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F1, Mercedes 2014: non è la miglior stagione di sempre

Le Mercedes hanno chiuso il 2014 con il record di punti e di vittorie. Ma in un terzo delle gare uno fra Rosberg e Hamilton non sono andati a punti. Ecco perché non è la miglior stagione di sempre.
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Hamilton e Rosberg sono entrati nella storia della Formula 1. La Mercedes campione del mondo, con Hamilton iridato per la seconda volta e britannico più vincente di sempre, ha chiuso la stagione con 16 vittorie in 19 gare, con 18 pole e 12 giri veloci, 30 partenze in prima fila e 31 piazzamenti a podio. Ha chiuso con 701 punti, record assoluto, sugli 860 complessivi. Anche senza assegnare i punti doppi all‘ultima gara di Abu Dhabi, le Frecce d'Argento avrebbero comunque completato la stagione con 676 punti su 817, ovvero l'82,74% del totale disponibile. Ma è la migliore di sempre?

Abbiamo provato a confrontare il 2014 delle Mercedes con le altre stagioni in cui una squadra si è imposta con schiacciante superiorità. Abbiamo considerato i piazzamenti nelle singole gare, e per opportunità di confronto statistico abbiamo assegnato i punteggi attuali. In questo modo le prestazioni si possono paragonare al di là delle formule di assegnazione dei punti e dei calcoli per il Mondiale costruttori, che negli anni '60 e '70 prevedeva che per ogni gara fosse conteggiato solo il risultato del miglior pilota di ciascuna scuderia, che in molte edizioni poteva scartare i peggiori piazzamenti dalla classifica. Abbiamo così ottenuto la media punti che potremmo definire “normalizzata”, equiparata alle regole attuali, per ogni stagione. E il 2014 delle Frecce d'Argento si piazza solo terzo.

10.Williams '80: 62,79 – La Williams vince il primo titolo costruttori della sua storia con il punteggio allora record di 120 punti. La FW07, ispirata alla Lotus79, fa dell'effetto suolo l'arma vincente. Alan Jones vince sei gare, che però diventano cinque perché il Gran Premio di Spagna viene poi cancellato dal Mondiale per la guerra di potere tra la FISA, la federazione internazionale dell'automobilismo a cui fanno capo le squadre "legaliste" (Ferrari, Renault, Alfa Romeo) e la FOCA, l'associazioni dei costruttori, a cui appartiene anche la Williams. Il compagno di squadra, l'argentino Carlos Reutemann, chiude terzo: arriva otto volte a podio, ma le doppiette Williams sono solo due, nelle ultime due gare della stagione, in Canada (nel GP che consegna il Mondiale a Jones), e nell'ultimo GP di sempre disputato a Watkins Glen.

9.McLaren '84: 63,23 – Dal 1984 la Formula 1 non sarà più la stessa. John Barnard, il direttore tecnico voluto da Ron Dennis tre anni prima, completa il suo capolavoro. La MP4/2 è una macchina talmente perfetta che vincerà anche il Mondiale '85 e '86 praticamente nella stessa identica configurazione. Barnard, che già aveva convinto Lauda a tornare alle corse, ingaggia anche Prost, licenziato dalla Renault dopo aver mancato il titolo 1983. Il francese è più giovane e più veloce in qualifica, ma spesso perde il vantaggio accumulato in gara, mentre Lauda anche al sabato si concentra nel cercare l'assetto giusto per la gara. Il Mondiale vinto di mezzo punto è storia, come la rimonta abortita di Senna a Montecarlo. Le 12 vittorie stagionali, e le sole due gare senza punti, in Belgio e a Dallas fanno il resto. Da quell'anno vincere non basterà più. Dal 1984 tutti cercheranno di dominare.

8.Brabham '67: 66,81 – Jackie Brabham e Danny Hulme monopolizzano il Mondiale. Quattro le vittorie stagionali. Hulme chiude primo a Montecarlo nel giorno dell'incidente mortale a Lorenzo Bandini. Seguono tre doppiette: in Francia, nell'unica edizione del GP disputata a Le Mans sul circuito Bugatti, al Nurburgring, e in Canada, dove la Formula 1 arriva per la prima volta.

