Fenati: “Mi hanno massacrato, ma proverò a tornare”
Il procedimento disciplinare chiesto dalla Federazione italiana del motociclismo (FMI) nei confronti di Romano Fenati si è chiuso oggi con un accordo extragiudiziale accolto dal Tribunale federale che ha applicato la sospensione dalle attività sportive di 5 mesi e 10 giorni, concedendo al pilota marchigiano la riduzione di un terzo della pena base (8 mesi) per l’atteggiamento collaborativo e di consapevolezza dell’errore mostrato dal pilota nel corso del procedimento.
"Mi hanno massacrato, ma proverò a tornare"
Il 22enne di Ascoli Piceno finito nei guai per aver tirato la leva del freno di Stefano Manzi nella gara della Moto2 a Misano, era presente in aula a Roma insieme ai suoi legali. Nell’applicare la sanzione, il Tribunale federale ha accolto una sola attenuante, nonostante la difesa abbia insistito anche sulla provocazione e il fatto ingiusto di Manzi nel provocare il folle gesto. “Se mi aspettavo questa decisione? Non saprei, è qualcosa che non posso dire. È giusto pagare per quello che uno commette – il commento di Fenati ai giornalisti presenti – Se cambiano i miei piani? Per adesso sto lavorando in ferramenta, poco – dice Romano, che sta aiutando suo nonno in negozio – La ferramenta è lì, è nostra. In questi mesi ho staccato, sono andato proprio out da tutto. Sono andato a pesca, ho cercato di rilassarmi. Quello che, tra virgolette, mi ha fatto sorridere, sono state tutte le cose che hanno scritto, non solo a me ma anche ai miei familiari e alla mia ragazza, loro non c'entrano. La situazione ancora non si è calmata, qualcuno ancora scrive. E anche i giornali, mi hanno sempre descritto ma non mi hanno mai capito. Di tutte le cose che mi hanno detto, non mi interessa. Capisco che una cosa può essere giusta o sbagliata, ma è sbagliato prendersela con i familiari”.
Se proverò a tornare? Sì, ma con calma – aggiunge Fenati che, oltre alla sospensione che lo terrà lontano dalle corse tricolore fino al prossimo 21 febbraio, sconta anche la sanzione inflitta dalla Federazione Internazionale (FIM) che, dopo le due gare di squalifica decise dai giudici sportivi del mondiale, gli ha ritirato la licenza fino al termine di questa stagione. “Mi hanno massacrato, prima erano solo due giornate, poi mi hanno iniziato a massacrare, è stato un massacro lento. Se me l’aspettavo peggio? Non mi aspettavo nulla, sono sincero, non faccio né l’avvocato né il giudice. Il piacere di andare in moto c’è sempre, quello lo puoi provare ovunque, basta andare a girare a Misano da privato per fare due belle curve. Ma correre le gare è quello che mi manca maggiormente. La cosa più bella è l’adrenalina delle ore prima della gara, quella che ti asciuga la bocca, questa è la cosa che mi manca di più”.