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MotoGP, Valentino Rossi: “Yamaha non da podio, serve risolvere i problemi”

Il Dottore contiene i danni al Red Bull Ring e chiude 6° al traguardo dopo le difficoltà del 14° posto in griglia: “Abbiamo fatto una modifica che mi ha aiutato a tenere un passo più costante ma partivo troppo indietro. Al massimo avrei potuto lottare con Petrucci. La situazione è chiara, sappiamo dove migliorare, ma tra dire e il fare c’è di mezzo il mare”.
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A cura di Valeria Aiello
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Valentino Rossi - Getty images
Valentino Rossi – Getty images

Valentino Rossi non può dirsi certo soddisfatto ma, per come si era messo il weekend, il risultato ottenuto oggi al Red Bull Ring era tutt’altro che scontato. Partito da una difficile 14° casella in griglia, il pesarese ha spremuto al massimo la sua Yamaha rimontando fino al 6° posto. “La risalita è stata buona ma la differenza con i primi tre è stata abbastanza grande, questa è una pista dove sapevamo di dover soffrire di più ma è tutto l’anno che quei tre lì – Marc Marquez e le Ducati di Andrea Dovizioso e Jorge Lorenzo, ndr – se sono a posto e non sbagliano sono comunque più veloci di me. Noi siamo la Yamaha ufficiale quindi dobbiamo guardare lì. Per il resto è stata comunque una buona gara. Stamattina abbiamo fatto una modifica al setting che mi ha aiutato a tenere un passo più costante. Partivo troppo indietro, perché ho rotto la corona venerdì mattina ed è stato l’unico turno utile per entrare nei dieci. Se fossi partito un po’ più avanti avrei potuto battagliare con Petrucci, ma da Crutchlow in su niente, anche lui andava più forte“ ha ammesso il Dottore ai microfoni di Sky Sport.

Rossi: "Yamaha non da podio, serve risolvere i problemi"

Rossi ha poi analizzato la stagione: “Quest’anno sono salito cinque volte sul podio. Dove sono andato forte veramente è stato in Qatar e al Sachsenring mentre gli altri tre podi sono arrivati anche perché uno tra quei tre lì è caduto o comunque non erano a posto e siamo riusciti a prendere punti e riesco quindi ad essere secondo in campionato, ma non siamo veloci per il podio. Ci sono piste dove soffriamo di più e altre di meno, ad esempio a Brno sono riuscito a battere Crutchlow, invece qui a Red Bull Ring, che è una pista un po’ più sfavorevole, non ce l’ho fatta”.

Quando poi gil è stato chiesto se la Yamaha è un gradino indietro rispetto alle rivali Honda e Ducati, il campione di Tavullia è tornato sulla dichiarazioni degli ultimi giorni in cui non ha risparmiato pesanti critiche nei confronti della casa di Iwata, ricevendo in risposta addirittura le scuse pubbliche della casa giapponese. “Secondo me anche la Yamaha ha i suoi punti di forza, ad esempio sui telai e altri aspetti, ma è anche una questione di approccio. Gli altri rischiano di più, ci provano, sono più fantasiosi, investono di più, e alla fine di quattro cose che non van bene magari una la azzeccano. In questi giorni abbiamo parlato tanto e anche nelle altre gare io ho sempre detto quello che pensavo. Adesso la situazione è questa, bisogna cercare di migliorare, sappiamo dove, ma tra dire e il fare c’è di mezzo il mare. Se basta un aggiornamento per lottare per la vittoria o ormai bisogna aspettare la moto nuova? Secondo me qui non si parla più di moto nuova dell’anno prossimo, un po’ come fanno in Formula 1 dove tra l’altro cambiano molto anche i regolamenti, per cui la macchina è proprio diversa da quella dell’anno prima. Qui sono migliorie e sviluppo durante la stagione, quindi secondo me bisogna pensare ad adesso e non all’anno prossimo, provando a risolvere i problemi. Se il limite di sette motori è un limite? Il regolamento è uguale per tutti, gli altri ce la fanno quindi dobbiamo in qualche modo farcela anche noi”.

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