MotoGP, Pascarella: “Valentino Rossi? Ha fatto fisioterapia 6 ore al giorno”
Dietro al fenomenale recupero di Valentino Rossi, il dott. Raffaele Pascarella è l’uomo chiave del miracolo. A 24 giorni dall’incidente in enduro in cui si è fratturato tibia e perone della gamba destra, Rossi non solo è tornato in pista ma ha trovato un risultato assolutamente imprevedibile: terzo posto in qualifica e il quinto posto finale ad Aragon, lottando come un leone contro i vari Marc Marquez, Dani Pedrosa e poi Maverick Vinales, riuscito nel sorpasso al compagno di squadra era ormai stremato Rossi era stremato dallo sforzo.
Il dottore che ha operato il Dottore
Pascarella ha operato Rossi nella notte tra il 31 agosto e 1° settembre, poche ore dopo la caduta, tornato nella notte da Bologna dopo che la decisione dell’entourage di Rossi era ricaduta sull’equipe dell’unità di ortopedia di Ancona. Ovviamente, il dott. Pascarella ha seguito con attenzione tutto quello che Valentino ha fatto in pista ad Aragon e, logicamente, si è detto entusiasta del risultato del weekend: “È un grande campione. Ha dimostrato che con la giusta motivazione si può fare quasi tutto – ha detto in un’ intervista a Marca – Ha fatto quello che mi aspettavo. Il primo giorno dopo l'operazione già camminava. In più, le fratture non erano scomposte per così tutto è stato più facile. Ovviamente, non avrebbe potuto giocare una partita di calcio, ma per quanto riguarda le moto, tornare a correre è più facile.
Ha fatto sei ore di fisioterapia al giorno. La chiave è stata la grande motivazione che ha mostrato".
Un anno e mezzo prima di togliere il chiodo
Intervistato anche da Il Resto del Carlino, sulle condizioni di Rossi ha aggiunto: "La gamba è stabilizzata ma è ancora rotta con un chiodo fissato nella tibia. Ci vogliono mesi prima che le ossa si saldino, e prima di un anno e mezzo non interverremo per togliere il chiodo. Tra un paio di settimane lo rivedremo, ma non credo che lo sforzo fatto possa peggiorare il decorso anzi, ci aspettiamo miglioramenti". Pascarella è lo stesso specialista che ha consigliato al campione di Tavullia di non ricorrere alla camera iperbarica, uno strumento usato da Rossi nel 2010, quando si era fratturato tibia e perone della stessa gamba destra. “Sì, gli ho consigliato di non farla. Non ce n'era bisogno. Nel 2010 la frattura era scomposta e in quel caso poteva essere di aiuto. Ora, no” spiega. “Valentino ha 38 anni, è giovane e un atleta, questo gli ha permesso di accelerare la ripresa – chiarisce – Non ci siamo visti molto negli ultimi tempi, nei venti giorni in cui l’ho seguito ci siamo incontrati solo tre volte. Parliamo molto al telefono, è una persona molto socievole. Non è certo il tipo con cui è difficile andare d’accordo”.