8 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

F1, la Ferrari è la regina del GP Germania (video)

Il Cavallino è la scuderia con più vittorie nell’albo d’oro del GP di Germania, 21. Segue la Williams a 11. Riviviamoli tutti. La leggenda di Ascari e Fangio, le imprese di Surtees e Ickx al vecchio Nurburgring, l’indimenticabile rimonta di Barrichello a Hockenheim nel 2000.
8 CONDIVISIONI
Immagine

La Ferrari è la scuderia che ha vinto di più in Germania, 21 volte, 11 in più della Williams, seconda nell'Albo d'Oro del GP. Il Cavallino ha anche un altro record, i 14 successi al Nurburgring. Una serie iniziata nel 1951, nella prima edizione sulla Nordschleife, la pista da 22,8 chilometri che ha ospitato la corsa l'ultima volta nel 1976.

La leggenda di Ascari e Fangio – Ascari regala i primi successi al Cavallino su una delle piste storiche della F1 delle origini nel '51 e nel '52, anno in cui conquista 6 successi su 7 gare e firma il primo dei due titoli mondiali consecutivi. Perennemente insonne, colpito spesso da ulcera, morirà il 26 maggio 1955 a 36 anni. Anche suo padre Antonio morì a 36 anni, il 26 luglio 1925. Nella somiglianza delle date c'è un'analogia di quelle che fanno pensare all'esistenza di un disegno più grande. Sia Antonio sia Alberto hanno vinto 13 GP e sono morti su una curva veloce a sinistra, quattro giorni dopo essere sopravvissuti ad un altro incidente, e lasciando una moglie e due figli, che Alberto ha amato molto ma ha trattato duramente. “Non voglio che si affezionino troppo a me, soffrirebbero troppo se un giorno dovessi morire” confessava a Enzo Ferrari. Nel 1956, poi, Fangio non si limita a vincere. Domina dall'inizio alla fine, resta in testa per tutti i 22 giri e frantuma il record della pista che resisteva da 17 anni. Ha ottenuto da Enzo Ferrari di avere al fianco meccanici di sua scelta e lo ripaga portando la D50, evoluzione di un progetto Lancia del 1954 adattato alla filosofia del Cavallino dallo staff e dal consulente Vittorio Jano, al titolo.

L'unica a Avus – Nel 1959, per scaramucce di politica sportiva interne alla Germania, si corre sull'AVUS, acronimo di Automobil Verkehrs und Übungs-Straße (Strada per il traffico e per le prove delle Automobili). Si tratta di due rami da 10 km di quella che oggi è l'autostrada A115, attraverso la foresta del Grunewald, uniti da curve di ritorno (dal 1936 la Curva Nord viene resa sopraelevata). Quell'edizione della corsa si disputa con un formato simile a quello degli attuali GP di Superbike, con due gare da 30 giri. La Ferrari, che non hanno partecipato al precedente appuntamento in calendario a Silverstone, piazzano tre vetture su tre sul podio. Vince Tony Brooks, davanti a Dan Gurney e Phil Hill che negli ultimi giri di gara 2, raccontano le cronache dell'epoca, “avanzano vicini e scambiandosi le posizioni quasi a ogni giro senza nessun concorrente in vista”. La festa, però, è amara. Nella gara di supporto per vetture sport, infatti, muore Jean Behra per un cedimento di un supporto della sua Porsche. Behra era stato ingaggiato dalla Ferrari per la stagione 1959, ma aveva deciso di lasciare la squadra proprio prima di quel GP per le polemiche nate dopo l'arrivo di Brooks.

