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Ferrari valuta l’opzione Indycar, la Rossa prepara il terreno per lo sbarco in America

La Rossa, se Liberty Media dovesse portare avanti il prorpio progetto, potrebbe guardare altrove. L’alternativa potrebbe essere l’Indycar con Dallara – che già fornisce i telai alle scuderie – e il motore V6 turbo che a Maranello costerebbe meno rispetto alle power unti attualmente in uso in F1.
A cura di Matteo Vana
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Il braccio di ferro tra Ferrari e Liberty Media sulle regole che entreranno in vigore dal 2021 rischia di avere ripercussioni importanti sul futuro della Formula 1: la minaccia del presidente Marchionne di abbandonare il circus per volgere lo sguardo altrove è più che mai concreta e la Rossa sta cominciando a guardarsi intorno per decidere cosa fare nel futuro.

Marchionne strizza l'occhio alla Indycar

L'intenzione del Cavallino è quella di rimanere in Formula 1, ma come già chiarito dal numero uno della Ferrari solo a determinate condizioni; se queste non dovessero verificarsi e se Liberty Media proseguirà con la propria linea, ecco che la Rossa potrebbe decidere di andarsene, magari provando lo sbarco Oltreoceano. A rafforzare questa teoria, come riportato dalla Gazzetta dello Sport, c'è l'accordo firmato dalla Scuderia Corse, che milita nelle serie a ruote coperte negli USA, che ha annunciato l'accordo con il team Rahal Letterman Lanigan per disputare la 500 Miglia di Indianapolis nel 2018. Dietro all'operazione potrebbe esserci insomma la paternità di Marchionne, interessato a preparare il terreno per un eventuale progetto Indy, che costituirebbe un’alternativa con cui mettere pressione a Liberty sul tavolo delle contrattazioni; il responsabile della Scuderia Corsa è Giacomo Mattioli, padrone della più grossa concessionaria Ferrari negli Stati Uniti e al mondo, ma soprattutto padre di Enzo Jr, pronipote del Commendatore e nipote dell’attuale vice presidente del Cavallino, Piero Ferrari.

Sergio Marchionne - Getty Images
Sergio Marchionne – Getty Images

Il precedente firmato Enzo Ferrari

A rafforzare questa tesi, inoltre, ci sono le parole di Marchionne che ha pubblicamente elogiato l'ingegner Dallara, colui che fornisce i telai alle scuderie impegnate nella Indycar. A quel punto l'unico punto da risolvere sarebbe quello relativo al motore, un problema di poco conto per la Ferrari trattandosi di un tradizionale V6 turbo da 2,2 litri, molto più semplice ed economico delle power unit ibride utilizzate oggi in Formula 1, che potrebbe facilmente costruirsi in casa. Già nel 1986, con Enzo Ferrari ai ferri corti con la Federazione internazionale che aveva sospeso il passaggio ai motori di 1200 cmc, per i quali Maranello aveva già realizzato un nuovo 4 cilindri, la scuderia italiana aveva minacciato di andarsene arrivando a costruire una monoposto per la Formula Cart che non corse mai, ma servì come strumento politico per far tornare la Federazione sui propri passi. Adesso, a distanza di oltre 30 anni, il presidente Marchionne non vedesse soddisfatte le proprie richieste, potrebbe ripetere l'operazione, stavolta portandola in porto.

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