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MotoGP, da Bagnaia a Suzuki: i caschi speciali del Mugello

In molti hanno scelto di omaggiare l’Italia e il tricolore ma c’è anche chi ha scelto qualcosa di diverso come il pilota della Moto3 Suzuki che ha optato per un casco dedicato a Paolo Simoncelli.
A cura di Valeria Aiello
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Tanti i piloti italiani che per la gara di casa al Mugello hanno deciso di sfoggiare un casco con una grafica speciale: dalla MotoGP alle classi minori, in molti hanno omaggiato l’Italia e i colori della nostra bandiera, ma c’è stato anche chi ha scelto qualcosa di diverso e originale. Casco speciale per Valentino Rossi, tra i piloti che hanno omaggiato il tricolore, ma che ha optato per una grafica a pennellate larghe, con qualche tocco di arancio e rosa, e i suoi simboli, il sole, la luna e il 46 in giallo dietro la nuca. Un casco unico, edizione italiana del casco sfoggiato nei test invernali.

Pecco Bagnaia
Pecco Bagnaia

Morbidelli pop, Suzuki omaggia il "capo"

Casco speciale anche per Franco Morbidelli. L’idea del Morbido è nata dopo una visita agli Uffizi, nella quale è rimasto affascinato dai motivi del Rinascimento, che ha deciso di rivisitare in chiave pop, incluso il Giglio, simbolo di Firenze. Dietro alla nuca, la frase “Amor ogni cosa vince” di Leonardo da Vinci.  "Io e Aldo – Drudi, il designer romagnolo di caschi che condivide con Valentino – ci siamo divertiti tantissimo" racconta il pilota di Babbucce. Andrea Iannone ha invece scelto qualcosa di più essenziale e di ispirazione calcistica, un casco azzurro con il suo 29 nella parte superiore e il suo nome in grande dietro alla nuca. Casco speciale anche per Pecco Bagnaia che al tricolore ha unito un omaggio all’asfalto del Mugello inserendo anche il giallo Lamborghini che questo fine settimana colora anche la livrea della sua Ducati.

Caschi unici, come quelli di tanti altri piloti della Moto2 e della Moto3. Il più divertente è certamente quello di Tatsuki Suzuki, il “giappo-riccionese” del team Sic58 che, per la gara di casa della sua squadra, ha deciso di dedicare il casco a Paolo Simoncelli, riprendendo una delle espressioni del babbo del Sic in uno dei suoi inconfondibili “Non so se ci siamo capiti”.

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