La doppietta di Surtees – Nel 1963 John Surtees si laurea due volte al Nurburgring, l'università della F1: conquista sia alla 1000 chilometri sia il GP di Germania davanti alla Lotus di Clark, che ha rinunciato ad attaccarlo per problemi al motore, e la BRM di Ginther. L'anno successivo, Surtees parte in pole position. Fa freddissimo quel 4 agosto del 1964, giorno del debutto assoluto per una Honda in F1: la guida l'americano Ronnie Bucknum, anche lui all'esordio, che però è ultimo in griglia e si ritira dopo 12 giri. Abbandonano anche Clark (motore rotto) e Gurney (surriscaldamento). Surtees, che vincerà il suo unico Mondiale a fine stagione, veleggia in una gara che definisce “molto bella e totalmente priva di problemi” davanti a Hill e al compagno di squadra Lorenzo Bandini.

Ickx e il Grande Slam – Problemi di motore e prestazioni al di sotto delle aspettative caratterizzano la stagione 1972 della Ferrari, sempre più in affanno contro la concorrenza inglese (Lotus, Tyrrell and McLaren). Un solo successo per il Cavallino, che chiuderà al quarto posto il Mondiale costruttori. Ma è una vittoria che entra nella leggenda. Al Nurburgring Jacky Ickx, che aveva già vinto tre anni prima con la Brabham, stampa la pole in 7:07.000, 13 secondi più veloce del miglior giro in qualifica di sempre, firmato l'anno prima da Jackie Stewart, che gli parte accanto in prima fila e perde una grande occasione. Il suo rivale per il Mondiale, Fittipaldi, si ritira con il cambio che prende fuoco poco prima dei box al decimo dei 14 giri. Ma Stewart finisce fuori pista alla Hatzenbach mentre lotta per il secondo posto con Clay Regazzoni, che regala alla Ferrari una doppietta storica. Ickx conquista la decima, e ultima, vittoria in F1 e l'unico suo Grande Slam: pole position, giro più veloce e prima posizione mantenuta dal primo all'ultimo giro.

Lo show di Regazzoni – All'edizione del 1974, undicesima prova del Mondiale, si arriva con una classifica incertissima. Primo il nuovo asso della Ferrari, Niki Lauda, con 38 punti, secondo a 37 Fittipaldi, passato con qualche polemica dalla Lotus alla McLaren. A 35 il baffuto ferrarista Regazzoni e Jody Scheckter con la Tyrrell. La prima fila è tutta Rossa: Lauda in pole, Regazzoni secondo staccato di soli 3 decimi. Prende subito la testa della corsa, però, mentre Lauda con un errore che definirà “da stupido” tocca con l'anteriore destra Scheckter e finisce nelle reti di protezione. Si ritira anche Fittipaldi, che ha la peggio nel duello col compagno di squadra Hulme  e la Lotus di Ickx. Quello di Regazzoni è un autentico show, sui saliscendi del Nurburgring disegna il suo Gran Premio perfetto. Quando Jody Scheckter all’11mo passaggio fa segnare il miglior tempo sul giro, Clay ha oltre 45″ di vantaggio. Il trionfo lo porta in testa al Mondiale a 44 punti, 3 di vantaggio su Lauda e Fittipaldi. È il più continuo in quel Mondiale, è andato a punti in nove GP su 11. Ma in Ferrari continuano a puntare su Lauda e non sul baffuto che il “Drake” definirà “viveur, danseur, calciatore, tennista e, a tempo perso, pilota”. Fra i due litiganti, a godere sarà “El rato” Fittipaldi, che festeggia il suo secondo e ultimo titolo.

Dal fuoco alle stelle – La F1 abbandona il vecchio Nurburgring dopo l'incidente a Niki Lauda nel 1976, vinta da James Hunt (incidente peraltro ricostruito in tutti i dettagli nel film Rush sulla rivalità tra i due). Dall'anno successivo, il GP di Germania si corre a Hockenheim, che aveva già ospitato in via eccezionale la corsa nel 1970. E il primo vincitore sul nuovo circuito è proprio Lauda, che precede Niki Lauda conquistò il quattordicesimo successo nel mondiale, precedendo Scheckter e Stuck, che taglia il traguardo a motore spento e celebra il primo podio in carriera. Va a punti per la prima volta Patrick Tambay, che porterà la Ferrari al trionfo nel 1982. Altro successo francese per il Cavallino un anno dopo, con Rene Arnoux che vince davanti a Andrea De Cesaris, al miglior risultato in F1.

