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Wall Street Journal: “Fiat 500L? Un’auto pagliaccio senza spina dorsale”

Dan Neil boccia la MPV italiana. La vettura viene messa alla berlina in un lungo articolo dove ogni elemento diventa un difetto. Il cambio è ritenuto troppo lento ed il motore poco reattivo.
A cura di Pietro Ginechesi
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Il processo di espansione del marchio Fiat nel mondo ha portato molte vetture all'estero, ma l'auto italiana più apprezzata negli USA resta la 500. Da poco è approdata in America anche la variante "allargata" 500L, con le dovute modifiche necessarie all'omologazione per il mercato americano. Dan Neil, autore per numerose testate tra cui Wall Street Journal e Los Angeles Times ha avuto modo di provare la MPV italiana e le sue prime impressioni sono tutto fuorché positive. Il giornalista americano ha raccontato la sua esperienza a bordo della 500L in un articolo su market watch, inserto del Wall Street Journal, Fiat 500L?, "Un'auto pagliaccio senza palle", in cui ha elencato in modo molto colorito i difetti della vettura.

L'articolo si apre con le parole del comunicato di stampa Fiat, dove veniva annunciato l'arrivo del primo carico di 500L dagli stabilimenti di Kragujevac, in Serbia: "la Fiat 500L nord americana offre prestazioni eccellenti e grande piacere di guida. Queste caratteristiche invidiabili sono rese ancora più interessanti dalla tipica maneggevolezza europea e dallo sterzo preciso e reattivo." Dopo questa breve citazione del comunicato stampa comincia il discorso dell'autore, in cui la vettura viene messa alla berlina senza alcuna pietà.

La caratteristiche di maneggevolezza e affidabilità dell'auto vengono immediatamente messe in dubbio, paragonando la manovrabilità della vettura alla pari con una Pontiac Bonneville del 1965, un modello che ha fatto la storia delle auto americane di grosse dimensioni, con una carrozzeria lunga oltre 5 metri. Vengono messe in dubbio anche le prestazioni del 1.6 Fiat MultiAir da 160 CV, ritenuto incapace di generare coppia al di sotto dei 2.250 giri/minuto, dicendo che quando si schiaccia l'acceleratore a bassi regimi il veicolo resta immobile come in una scena di The Matrix. Stesso discorso vale anche per il cambio manuale a sei rapporti, che viene definito un'interruzione più che una trasmissione.

Dopo una breve descrizione degli interni, dove viene fatto un elogio delle finiture dell'allestimento Trekking, il discorso si sposta sul fattore prezzo. I 23.395 $ di listino della 500L Trekking portano la vettura in un segmento di mercato premium, accanto alla Mini Countryman. Qui viene fatto un paragone con le sue rivali, dove senza mezzi termini dice: "rispetto alla Mini, la 500L è scattante come il cavallo a dondolo di una scuola materna", a causa della lentezza del cambio manuale. Vengono confrontate le prestazioni, dicendo che nello sprint 0-100 Km/h le due auto sono alla pari ma in ogni caso nessuno pagherebbe per vedere una gara di sparo tra queste due vetture.

In conclusione afferma che il problema del cambio lento passa in secondo piano, in quanto in America si preferisce l'automatico. Il Dualogic sei rapporti neanche è esente da difetti, infatti è stato protagonista di un richiamo da parte di Fiat ma il problema si risolve facilmente in officina con un aggiornamento software gratuito. L'ultimo pensiero è rivolto al cuore della vettura, il motore 1.4 litri da 160 CV la cui coppia di 250 Nm viene strozzata da una configurazione della centralina troppo votata alla riduzione dei consumi. Il giornalista spera in un aggiornamento del propulsore da parte del dipartimento sportivo Abarth, ma non è in programma una versione ad alte prestazioni. L'articolo finisce con le scuse da parte di Dan Neil nei confronti dell'autore del comunicato stampa citato in apertura.

Una presa di posizione molto dura nei confronti di una vettura nata per il mercato italiano ed in seguito portata in America. Una critica che è una goccia nel mare delle opinioni, ma che piove dal Wall Street Journal e che colpisce il vero punto di forza di FCA: la comunicazione. Fiat vende lo stile italiano molto apprezzato negli Usa ed ora un giornalista sottolinea che la 500L non ha nulla di eccezionale e di unico. Cosa accadrebbe se il fattore immagine sparisse e il pubblico e la stampa d'oltreoceano cominciassero a criticare le "nostre" auto?

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