante il forte legame che lo stringe al campione tedesco da oltre 20 anni.

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