Il capolavoro di Alboreto – Gli anni '80 delle Rosse in Germania conservano un fotogramma su tutti: il capolavoro di Michele Alboreto nel 1985, che parte ottavo in griglia ma sfrutta tutte le potenzialità della sua 156-85 numero 27 e approfitta anche di un problema accusato dal suo rivale per il titolo, Alain Prost. È l'ultima vittoria italiana in Germania. Con questo successo, Alboreto sale in testa alla classifica ma da quel momento la Rossa soffre una serie di guasti tecnici e Alboreto chiuderà secondo a 20 punti dal Professore.

Gli anni '90 – Nel 1994, in quello che era ancora un tempio della velocità prima di essere snaturato dalla mano di Tilke, un po' a sorpresa le Ferrari 412T2 di Berger e Alesi si piazzano in prima fila. Il primo giro è devastante. De Cesaris tocca Zanardi e coinvolge Martini e Alboreto, Hakkinen e Blundell stringono Coulthard e generano contatti a catena: ne fanno le spese Irvine, Frentzen e Barrichello. Dopo pochi metri cede il motore di Alesi, prima che Katayama, in lotta per il terzo posti, tocchi Hill alla terza chicane: il ritiro per entrambi è inevitabile. Alla fine del primo giro, restano in pista in 13. Al 15mo giro la Benetton di Verstappen, compagno di squadra di Schumacher, prende fuoco al box ma i meccanici riescono a evitare la tragedia. Quattro passaggi più in là si spegne il motore Ford di Schumi e Berger conduce incontrastato fino alla bandiera a scacchi. Tre anni dopo l'austriaco vincerà qui il suo ultimo GP, con la Benetton.

Gli anni '90 si chiudono con la doppietta firmata Irvine, al terzo successo in F1, e Mika Salo, il sostituto dell'infortunato Schumacher, mentre Hakkinen, dopo aver festeggiato la 100ma pole McLaren, esce per l'esplosione del pneumatico posteriore sinistro.

Le ultime vittorie – Indimenticabile, nel 2000, la prima vittoria in carriera di Rubens Barrichello, che aspetta il 123mo GP in carriera per firmare un'impresa storica. Parte 18mo, sotto il diluvio, e aiutato dalla strategia e da una serie di circostanze fortuite, come l'incidente al via tra Fisichella e Schumacher, ha fatto commuovere tutti, compreso Jean Todt. Due anni dopo, nella prima edizione sul nuovo Hockenheimring nell'attuale configurazione, oggi nuovamente in discussione, Schumacher arriva da campione del mondo, duella a lungo con il fratello Ralf, partito in prima fila e terzo al traguardo, e porta la Ferrari a un passo dal Mondiale costruttori. È l'ultima gara nella storia delle Arrows, che lasciano la F1 dopo 291 GP. Schumacher trionfa ancora nel 2004, in una gara dominata che gli vale l'11mo successo su 12 in stagione, e nel 2006, quando completa la doppietta con Massa secondo e riapre la lotta per il Mondiale con Fernando Alonso. L'asturiano trionferà sulla Rossa nel 2010, davanti a Massa che al 48mo giro farà passare il compagno di squadra dopo una comunicazione via radio. L'ordine di scuderia, proibito dal regolamento dal 2003, viene sanzionato con una multa per la squadra, ma l'ordine d'arrivo resta e la Ferrari festeggia la 212ma vittoria della sua storia. Si ripete, Alonso, anche due anni fa. Comanda dall'inizio, controlla il rientro di Button nel finale, e celebra il 30mo successo in carriera.

8 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views