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MotoGP, Ponsson sbotta: “Colpa di Crutchlow e Miller, hanno spinto per farmi fuori”

Appiedato dal team Avintia Racing che lo ha sostituito con Torres, il pilota francese punta il dito contro piloti e organizzazione del mondiale: “Alcuni piloti hanno chiesto alla Dorna che venissi escluso, un comportamento simil-mafioso da piccole gare private. Ma io ho un contratto per altri tre Gp, adesso voglio spiegazioni ufficiali”.
A cura di Valeria Aiello
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Christophe Ponsson, 22 anni / Avintia Racing
Christophe Ponsson, 22 anni / Avintia Racing

L’avventura di Christophe Ponsson in MotoGP è durata una sola gara. Venerdì, dopo il GP di Misano, il team Reale Avintia ha annunciato che a partire dal round di Aragon sarà Jordi Torres a sostituire l’infortunato Tito Rabat. Ma il pilota francese, che nel weekend romagnolo è finito al centro delle polemiche per la sua inesperienza, in un comunicato stampa ha spiegato di avere contratto valido anche per le prossimi tre GP. Particolare non di poco conto visto che alcuni piloti MotoGP avrebbero spinto la Dorna a mettere pressione al team Avintia a escluderlo dalle prossime gare.

“Colpa di Crutchlow e Miller"

Ho un contratto di 17 pagine che prevede di correre nelle gare MotoGp di Misano, Aragon, Thailandia e Giappone. Non c’è nessun articolo per porre fine a detto accordo prima – si legge nella nota che Ponsson ha condiviso anche sulla sua pagina Facebook – Vorrei sottolineare che, al momento della pubblicazione di questo comunicato stampa, non sono ancora stato ufficialmente informato dal team di qualsiasi modifica o cancellazione dell’accordo, tranne per il fatto che ieri pomeriggio, durante il mio allenamento con Rubén Xaus, il capo del team Reale Avintia ha chiamato Rubén per dirgli che non avrei corso ad Aragón perché la Dorna ha imposto un pilota spagnolo. Quando Xaus gli ha ricordato che questo non era possibile perché ho un contratto per quatto gare, il capo del team ha risposto che la decisione è stata principalmente dovuta a Cal Crutchlow e Jack Miller, che hanno insistito e convinto gli altri piloti affinché venissi escluso. Ha poi spiegato che i piloti della MotoGP hanno chiesto alla Dorna di organizzare una riunione assieme alla Grand Prix Commission, per coinvolgere tutti i piloti MotoGP nella scelta dei sostituti. Questa “Commissione speciale" è stata creata dopo il mio debutto MotoGp e questa cosa è stata riportata al capo del team che ha detto di aver fatto del suo meglio con Dorna. Ma la Dorna ha risposto che non era affar suo”.

"Comportamento simil-mafioso"

Detto questo, Ponsson non ha nascosto l’amarezza per la situazione, dichiarandosi pronto a far valere i suoi diritti. “Mi sento deluso e abbastanza disgustato da tutto questo, al punto da chiedermi se vale la pena continuare con questo sport. Rubén mi ha detto che cercherà di capire cosa sta succedendo, visto che sembra tutto così folle. Poco più tardi è arrivato l’annuncio che Jordi Torres correrà con Avintia le prossime gare. Questo, senza mezzi termini, è quello che è successo e che hanno fatto per impedirmi di gareggiare pur avendo un contratto per altre tre gare. Al momento questa è la situazione e non ho altro da aggiungere ma chiederò spiegazioni ufficiali, ho bisogno di capire il perché di queste azioni. È triste vedere come alcuni di questi piloti della MotoGP che si vantano di essere i migliori al mondo, sulle migliori moto del mondo e nel miglior campionato del mondo, finiscano per abbassare la propria reputazione improvvisando una GP Commission perché vogliono sbarazzarsi di un nuovo arrivato… perché non è così grande come loro. Ci aspetteremmo questo comportamento simil-mafioso nelle piccole gare private, ma non in MotoGP””.

È chiaro – conclude Christophe – che non avrei mai accettato di firmare un contratto MotoGP per una sola gara senza aver fatto alcun test. Ero entusiasta della sfida e ho accettato, decidendo di sacrificare il campionato spagnolo Superbike proprio perché il contratto prevedeva quattro gare senza clausola d’uscita e perchè il team Avintia mi aveva offerto la possibilità di continuare a correre fino alla fine dell’anno, a seconda delle condizioni di salute di Tito Rabat. Di conseguenza quattro gare sarebbe stato il minimo, avrei potuto disputare anche cinque, sei o addirittura tutte e sette gare della stagione. Ho considerato il round di Misano come il mio primo test in assoluto su una MotoGP perché sapevo di avere ancora tre gare per dimostrare che mi meritavo quel posto nel campionato”.

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