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MotoGP, il manager Honda avverte: “Marquez è un vero animale, ma se Lorenzo si adatterà in fretta…”

Alberto Puig, team principal Honda, che si troverà a gestire i due piloti al box: “In molti cercano una situazione non conflittuale tra i loro piloti ma per me è un errore: non vinceranno mai nulla”.
A cura di Valeria Aiello
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Jorge Lorenzo e Marc Marquez - Getty images
Jorge Lorenzo e Marc Marquez – Getty images

Le dichiarazioni di Alberto Puig continuano a far discutere. Dopo aver puntato il dito contro Valentino Rossi e aver duramente attaccato Dani Pedrosa mettendo il dubbio il suo impegno nel mondiale, il team principal della Honda ha parlato apertamente dell’arrivo di Jorge Lorenzo in squadra e di come gestirà la rivalità interna con Marc Marquez. Secondo Puig, che dal 2018 ha preso il posto di Livio Suppo in HRC, l’antagonismo tra i due farà alzare il livello di competitività, motivo per cui, assicura, nel 2019 non sarà necessaria alcuna particolare ricetta per garantire una buona convivenza. “Non è un aspetto che mi preoccupa – ha detto in una recente intervista a La VanguardiaInnanzitutto perché conosco Marquez e so che, chiunque sia il suo rivale, andrà a prenderlo. Non credo che avere Lorenzo in squadra sulla stessa moto per lui sia un problema”.

Puig conosce Marquez dal 2008, da quando il campione di Cervera ha esordito nel Motomondiale vestendo i colori del team Repsol KTM diretto proprio da Puig. “Da piccolo Marc era un vero animale sulla moto e lo è anche oggi, ma con più esperienza e maturità. È un antidivo, non fa finta di essere chi non è. Ha l’umiltà e la curiosità di ascoltare, ma quando sale sulla moto è un vero assassino, che è quello che dovrebbe essere ogni vero pilota. È una macchina programmata per andare a tutto gas. Dà il massimo in tutto, imparando a salvare le situazioni con il gomito e ginocchio e accentando il rischio più degli altri… non credo nella fortuna, è lui che cerca di capire cosa fare in ogni momento, ecco perché è il migliore. Ti permette di dargli il tuo punto di vista, anche se è difficile insegnargli qualcosa”.

D’altra parte – ha aggiunto il manager catalano – il fatto che Lorenzo abbia accettato il rischio e la sfida di venire in questa squadra la dice lunga su di lui, sul suo coraggio e la sua ambizione di essere al top. Se sarà un “dream team”? È una bella squadra, con i migliori piloti in griglia. Quando c’è stata l’opportunità, ne abbiamo approfittato. Jorge è un ragazzo molto diretto che dice quello che pensa. È sincero, è il tipo di persona che mi piace. Dovrà però abituarsi alla Honda che non è una moto facile, è particolare. Ma faremo tutto il possibile per farlo adattare rapidamente”.

Tornando alla lotta interna, Puig non crede che la strategia corretta sia quella di mettere un freno al loro rivalità: “Non siamo qui per fermarli ma per fare in modo che corrano al massimo. E la Honda non ha mai dettato i ruoli del 1° e del 2°, né messo ostacoli. Negli ultimi anni Marc non ha avuto una competizione interna alla squadra; Dani (Pedrosa, ndr) non lo ha mai messo in ombra. Se Lorenzo si adatterà alla moto, andrà veloce. E quando Lorenzo va veloce, è davvero molto veloce. Questo farà alzare il livello. Se Marc avrà un compagno di squadra veloce, troverà un modo per essere ancora più veloce, Jorge sarà uno stimolo per lui”. Quando poi l’attenzione si è spostata sul precedente di Aragon e le prime scintille tra i due, Puig ha concluso: “Sono cose che accadono nelle gare e, se accadono, vengono analizzate. Non pretendo o spero che si comportino come cugini di primo grado. Molti team manager cercano una situazione non conflittuale tra i loro piloti. Per me è un errore: non vinceranno mai nulla”.

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