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Formula 1, quanto mi costi?

Mantenere una scuderia medio-piccola costa 120 milioni circa. Ma chi spende di più? E quanto rende la Formula 1?
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Marussia e Caterham costrette a saltare Austin e Interlagos. Sauber e Lotus associate tutto l'anno a voci di bilanci in rosso. Force India che solo in extremis riesce a pagare la Mercedes per ottenere la fornitura della quinta power unit. Tre indizi fanno una prova: la Formula 1 costa troppo. Abbiamo provato a capire quanto.

I costi tecnici – Ad aprile, Force India, Caterham, Marussia e Sauber hanno delineato alcuni dei costi in una lettera a Jean Todt. Un team medio costa, secondo quanto si legge nel documento, 120 milioni di dollari. E la parte più pesante è proprio il motore ibrido, che impone alle squadre una spesa vicina ai 30 milioni di dollari. La lettera quantifica in 20 milioni il costo della costruzione del telaio e della produzione, un aspetto su cui si può fare ulteriore luce grazie a quanto rivelato l'anno scorso sempre dalla Caterham, una delle squadre che con più insistenza ha richiesto l'imposizione di un tetto alle spese, proposta sempre bocciata dai grandi team. Per ogni telaio, la squadra spendeva 1,2 milioni di euro, per ogni fondo 350 mila, per il muso e l'ala anteriore 150 mila, 60 mila per ala posteriore, DRS e volante, dai 12 mila per le sospensioni. Altri 5 milioni servono allo sviluppo del cambio e dei sistemi idraulici, quasi 4 per gomme e elettronica, 1,5 per il carburante. Senza contare i 18,5 milioni indicati dalle piccole scuderie, spesa da aumentare non poco per le grandi squadre, per le simulazioni in galleria del vento. E queste sono solo le spese “tecniche” per la realizzazione della monoposto. Serve, però, qualcuno che la guidi.

I piloti e le altre spese – Il costo del lavoro ha un'incidenza altissima nei bilanci di una scuderia. Quest'anno lo stipendio medio di un pilota si aggira sui 6 milioni di euro, ma le differenze sono enormi, si va dai 22 di Hamilton, Alonso e Raikkonen ai 750 mila di Ricciardo, secondo le stime pubblicate ad agosto da Business Book GP 2014. E poi c'è tutto il resto del team. L'anno scorso anche una squadra come la Lotus, non tra le più grandi, impiegava 550 persone con salari medi stimati nell'ordine dei 50 mila euro l'anno per una spesa totale che possiamo calcolare sui 27 milioni. Infine, si legge sempre nella lettera delle piccole squadre alla FIA, i viaggi e le strutture di pista pesano sul bilancio per 12 milioni, le spedizioni per 5, le utenze e la manutenzione della fabbrica per 2, le risorse umane e i servizi professionali per un ulteriore milione e mezzo. Di fatto, una scuderia medio-piccola costa non meno di 120 milioni l'anno. I top team, ovviamente, sopportano spese anche maggiori. Alcune le ha delineate un'analisi pubblicata a inizio anno dalla Red Bull: l'iscrizione al Mondiale costa 500 mila dollari (366 mila euro) di base più 5-6 mila dollari per ogni punto conquistato nel Mondiale precedente (6 mila per la scuderia vincente, 5 mila per le altre), l'hospitality per gli sponsor pesa per ulteriori 9-10 milioni. Il budget per i test sono stati ridotti a 10 milioni, ma chi ha costruito una nuova galleria del vento ha dovuto sborsare non meno di 30 milioni, ovviamente ammortizzabili su più anni. Ma chi spende di più?

2013: chi ha speso di più? – Si può stimare che la Red Bull sia la squadra che abbia investito di più l'anno scorso, con un budget superiore ai 420 milioni di euro, seguita dalla Ferrari. La Mercedes si sarebbe fermata a 300 milioni, ma quest'anno ha messo in campo una cifra quasi doppia per centrare il Mondiale costruttori con largo anticipo e assicurarsi praticamente il titolo piloti. E giù fino ai 70 milioni di budget della Caterham e ai 60 della Marussia.

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Gli introiti – Ma la sostenibilità sempre più a rischio dell'intero sistema della Formula 1 non sta solo e soltanto nei costi, quanto nei meccanismi di redistribuzione degli introiti. Di fatto sono troppe le squadre che per restare in Formula 1 spendono più di quanto guadagnano. Ma come vengono distribuiti i soldi alle squadre? La Formula One Management ha quattro principali fonti di guadagno. Innanzitutto i “fee” pagati dagli organizzatori delle gare. Per ospitare un GP, la cifra media da versare si aggira sui 27 milioni di dollari ma ci sono enormi differenze tra gara e gara. Monza beneficia ancora di un vecchio accordo e paga meno di 10 milioni, i nuovi gran premi in Asia versano nelle casse della FOM cifre superiori ai 60 milioni di dollari l'anno (67 milioni arrivano dalla Malesia, 66 da Singapore, 65 da Abu Dhabi). Poi c'è la grande fetta dei diritti tv, le sponsorizzazioni e la corporate hospitality, ultime due voci che per il 2013, secondo le stime di Forbes, hanno fruttato proventi per 260 milioni di dollari portando gli introiti complessivi della F1 a 1,3 miliardi di dollari.

Quanto entra alle squadre – Alle scuderie va una percentuale dei proventi totali che in virtù dell'accordo in vigore dall'anno scorso è stata alzata al 63%. Dunque, l'anno scorso le squadre si sono divise 800 milioni di dollari. Il 47,5% del totale dei proventi, che per il 2013 si può calcolare in 600 milioni, viene suddiviso in due fondi di identica entità. Il primo viene spartito in parti uguali, come spiega Joe Saward, tra le squadre che si siano piazzate tra le prime dieci in almeno due delle precedenti tre stagioni; il secondo proporzionalmente alla classifica dell'ultimo Mondiale. In più, Ferrari, McLaren e Red Bull si spartiscono un ulteriore bonus da almeno 100 milioni, il Constructors' Championship Bonus (CCB), in quanto le scuderie con la miglior percentuale di vittorie nelle quattro stagioni antecedenti al 2012. La Ferrari ha infine un'ulteriore ricavo dalla FOM per il suo ruolo storico di una squadra sempre presente nel Mondiale dalla prima edizione del 1950. Quindi, per dare qualche numero, Red Bull, Mercedes e Ferrari hanno superato i 100 milioni di introiti di prize money, il sesto posto è valso alla Force India una sessantina di milioni. La Marussia, che ha partecipato solo alla spartizione dei 300 milioni in base alla classifica 2013, avrebbe intascato solo una decina di milioni mentre la Caterham, che invece ha goduto solo della porzione di montepremi distribuita equamente, di una trentina di milioni. Come meravigliarsi se queste squadre non si riescano a mantenere?

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