GP Usa Ovest 1979: l’unico Grand Chelem di Villeneuve
Pole, giro più veloce e gara condotta dal primo all'ultimo giro: Il suo unico Grand Chelem. C'è tutto Gilles Villeneuve nel trionfo che fa splendere il Cavallino e la bandiera canadese a Long Beach nel 1979, la sua miglior stagione di sempre.
La vigilia – La 312 T4, derivata dalla 312 T3 del 1978, è forse una una delle monoposto più brutte della storia della F1. Ma va forte, e vince da subito. A Kyalami, al terzo GP della stagione, è subito doppietta: primo Villeneuve, secondo Scheckter. Poco più di un mese dopo si replica a Long Beach, dove solo un anno prima Villeneuve, in pista con la febbre. aveva bruciato l'ormai sicura prima vittoria in carriera con un doppiaggio a dir poco sciagurato su Regazzoni: un sorpasso impossibile in quel punto della pista. Il canadese decolla sopra la Shadow di Regazzoni e diventa, come scrive Nestore Morosini sul Corriere della Sera, “il ‘pilota volante', ancora una volta alle prese con la sua irruenza e la sua grinta.”. Le prove, però, sono tutt'altro che incoraggianti. Gilles finisce contro le gomme al primo giro, Scheckter tocca la Tyrrell di Pironi e rovina la sospensione destra: dovrà correre senza le innovazioni aerodinamiche introdotte dopo Kyalami.
Le prove – Carlos Reutemann, il pilota “tormentato e tormentoso” nel ritratto di Enzo Ferrari che ha lasciato Maranello per passare alla Lotus campione del mondo, tiene il miglior tempo a lungo nelle qualifiche. Villeneuve usa sette set di gomme Michelin, che fornisce solo il Cavallino e la Renault, e nell'ultimo giro disinserisce il limitatore di giri del motore sul rettilineo. Il rischio nell'immediato paga: Villeneuve firma la pole per 6 centesimi e il record della pista, ma deve rientrare ai box a spinta, perché l'albero della trasmissione si è rotto. Con la rottura del semiasse sulla Lotus di Reutemann, il canadese può festeggiare la sua prima pole position, la numero 88 per la Ferrari. Deludono le Ligier di Depallier e Lafitte, quarto e sesto, bloccati anche da problemi ai freni, troppo sollecitati da una vettura che raggiunge velocità altissime in rettilineo.
Partenza surreale – La gara è quasi surreale già dall'inizio. Nel giro di ricognizione Reutemann accusa problemi all'impianto elettrico, Lafitte alla trasmissione: dovranno entrambi partire dai box. Alla partenza, Depailler avvicina Villeneuve e fa segno di proseguire. “Alla partenza c’èstata molta confusione. Mancavano i segnali per lo schieramento esatto” dirà. “Inoltre, io non avrei dovuto avere nessuno al fianco, in quanto Reutemann è partito dai box. Sono stato invece ingannato da Depailler. Ho visto il francese affiancarmi e fare segno di andare avanti. Allora sono partito”. Tutti gli altri seguono, ma il semaforo non è ancora verde, si deve ripetere tutto di nuovo.
La gara – Al primo giro, Lauda, che ha lasciato la Ferrari per la Brabham di Bernie Ecclestone, tocca Tambay all'interno del tornante che segna la fine del rettilineo più lungo del circuito. L'austriaco, all'interno, si allarga e si appoggia alla McLaren del francese. Dopo tre giri, si ferma anche un altro degli attesi protagonisti, James Hunt, per un guasto meccanico alla sua Wolf. Dopo mezz'ora di gara, sulla Ferrari cala una pesante spada di Damocle. Il capo dei commissari di corsa, John Barnholdt, avverte il muretto del Cavallino: Villeneuve potrebbe essere penalizzato per partenza anticipata. Il direttore di gara Burdett Martin ha infatti chiesto un supplemento di indagine, ma alla fine Chris Puch. presidente del Comitato organizzatore, ha informato che il canadese sarebbe stato punito solo con una multa, come Reutemann. L'argentino deve già fermarsi ai box al dodicesimo passaggio, con le gomme anteriori completamente rovinate, e alla ventunesima tornata il semiasse lo tradisce di nuovo mentre cerca una non facile rimonta. Villeneuve continua a mantenere la testa della corsa mentre dietro i rivali via via si staccano. Scheckter si tocca con Depailler, scivola in quarta posizione ma al 26mo giro è di nuovo secondo, dopo il sorpasso all'ottimo Jabouille. Con le due Ferrari al comando, si può lottare solo per l'ultimo posto sul podio: ne emerge la Williams di Alan Jones, che supera prima Andretti, poi Depailler, che chiuderà quinto. Villeneuve si porta in testa al Mondiale, con due punti di vantaggio su Lafitte e sale la “Febbre” per l'Aviatore.
