F1, show al GP Germania: Vettel, rimonta epica. Leclerc a muro, incubo Mercedes
Un anno fa, Sebastian Vettel si schiantava in Germania e iniziava un anno nero. Si sblocca, il tedesco, da ventesimo a secondo, una delle più incredibile e cospicue rimonte nella storia della Formula 1. Vince Verstappen, dietro il tedesco arriva Daniil Kvyat che regala alla Toro Rosso il secondo podio dopo il successo di Vettel a Monza nel 2008. Respira la Ferrari, ma non gioisce appieno. Perché Charles Leclerc si pianta sul muro all'ultima curva, proprio sotto la scritta che celebra i 125 anni nel motorsport. E' la controcopertina di uno dei gran premi più divertenti e imprevedibili della stagione. Anche la festa Mercedes si trasforma in un incubo. Hamilton si gira nello stesso punto, torna ai box, viene penalizzato, va ancora in testacoda e finisce undicesimo, Bottas si schianta e Wolff non può che sfogare la rabbia con un pugno carico di impotenza nel box. Era dai due ritiri al GP d'Austria dell'anno scorso che non si vedevano due Frecce d'Argento fuori dalla zona punti in una stessa gara.
"Era come stare sul ghiaccio"
La Ferrari è sempre costretta a osare, e chi cerca di andare oltre i limiti può sbagliare più facilmente. Sembra, in quel di rivedere Sebastian Vettel a muro dodici mesi fa, e fu l'inizio di un anno nerissimo che ancora non si conclude. Praticamente nello stesso punto andranno a sbattere anche Hamilton e Hulkenberg, sorpresi tutti da una via di fuga asfaltata e fradicia di pioggia che dovrebbe essere una salvezza e si trasforma in una trappola. "Quando sono uscito di pista, ero a 60-70 kmh ma sull'asfalto non avevo il minimo grip, era come guidare sul ghiaccio" ha commentato Leclerc. "Questo non mi discolpa dall'errore, ma in Formula 1 una cosa così non dovrebbe succedere".
Safety car, poi la partenza
Dopo i giri di formazione dietro la safety car, con i piloti che intanto chiedono via radio che cominci la gara anche per non scombinare troppo i calcoli sulla gestione del carburante, gli organizzatori decidono di non optare per una partenza lanciata, ma per una tradizionale, da fermi sulla griglia. Non succedeva, e non un buon segnale per la Ferrari, da Singapore 2017, dal crash al via tra Vettel e Raikkonen. Ma non è per questo che Mattia Binotto ha ammesso : "Avrei preferito partire sull'asciutto".
Le gomme diventano la grande incognita della gara. I piloti han provato le mescole da bagnato solo per un paio di giri nelle libere di Silverstone: di fatto nessuno ne conosce comportamenti, reazioni, durata. Leclerc, dopo la vittoria del fratellino in F4, sale sesto dopo due giri. Il vero lampo al via, però, è di Raikkonen che brucia un Verstappen piantato per la delusioni della marea orange sulle tribune nella domenica celebrativa delle Mercedes (200 gran premi in Formula 1 e i 125 anni nel motorsport). La safety car rientra subito per il testa-coda di Perez.
Vettel rischia le intermedie
Vettel è il primo a rientrare e giocarsi la carta delle intermedie, ma con la pista che si asciuga fatica a tenere il ritmo di Kimi Raikkonen: la Ferrari sembra andare in difficoltà prima degli altri con le intermedie. Rientrano tutti, Grosjean rischia di tamponare Leclerc (non c'è unsafe release, solo una multa per la Ferrari) che al rientro duella con Magnussen e Hulkenberg. Gli resta davanti, difende il quarto posto con traiettorie poco da bagnato, va stretto sul cordolo e non a cercare la zona di pista umida come spesso fa chi monta le intermedie per non pattinare troppo. Già nelle libere il monegasco aveva mostrato una guida pulita, un ingresso in curva deciso nelle libere e poche correzioni in uscita.
Si piazzano subito davanti i due piloti della Mercedes che presenta un nuovo piccolo profilo aerodinamico a livello dell'ala e sopra sospensione anteriore, novità a livello di deviatori di flusso e nella zona del fondo. Novità che, ha ammesso Toto Wolff dopo le qualifiche, non hanno funzionato come gli ingegneri avrebbero ipotizzato.
Leclerc a muro, Hamilton si salva
La gomma intermedia tende a usurarsi più in fretta quando la pista si asciuga. La Ferrari si cautela richiamando per una seconda volta Leclerc in regime di virtual safety car perché salta il motore sulla Renault di Ricciardo, parcheggiata in curva sei. La mossa paga, Leclerx guadagna oltre cinque secondi su Verstappen, che va anche di traverso, in due giri. Si avvicina anche alle Mercedes che guidano la corsa.
Slitta anche Sainz, proprio all'ultima curva al giro 20, poi si ritira Norris a metà gara per una gomma non fissata bene. Così, per la seconda volta, la Ferrari prova a sfruttare il regime di virtual safety car e richiama Leclerc che ritorna in pista secondo. Monta le soft, ma per lui il rosso è solo il colore della rabbia. Un lungo "bip" copre il messaggio via radio del monegasco che stava accendendo la gara. Alla stessa curva, va a sbattere Hamilton ma più laterale così può rientrare ai box, ma lo fa tagliando la corsia all'ingresso e viene penalizzato di cinque secondi, ache sconta al pit stop al giro 43, il quarto della sua gara.
Solo che i meccanici non sono pronti, c'è tutto il muso da cambiare. Il campione del mondo torna quinto. Verstappen a metà gara è in testa davanti a Hulkenberg, Bottas e Albon. Hamilton riesce a superarlo ma i colpi di scena non finiscono. Nello stesso punto di Hamilton e Leclerc, scivola anche Nico Hulkenberg, che stava portando avanti la sua miglior gara della stagione. L'impegnatissima safety car torna in pista. Verstappen è il primo top driver ad essere richiamato ai box, monta l'intermedia nuova come farà subito dopo Sebastian Vettel. Hamilton alla ripartenza si fa risucchiare in un duello con Sainz e un Albon fin troppo deciso nel tentare il sorpasso. Perde più di tutti in un duello a quattro, rientra subito ai box e scivola indietro. Ma si rimette all'attacco, si conferma una delle rivelazione della gara insieme al compagno di squadra.
Fa festa comunque la Toro Rosso. Fa festa Sebastian Vettel, che con pista asciutta si sblocca e risale fino al secondo posto. Può essere un nuovo inizio. A casa sua, dove iniziò la crisi, può cominciare la risalita.