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MotoGp, Hayden: “Tra Rossi e Lorenzo è guerra psicologica, meglio non entrarci”

Lo statunitense che nel 2006 violò l’imbattibilità quinquennale del Dottore ha svelato la ricetta adottata per sfuggire alla pressione della finale: “Mi sono concentrato sul mio lavoro e su quello che volevo, alle persone piace giocare con la psicologia, ma non ho ascoltato nulla. La differenza si fa solo in pista”.
A cura di Valeria Aiello
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Le parole di Valentino Rossi alla vigilia della gara di Sepang hanno smascherato un’armata ispanica pronta a saldare le sue forze verso l’odiato Dottore, colpevole di essere tornato a lottare dopo sei anni di digiuno dal titolo iridato. Il campione di Tavullia non ha nascosto il suo disappunto per quanto accaduto nel round di Phillip Island, rovesciando sul weekend malese una tensione che si è poi manifestata in scintille a scandire l’avvicinamento alla gara. Poi l’amaro epilogo di domenica scorsa che ora rischia di compromettere gli sforzi fatti dal pesarese in questa stagione, in vetta alla classifica iridata dal primo round stagionale, agganciato solo alla vigilia del round di Silverstone dal diretto avversario nel mondiale, il compagno di squadra Jorge Lorenzo, su cui però è riuscito ad allungare proprio nel round inglese, dove non aveva mai centrato la vittoria in carriera. Ma le “verità” raccontate da Rossi in conferenza stampa non hanno avuto il riscontro sperato, in una strategia che adesso rischia di ritorcersi contro al pesarese in virtù delle sorti di un duello che si è concluso con la caduta di Marquez e una pesante sanzione per Rossi che sarà costretto a scattare dal fondo della griglia di partenza nella finale di Valencia. A dire la sua sulla guerra psicologica è Nicky Hayden, il Kentucky Kid del Motomondiale che alla vigilia della sua ultima gara in MotoGP che saluterà proprio a Valencia, dove verrà insignito del titolo di Leggenda della MotoGP, ha analizzato la situazione, suggerendo la ricetta che lui adottò nel 2006, quando sempre al Ricardo Tormo di Cheste violo l’imbattibilità quinquennale di Rossi cogliendo il titolo di campione del mondo 2006.

Il 2006 è stato l’anno migliore della mia carriera – ricorda Nicky Hayden allo spagnolo Marca – Il titolo era qualcosa di molto speciale. Scattare da dietro nella gara finale e sorpassare Valentino è stato incredibile per me e la mia famiglia. Solo posso essere grato per tutto ciò che accaduto”.

Nessuno si aspettava quei commenti da parte di Valentino, ma lui sa quello che fa. Se si voleva esprimere così é perché aveva qualche motivo. Non metto in dubbio le sue parole. Ma tutto questo è buono per giornalisti e per quelli a cui piace dare fiato alle parola, ma in realtà non fa alcuna differenza. La differenza si fa solo in pista”

Su come abbia fatto il campione statunitense a sopravvivere alla pressione psicologica, Hayden spiegato come la concentrazione sia stata la sua arma per contrastare ansia e nervosismo, alimentato alla vigilia della finale dall'attenzione dei media.

Mi sono concentrato sul mio lavoro e i miei desideri – spiega Hayden – Alle persone piace giocare con queste guerre psicologiche che però in pista non fanno differenza. Ho fatto la mia gara, andando più veloce o più lento, ma non ho ascoltato nulla.

Sui rapporti tra piloti e il comportamento al di fuori delle corse, Hayden ha escluso ipocrisie, sottolineando il comportamento pulito del pesarese.

Abbiamo fatto delle buone corse. Non ho mai sentito che c’erano alcune cose strane. Quando si è rivali alcune cose vanno dette, ma vedo che c’è molto rispetto, anche ne confronti di Jorge. Non è necessario che sia un festival dell’amore, è già abbastanza emozionante così senza metterci dell’altro di personale”

Infine sulla differenza tra il mondiale del 2006, per cui Rossi lamentò sfortuna durante il campionato, e la lotta al titolo di questa stagione, in cui è invece stato Lorenzo a dire che la fortuna non era dalla sua parte, ha concluso:

È vero, nel 2006 valentino ha avuto diversi problemi meccanici, come me del resto. Ma così sono le corse. Quest’anno Valentino non direi che è stato fortunato, ma che ci sono stati momenti in cui ha giocato di esperienza. Mentre Jorge è stato incredibilmente veloce. Il lavoro che ha fatto Rossi per tornare dopo tanti anni a lottare per il titolo è davvero impressionante, ha lo stesso desiderio e determinazione di allora”.

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