Come finirà il Mondiale – Scheckter si riscatta con le vittorie in Belgio e a Monte Carlo, anche se la stagione 1979 resta nella storia soprattutto per il duello epico tra Villeneuve e Arnoux a Digione. In estate però la Ferrari scopre un rivale pericoloso, la Williams. La FW07 a effetto suolo ispirata alla Lotus, progettata dal socio di Frank Williams, Patrick Head, e da Neil Oatley, vince cinque gare su sette da luglio a settembre con Alan Jones e Clay Regazzoni. E diventa la vera anti-Ferrari, mentre la Ligier, nonostante i podi di Lafitte, scivola indietro. Anche perché Patrick Depailler si frattura entrambe le gambe mentre si sta esercitando in deltaplano. Il costruttore francese non gli rinnova il contratto e ingaggia un Jacky Ickx ormai in parabola discendente che, nonostante la sua grande esperienza, non ottiene grandi risultati. La Ferrari, dopo due gare fuori dal podio, centra il secondo posto con Villeneuve in Austria e con Scheckter in Olanda. Piazzamenti che permettono al sudafricano di vincere il Mondiale piloti già a Monza, con Villeneuve secondo e fedele scudiero che festeggia anche il titolo costruttori del Cavallino. Ma la Febbre per Gilles è destinata ad accendersi ancora, sempre negli Stati Uniti, sotto il diluvio a Watkins Glen nell'ultima prova del Mondiale. La svolta, racconta l'inviato della Stampa, si è avuta al trentaquattresimo giro quando Gilles che era in testa (dopo la solita partenza bruciante che gli aveva permesso di superare Jones e Piquet che lo precedevano nello schieramento), ha dovuto fermarsi ai box per cambiare le gomme da pioggia per montare gli stick in quanto la pista si era asciugata”. Un giro dopo si ferma anche Alan Jones, che però esce con la posteriore non avvitata bene: la ruota si stacca e rischia di coinvolgere anche Piquet in un incidente dalle conseguenze imprevedibili. Villeneuve vince davanti a Arnoux, Pironi e all'allora ventenne Elio De Angelis. Il canadese è ormai un pilota trasformato. Romantico, di talento ma capace anche di vincere con le armi della tattica e della strategia, di amministrare anche la sua posizione per il bene della squadra. Un pilota generoso e spericolato che sogna una grande occasione. Ma il Fato ha in mente per lui il destino degli eroi, non quello dei campioni.
GP USA – STORIA E NUMERI
Edizioni: 37 (Watkins Glen – 20; Indianapolis – 8; Phoenix – 3; Austin – 4; Sebring, Riverside – 1. Altri GP in Usa: Long Beach – 8; Detroit – 7; Las Vegas – 2; Dallas – 1, senza contare Indianapolis 500 che era parte del Mondiale fra il 1950 e il 1960)
Gp Usa più lungo: 1960 Riverside (2h 28m 52.2s)
GP Usa più breve: 2005 Indianapolis (1h 29m 43.181s)
Vittorie dalla pole: 16 su 36
Vittoria dalla più bassa posizione in griglia: 10° (Bruce McLaren, Cooper/Climax, at Sebring in 1959)
Le vittorie Ferrari
1975 Lauda
2000 Indianapolis
2002 Barrichello
2003 Schumacher
2004 Schumacher
2005 Schumacher
2006 Schumacher
Le vittorie Ferrari negli altri GP in Usa
GP Usa Ovest (Long Beach)
1978 Reutemann
1979 Villeneuve
GP Usa Est
1978 Reutemann (Watkins Glen)
1979 Villeneuve (Watkins Glen)
ALBO D'ORO PILOTI
Vittorie
5 – Michael Schumacher
3 – Jim Clark, Graham Hill, Lewis Hamilton
2 – Jackie Stewart, Carlos Reutemann, James Hunt, Ayrton Senna
1 – Bruce McLaren, Stirling Moss, Innes Ireland, Jochen Rindt, Emerson Fittipaldi, Francois Cevert, Ronnie Peterson, Niki Lauda, Gilles Villeneuve, Alan Jones, Alain Prost, Mika Hakkinen, Rubens Barrichello, Sebastian Vettel
Pole position
4 – Michael Schumacher
3 – Graham Hill
2 – Stirling Moss, Jack Brabham, Jim Clark, Mario Andretti, Jackie Stewart, James Hunt, Ayrton Senna, Sebastian Vettel; 1 – Jochen Rindt, Jacky Ickx, Ronnie Peterson, Carlos Reutemann, Niki Lauda, Alan Jones, Bruno Giacomelli, Gerhard Berger, Kimi Raikkonen, Rubens Barrichello, Jarno Trulli, Lewis Hamilton, Nico Rosberg
ALBO D'ORO COSTRUTTORI
Vittorie
9 – Ferrari
8 – Lotus, McLaren
3 – BRM
2 – Tyrrell
1 – Cooper, Matra, Brabham, Williams, Red Bull, Mercedes
Pole position
8 – Lotus
7 – Ferrari, McLaren
2 – Cooper, BRM, Brabham, Tyrrell, Red Bull
1 – Williams, Alfa Romeo, Toyota, Mercedes