GP Russia, Mercedes lanciate alla conquista di Sochi
Alea iacta est. Dal sabato potenzialmente meno prevedibile della stagione emerge una prima fila tutta d'Argento, con Rosberg, davanti anche in Q1, autore del miglior tempo: 1:37.113, con tanto di record nel primo settore. La resa di Hamilton, finito dietro al compagno di squadra solo per la terza volta in questo 2015, è nel lungo che accompagna il suo tentativo in Q3 e dimostra quanto l'incognita gomme abbia pesato e non poco nelle qualifiche di Sochi. Dopo la pioggia che ha lavato via ogni indicazione utile ieri e il botto di Carlos Sainz, a un anno dal mortale incidente di Bianchi, che ha neutralizzato le libere di stamattina, le indicazioni sono poche per tutti. Le Mercedes, che hanno usato due treni di gomme nei primi due stint, e forse ne hanno rodato uno di Supersoft per la gara. Dietro le Mercedes, che a casa del premier Putin potrebbero celebrare il Mondiale costruttori (e il condizionale è un puro esercizio retorico nell'arte dell'eufemismo, visto che mancano tre punti) spunta Bottas, terzo incomodo in tutte le sessioni oggi, staccato di oltre mezzo secondo, con Vettel quarto per 5 centesimi. Il tedesco, più lento anche di Raikkonen nei primi due stint, batte Iceman, quinto, per quasi sei decimi. Il finlandese, che ha centrato una delle prime due file solo quattro volte in stagione, partirà accanto a Hulkenberg, primo nella prima sessione di libere, alla seconda miglior qualifica stagionale dopo il primo posto in Austria. In quarta fila il suo compagno Perez con la Lotus di Grosjean. Curioso, infine, come Verstappen, unico pilota della Toro Rosso in pista, sia comunque riuscito a stare davanti a entrambe le Red Bull, con Ricciardo solo decimo e Kvyat undicesimo davanti al pubblico di casa. Un messaggio anche per il futuro delle due scuderie.
A Rosberg la battaglia in Q1 – Rosberg piazza subito il tempo in Q1 e migliora ancora nel terzo settore al quarto giro. "Ho davvero un secondo di ritardo da Nico?" chiede via radio Hamilton dopo quel primo tentativo. Sì, ce l'ha davvero, e Vettel è ancora più dietro, di 4 centesimi. Il tedesco della Ferrari esce subito con le supersoft, magari perché dopo le inutili sessioni di ieri è rimasta la voglia di non rischiare nulla e cercare da subito un po' di potenza extra, magari per conservare un treno di morbide per la gara. Qualunque sia il piano, il lungo alla curva 2 (dove Verstappen lamenterà a lungo una mancanza di aderenza) a cinque minuti dalla fine del primo stint rovina un po' il finale, oltre all'anteriore sinistra. Vettel chiude comunque con più di sei decimi di vantaggio su Raikkonen. Rosberg finirà per ritoccare il tempo già in Q1, 1.38.343, meglio della pole dell'anno scorso, Hamilton riduce il divario a un paio di decimi ma perde la prima battaglia. Tra i due si inserisce Bottas, che però completa il giro lanciato con le Supersoft, mentre Rosberg e Hamilton hanno girato solo con le morbide, che secondo le stime perdono poco meno di un secondo rispetto alle "Rosse". E' un arrivo simbolico, con Bottas che si è un po' lamentato della politica di fornitura dei motori della casa di Stoccarda. I team clienti delle Frecce d'Argento, infatti, hanno ricevuto la quarta power unit proprio qui a Sochi, ma non hanno gli aggiornamenti costati sette gettoni alla casa di Stoccarda, dominatrice delle ultime due stagioni con i conti in rosso. Chi soffre, ancora, è la McLaren. E' la scuderia che ha presentato più innovazioni di tutti, ma Alonso ha dovuto ancora cambiare la power unit Honda, tanto da essere sceso in pista zavorrato da 25 posizioni di penalità. L'asturiano, sempre più polemico, non passa nemmeno il taglio in Q1, superato in extremis dalla Sauber di Nasr che migliora il suo tentativo proprio nell'ultimo giro e riesce a stare davanti al compagno di squadra, più lento anche di Alonso, per l'ottava volta in stagione, la prima dopo Monza.