7.Williams '96: 70,35 – La FW18 è un'evoluzione della FW17B, disegnata da Patrick Head e Adrian Newey per il Mondiale '95. La Williams allinea i figli d'arte Jacques Villeneuve e Damon Hill, che ha un rivale in meno per il titolo. Michael Schumacher, infatti, è passato alla Ferrari, che però ha ancora tanti problemi di affidabilità. Hill domina la stagione con 8 vittorie (Australia, Brasile, Argentina, San Marino, Canada, Francia, Germania e Giappone), 10 podi e 97 punti, diciannove in più di Villeneuve. Diventa così l'unico campione del mondo con un padre iridato. Ha il rammarico di non aver vinto a Monaco, dove suo padre conquistò il successo cinque anni di fila, per la rottura del motore. E di essere stato tradito dal motore anche nel GP di casa. È partito in prima fila in tutte le 16 gare stagionali, eguagliando il record di Ayrton Senna nel 1989 e di Alain Prost nel 1993.

6.Red Bull 2013: 72,95 – Vettel chiude il Mondiale con 397 punti, 5 in più del suo record. Vince tutte le ultime nove gare della stagione, battendo il record di sette successi consecutivi che apparteneva ad Alberto Ascari e Michael Schumacher. Se la Red Bull 2013 è solo sesta, è per i piazzamenti non proprio esaltanti di Mark Webber, all'ultima stagione in F1. L'australiano litiga con Vettel in Malesia, perché sosteneva che il tedesco lo aveva sorpassato nonostante un ordine di scuderia differente. In Germania in Germania lotta con i primi ma perde una ruota ai box. Arriva secondo a Silverstone e in Giappone, dopo essere partito in pole (è la prima volta che si qualifica davanti a Vettel), e aggancia il terzo posto nella classifica piloti con tre podi nelle ultime tre gare.

5.Red Bull 2011: 79,56 – Il 2011 è la miglior stagione del duo Vettel-Red Bull spinto dagli scarichi soffianti, vera arma vincente di Newey. Sei vittorie e tre secondi posti nelle prime nove gare lanciano il tedesco. La macchina è affidabile: fino al GP di Ungheria è l'unica che non conosce ritiri o guasti. Una statistica “macchiata” dall'incidente di Webber nel tentativo di passare Massa alla prima chicane a Monza, e dalla foratura di Vettel a Abu Dhabi. È l'unica gara fuori dal podio per il tedesco insieme al quarto posto in Germania.

4.Ferrari 2004: 82,43Schumacher è campione del mondo già ad agosto, a Spa. Gli basta un secondo posto, davanti a Barrichello, per celebrare il settimo titolo iridato, il quarto consecutivo alla Ferrari, sul circuito dove ha debuttato in F1 nel 1991 per la celebre lite di Gachot con un tassista che gli è costata l'arresto alla vigilia della gara. In Belgio, Schumi arriva con un dominio impietoso, 12 vittorie in 13 gare, interrotto solo dall'unico successo in carriera di Jarno Trulli, a Montecarlo. Saranno 13 i successi stagionali di Schumi, che batte il record di Fangio di Mondiali consecutivi.

3.Mercedes 2014: 82,74 – La Mercedes 2014 è la squadra dei record. Ma non è la migliore di sempre. Perché? Perché l'eccezionalità richiede continuità, e in questa valutazione le punte di rendimento, le vittorie, non sono l'unico parametro. Nella stagione delle Frecce d'Argento pesano i cinque ritiri e i problemi al motore che hanno condannato Rosberg al 14mo posto a Abu Dhabi. Di fatto in un terzo delle gare stagionali, uno dei due piloti della squadra che ha dominato il Mondiale non sono andati a punti.

2.McLaren 1988: 83,72 – E' l'anno del primo confronto Senna-Prost e della prima grande affermazione del brasiliano. È il primo anno del motore Honda sulle McLaren, e il binomio si rivela trionfale. Senna e Prost vincono 15 gare su 16. Si fermano solo a Monza: qui, 15 giorni dopo la morte di Enzo Ferrari, il Cavallino piazza una doppietta che sa di miracolo con Berger primo davanti a Alboreto. Prost è costretto al ritiro per problemi al motore, unico cedimento meccanico di tutta la stagione in casa McLaren, Senna mandato fuori pista dal doppiato Jean-Louis Schlesser (Williams-Judd).

1.Ferrari 2002: 84,95 – A Interlagos, nel 2002, ha debuttato quella che si può considerare la macchina più competitiva di sempre, la F2002. La stagione della Ferrari è leggendaria: 15 successi su 17 gare, 9 doppiette e 10 pole. Undici le vittorie di Schumacher, campione del mondo già a luglio. La Ferrari, unica scuderia con gomme Bridgestone, porta almeno un pilota a podio in tutte le gare e chiude con 221 punti nel Mondiale costruttori, tanti quanti le altre dieci scuderie messe insieme. Come la F2002 non c'è nessuno.

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