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F1, quando il Mondiale si decide all’ultima gara

1964, 1974, 1984, 1994, 2014: cos’hanno in comune? Il 4… e un’ultima gara memorabile per decidere il titolo mondiale di Formula 1. Il primo GP con i punti doppi chiuderà il duello Hamilton-Rosberg. Riviviamo i trionfi di Surtees, Fittipaldi, di Lauda per mezzo punto e l’inizio dell’era Schumacher.
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Abu Dhabi. Abu Double. Per la ventisettesima volta il Mondiale di Formula 1 si decide all'ultima gara. Per la prima volta, la vittoria varrà doppio, 50 punti. Hamilton deve amministrare un tesoretto ridotto a 17 punti, gli basterà arrivare secondo per portare a casa il suo secondo titolo. Anche il primo l'ha conquistato in extremis, che più extremis non si può, col sorpasso a Timo Glock, il tedesco della Toyota, all'ultima curva dell'ultimo gran premio, a Interlagos, lasciando in lacrime Massa, già primo al traguardo e campione del mondo per mezzo minuto. L'anno prima, il 2007 segnato dalla difficile convivenza con Alonso e dallo spygate, l'ha invece perso all'ultimo minuto. Erano in tre a giocarsi il titolo in Brasile, e non succedeva dal 1986. Il cambio però lo tradisce, lo mette fuori gioco e lo condanna a un settimo posto che apre all'inattesa festa di Raikkonen e all'ultimo titolo piloti nella bacheca di Maranello. Trionfi e tragedie hanno segnato le occasioni in cui il Mondiale si è deciso all'ultima gara. Una costante negli anni che finiscono col 4.

1964 – Memorabile il GP del Messico che ha chiuso la stagione 1964. In tre possono ancora vincere il Mondiale: Graham Hill è in testa con 39 punti, seguono John Surtees a 34 e Jim Clark a 32. All'epoca si contavano solo i migliori sei piazzamenti, per cui Hill doveva arrivare al massimo secondo per diventare campione del mondo. Il ferrarista però si scontra con il compagno di squadra Lorenzo Bandini e perde parecchie posizioni. A 10 giri dalla fine, però, la Lotus di Clark rallenta, Gurney va in testa e il Mondiale sembra nelle mani di Hill, benché fuori dalla zona punti. La Ferrari ordina a Bandini, quarto, di lasciar passare Surtees che alla fine sfreccia anche davanti a Clark e arriva secondo dietro Gurney: per un punto, è campione del mondo.

1974Dieci anni dopo, a Watkins Glen, la gara è funestata dalla morte di Helmut Konigg, che guida una vettura del team Surtees. Al decimo l'austriaco fora, esce di pista e si schianta contro le barriere: rimane decapitato ma lo spettacolo deve continuare. La gara non si ferma. È l'ultimo atto di un Mondiale senza padroni, con sette vincitori diversi in 14 gran premi, e tre candidati al titolo: il ferrarista Clay Regazzoni e Emerson Fittipaldi, campione già nel 1972, sulla McLaren arrivano a pari punti, 52; terzo Jody Scheckter, sulla Tyrrel, che ha 7 punti di svantaggio. La Ferrari, anche per un cambio nell'assetto base deciso per accontentare i piloti, falliscono. Regazzoni arriva undicesimo, a quattro giri da Carlos Reutemann. A Fittipaldi basta il quarto posto per festeggiare il Mondiale. La Formula 1 resta a Watkins Glen fino al 1980. Per due anni, poi, Per due anni poi, nel 1981 e nel 1982, la stagione si chiude a Las Vegas, tra le colonne fasulle e i figuranti travestiti da centurioni romani nel parcheggio del Caesars Palace. La prima edizione la vince Alan Jones, che conquista così l’ultimo suo successo in F1, con Bruno Giacomelli sul podio per la prima e unica volta in carriera. Nelson Piquet arriva semi-svenuto per il caldo del deserto, lo staff della Brabham impiega 15 minuti  L’anno successivo Michele Alboreto vince la sua prima gara in F1 e riporta al successo la Tyrrell dopo 4 anni, 4 mesi e 18 giorni, per un totale di 71 gran premi di astinenza (ultimo successo nel Gran Premio di Monaco 1978 con Patrick Depailler). La Ferrari schiera al via Mario Andretti, che chiude con un ritiro il suo ultimo GP in carriera, e Patrick Tambay che non parte nemmeno per i problemi al braccio destro che già lo avevano costretto al forfait in Svizzera. Il Cavallino può comunque festeggiare il settimo titolo costruttori. A Keke Rosberg basta il quinto posto per diventare il primo scandinavo a vincere il titolo piloti.

1984 – Il 1984 segna l'inizio della rivalità Senna-Prost. Inizia tutto sotto il diluvio di Monaco, quando la rimonta del re della pioggia, al volante della modesta Toleman, viene interrotta dagli organizzatori prima di metà gara. Senna la vive come un ingiustizia: è Prost che ha segnalato la troppa insicurezza all'ingresso del tunnel e gli organizzatori francesi hanno aiutato un francese. Avrà solo la metà dei punti, e sarà costretto a rimpiangere quella segnalazione. Perché il Professore perderà il titolo per mezzo punto all'Estoril. Niki Lauda parte undicesimo e risale fino al terzo posto , ma Prost, primo, è ancora campione. Al 54mo giro, però, la Lotus di Mansell, secondo, fuma. Lauda è secondo. Il titolo è suo. “Niki non ha rubato questo titolo, lo ha vinto” ammette un Prost tristissimo e consolato anche dalla moglie di Lauda all'arrivo. Prost si rifarà due anni dopo, a Adelaide. Arriva all'ultima gara secondo nel Mondiale, a sei punti di distacco da Mansell, che parte in pole, e con una lunghezza di vantaggio su Piquet, che a metà fara rompe il motore. Non va meglio a Mansell cui in pieno rettilineo scoppia una gomma, uno di quei pneumatici che secondo la Goodyear avrebbero dovuto consentire di completare l'intero gran premio senza fermarsi ai box. Prost ringrazia e per due punti è campione del mondo. Quel che succederà poi a Suzuka con Senna per due anni di fila è ormai un pezzo di storia di questo sport.

1994 – Una storia che ha uno spartiacque preciso: Imola 1994. Esiste un prima e un dopo quella gara. Un prima e un dopo la morte di Ratzenberger. Un prima e un dopo la morte di Senna. È un mondiale tragico, che si chiude con un incidente. È il 36mo giro del gran premio d'Australia, a Adelaide. Damon Hill ha un punto da recuperare su Michael Schumacher e tenta un attacco all'interno. Ma il tedesco stringe, chiude, senza paura, qualcuno dirà anche senza rispetto. Risultato: si ritirano entrambi e il tedesco inizia un'era che lo vedrà padrone della Formula 1 per sette stagioni su 11. Con un unica macchia, il tentativo di speronare Jacques Villeneuve alla Dry Sac, al 47mo giro del GP d'Europa a Jerez de la Frontera: una manovra che la FIA riterrà intenzionale, ma non premeditata. Un'era che ha il suo culmine nel 2004, un anno eccezionale, che sfugge alla serie. E' l'anno del Mondiale vinto già a Spa il 28 agosto, l'anno delle 15 vittorie Ferrari su 18 gare disputate. E chissà quando tornerà per la Rossa un anno così.

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