Le Ferrari perdono quasi un secondo – Non appena le Mercedes montano le Supersoft, lo scenario torna quello abituale. Hamilton porta il limite a 1:37.672, Rosberg replicae centra un brillante 1:37.500 con il treno di gomme che poi userà in gara. Pneumatici che non entrano in temperatura nel primo giro, come dimostra anche il messaggio via radio di Vettel convinto di aver spinto troppo al primo tentativo, per cui il miglior tempo si centra nella seconda e nella terza tornata. E in effetti Raikkonen alla distanza sorpassa Vettel, chiudendo con 1:38.224, con il tedesco che si lamenta per aver spinto troppo al primo giro ma torna tranquillo ai box. Resta fuori alla fine Massa, lontano due secondi da Bottas: un distacco troppo elevato per pensare che tutto abbia funzionato sulla sua monoposto con il brasiliano che ha fatto molta fatica a mantenere il bilanciamento della FW37. Non passano in top-10 nemmeno Nasr, Button, Maldonado, Massa e Kvyat, che delude gli spettatori speranzosi sulla tribuna a lui dedicata da cui si può ammirare il settore dalla curva 2 alla 5. Anche lui si è lamentato via radio del comportamento delle gomme. Rischia invece Ricciardo, che però solo nel finale arpiona il nono posto ed evita il taglio. Proprio l'australiano è tornato a parlare alla vigilia con toni molto più concilianti del passato della prospettiva di continuare con Renault.
Red Bull: ancora con Renault? – "La Red Bull è troppo forte per non essere in Formula 1 l'anno prossimo" ha detto Chris Horner a Sky Uk, "credo che troveremo una soluzione. Ci sono state un sacco di indiscrezioni, anche riguardo all'accordo con la Ferrari, e ormai tutti hanno un'opinione su quello che dovremmo fare e non fare. Ma per molti versi, siamo vittime del nostro successo, e si può capire la tensione di molti verso l'idea di fornirci i motori" ha aggiunto. La porta non è chiusa nemmeno con Renault. "Niente è impossibile" dice, "stiamo ancora aspettando di capire quali sono i loro piani". D'altra parte, nemmeno Renault, a giudicare dalle parole del responsabile F1 della casa francese, Cyril Abiteboul, è proprio entusiasta di continuare a lavorare per una scuderia che ha passato gli ultimi due anni ad attaccarli. La chiave di tutto potrebbe essere Bernie Ecclestone, che ha dato due assicurazioni pesanti: la Red Bull resterà in F1 anche nel 2016 e l'anno prossimo saranno 22 le vetture in griglia. Cosa si muove nelle stanze del potere della Formula 1, che forse si venderà a fine anno e forse no. C'è chi ipotizza una promessa di Mister E, pronto secondo questa versione a riconoscere uno status di team storico alla Renault. Così, i francesi ricaverebbero altri 20 milioni che, aggiunti agli altri 20 che perderebbero in caso di addio della Red Bull, potrebbero parzialmente bilanciare l'operazione da 280 milioni per l'acquisto della Lotus. Ma Red Bull dovrebbe accettare il ruolo di squadra cliente e spingere per ottenere la perfetta parità rispetto alla casa madre, che la Ferrari, ormai pronta alla quotazione a Wall Street, non è pronta a riconoscere nemmeno alla Toro Rosso, più vicina ad accettare di iniziare la stagione 2016 con l'ultima specifica dell'ultima power unit 2015 del Cavallino. Qui dove Putin ha festeggiato il suo 63mo compleanno con la trionfale parata sul campo di hockey su ghiaccio, la Formula 1 continua a guardare al futuro. Un futuro che ancora nessuno sembra vedere con chiarezza.